Ministri eletti dal popolo

La proposta di Cassese fa discutere La proposta di Cassese fa discutere Ministri eletti dal popolo J, dibattito sulle soluzioni costituzionali c istituzionali da dare alla cnsi italiana si sviluppa intensamente, ma anche finora con scarsi risultati pratici. E' una straordinaria caratteristica della politica italiana nel suo insieme di avere la tendenza da un lato a drammatizzare in maniera plateale i problemi e dall'altro a procedere, in conseguenza delle sue contraddizioni interne, secondo una consolidata arte del rinvio, del ridimensionamento, del rappezzamento. Del tutto naturale perciò che quanto più le soluzioni concrete indugino, tanto più si elaborino progetti e proposte di riforma. Sabino Cassese, studioso di ben nota acutezza e già ministro della Funzione Pubblica nel governo Ciampi, avanza la sua proposta in un denso volumetto: Maggioranza e minoranza. Il problema della democrazia in Italia (Garzanti). Egli inizia con un'affermazione netta: «La riforma elettorale del 1993 ha posto la Costituzione fuori centro». Occorre perciò procedere a modificare non solo la seconda ma anche la prima parte di essa, così da renderle coerenti e funzionali l'una all'altra, dando il peso necessario al fatto che - e qui siamo al cuore del problema - «la democrazia maggioritaria finisce inesorabilmente per produrre due effetti: rafforzare l'esecutivo e diminuire il pluralismo». Guardando all'esperienza dei nove mesi del governo Berlusconi, Cassese teme ! avanzare nel nostro Paese di un sistema brutale di spoglie ad opera di un esecutivo inteso ad attuare il principio che «chi vince debba prendere tutto, nell'area tradizionalmente riservata al governo, ma anche fuori di essa». In gioco sono stati messi divisione dei poteri e pluralismo. L'allarme, come si vede, è forte. Ci troviamo in un vuoto pericoloso che va colmato. Va definito un preciso statuto dell'opposizione, mentre serpeggia potente ciò che Cassese chiama una vocazione rousseauiana e già rubino Perciò devono soccorrere una rifórma adeguata della Costituzione e una rifondazione istituzionale. Rifondazione che Cassese concepisce così da attivare un sistema di pesi e contrappesi e una pluralità di poteri fondati su autonome legittimazioni: in primo luogo una magistratura liberata da politicizzazione e corporativismo e un'amministrazione soggetta alle leggi e non al governo. Ma il pezzo forte della proposta di Cassese riguarda i rapporti tra Parlamento e esecutivo e le fonti della loro legittimazione. E' qui che «precipita» tutto il ragionamento dell'autore, il quale risente molto dell'esempio americano. Egli sottolinea i puntoli che sorgono quando il sistema maggiori ta rio saldi una minoranza di elettori che diventa maggioranza degli eletti in virtù della sua capacità di accorpamento con un governo espressione di questa minoranzamaggioranza, causando una condizione appunto «giacobina», inadatta a garantire minoranze ed equilibri istituzionali. Come strumento principale di riforma Cassese propone che il governo abbia «una sua investitura popolare, diversa da quella del Parlamento», così da creare un «equilibrio di poteri in concorrenza. Il potere di governo troverà il suo limite nel potere di controllare l'uno e l'altro rispondendo al corpo elettorale». Questa proposta di Cassese mi pare si presti ad un'obiezione di fondo: che essa, qualora accolta, possa dare luogo, in certe circostanze (anche se naturalmente non in tutte) ma tanto più nelle specifiche condizioni italiane, non già ad un maggiore equilibrio bensì ad un maggiore squilibrio, causa di paralisi e al limite di un devastante scollamento. Il contrario dello scopo di Cassese, che è quello di arrivare a governi di più lunga durata in grado di contare su un «sostegno parlamentare stabile e compatto». Che cosa accadrebbe se da una parte una minoranza di elettori producesse in virtù del maggioritario una determinata maggioranza parlamentare e dall'altra l'elezione diretta del capo dell'esecutivo risultasse per contro espressione della maggioranza di elettori sconfìtta a livello parlamentare in un clima di acuta, delegittimante contrapposizione? Si tratta di un'ipotesi-limite, ma senza fondamento? Massimo L. Strvadori

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