La Tartaruga, vent'anni di letteratura delle donne

La Tartaruga, vent'anni di letteratura delle donne Mentre all'estero le case editrici femministe entrano in crisi. Laura Lepetit festeggia la sua battaglia libraria La Tartaruga, vent'anni di letteratura delle donne «Amo molto gli nomini a patto di non pubblicarli e di non leggerli» MILANO N giorno del 1935 Virginia Woolf incontrò Edward Forster sulla gradinata della BiblioteLondra e apprese dallo il comitato della ca di scrittore che biblioteca non avrebbe ammesso le donne perché «troppo fastidiose, creature impossibili». A dire una cosa del genere Forster dimostrava di mancare di tatto quanto di preveggenza, perché lo scontro verbale che a quel punto nacque tra lui e la Woolf avrebbe infatti ispirato alta scrittrice un testo sacro del femminismo, Le tre ghinee, accolto con furibonda disapprovazione dalla stampa inglese. «Una donna dichiara guerra ai sessi», titolò il Referee. Quarantanni dopo Le tre ghinee sarà il primo titolo di una nuova impresa editoriale a Milano: La Tartaruga di Laura Lepetit, che questo mese festeggia allegramente i vent'anni, proprio mentre arriva la notizia che a Londra si prepara il funerale della Virago di Carmen Callil, celebre casa editrice che ha due anni più della Tartaruga ed è sempre stata un modello per tutta l'editoria femminista I tèmpi sono cambiati, spiega Pubìisher's Weekly: la Virago apre le porte alla narrativa e alla saggistica degli uomini, e Carmen Callil, la sua leggendaria fondatrice e direttrice, è costretta a dare le dimissioni. Cosa sta succedendo, l'esperienza dell'editoria femminista si avvia alla conclusione? La domanda è volutamente provocatoria e Laura Lepetit, che come femminista ama moltissimo gii uomini a patto di non leggerli e soprattutto di non pubblicarli, e come editore non ha mai scelto la linea dura, risponde con prudenza. Lei. dai tempi in cui esordì nell'ammezzato di via della Spiga dove Giovanni Caudini «tagliava» Li nus. frastornandolo di «giornaliste, scrittrici, consigliere, fanciulle di ogni dimensione e avanguardia, assortite come le paste del Taveggia», ha sempre battuto una via meno ideologica della Virago, pubblicando libri di autrici come Barbara Pym, Patricia Highsmith. Ivy Compton Burnett, Francesca Duranti e Ginevra Bompiani, più adatti al piacere della lettura che alla dottrina «Il femminismo dal punto di vista culturale è nato con la Woolf e la Austen in Inghilterra» risponde «E non è detto che il lavoro svolto dalla Virago, che ha scel to di pubblicare soprattutto testi inglesi, con l'idea di disseppellire la propria cultura femminile sommersa, non sia concluso». E le dimissioni di Carmen Callil? E il disastro economico della Virago? Laura Lepetit non si pronuncia. Quattro anni fa Leonardo Mondadori la salvò da «una precipitosa caduta» e da allora la incoraggia e la sostiene. Cinque anni prima era entrata in società Mariuccia Mandelli IKrizia) E qui si chiudono le poche traversie societarie della casa editrice che nasce nel 1975. proprio l'anno in cui a Milano apre la Libreria delle donne, e a Roma si gettano le basi delle Edizioni delle donne. A quell'epoca Laura Lepetit, signora di una Milano perbene ma curiosa, scopriva dentro di sé una passione per la politica: «Avevo partecipato a vari gruppi di autocoscienza e riflessione, ed ero stata presa dall'idea che anche la cultura non è neu tra ma porta forti tracce di autorità patriarcale». E cosa è cambiato in questi vent'anni? le chiediamo nella piccolissima sede della Tartaruga in via Turati, dove tre scrivanie stanno acquattale come lucertole tra gli scaffali alti. «11 femminismo è diventato meno vistoso, ma più concretamente reale. Ci sono meno manifestazioni, ma molte più donne che si occupa no di politica e di cultura» Vede ancora una discriminazione femminile nella cultura'' «Non userei più parole così pesanti, ma non direi nemmeno che tutto va nel migliore dei modi. Ci sono fatti che ti lasciano perplessa. C'è chi vuole abrogare la legge sull'aborto...». La verità è che senza disperdersi in eccessi, fedele al suo nome, la Tartaruga in questi anni è andata lontano senz'affanno, mangiando soltanto qualche tagliuzza d'insalata Ora ha quattro collane (narrativa, saggistica, varia e Tartaruga nera), e un pubblico affezionato. Nessun pentimento? «Di avere pubblicato a volte libri poco interessanti sperando che il pubblico li accogliesse bene». E la vittoria più grande7 «Di essere ». Taglia corto: «Di esserci. Sul mio percorso ho visto ! molte sparizioni. Non c'è mai I niente di acquisito, di sicuro ] nell'editoria, è un mercato molto aleatorio E noi lo affrontiaI ino. quest'anno, con quattro esordienti». Livia Manera Laura Lepetit

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