«E' Eboia il virus che uccide»

Identificata la causa della morte delle 2 suore bergamasche missionarie in Zaire Identificata la causa della morte delle 2 suore bergamasche missionarie in Zaire «E* Eboia il virus che uccide» Fece strage negli ospedali africani già nel 76 Aliro che sconosciuto. Il virus leta le n proprio lui: il micidiale Eboia. I.o conferma l'Oms. Un ritorno dal passalo; tra il luglio e il novembre del '7r> fece strage nello Zaire e noi Sudati ira il personale ospedaliero. Per il momento si ha notizia di due sole vittime. Ma e tuttora allarme rosso. Il ministero della Sanità ha disposto, in via cautelare, l'isolamento dei parenti di suor Floralba Mondi e suor Clara Angela Ghilardi, rientrati a Bergamo dallo Zaire dopo i funerali delle loro congiunte, Non presentano alcun sintomo, ma la prudenza, in questo caso, e d'obbligo. Anche perche una voce non confermala riferisce chi; verso la metà di aprile, in Zaire, dopo l'interven lo chirurgico su una paziente, tutto 10 stali (medici, anestesisti e infermieri) di sala operatoria e morto nei giorni successivi, mentre un chirurgo che a quell'operazione non aveva partecipalo non avrebbe avuto alcun sintomo. E si parla anche di un caso di contacio per una ricercatrice svizzera che, nel novembri; del '94, aveva studiato scimmie in Costa d'Avorio. Eboia ha la bruttissima caratteristica di trasmettersi con grande facilita: attraverso aghi, o altri strumenti non sterilizzati e addirittura anelli; con il respiro. «Questo perché spiega il professor Aldo Mortone, esperto di malattie tropi cali del San Gallicano, a Roma - il virus interessa anche le vie respiratorie. Alcuni dei sintomi, infatti, sono dolore toracico, faringite e tosse secca». L'isolamento dei malati e per )',li altri l'unica difesa. Ma c'è pericolo che il virus possa sbarcare (o sia già sbarcatoi nel nostro Paese? Gli esperti assicurano che si tratta di eventualità assai remota, anche se il professor Giampiero Garosi, direttore dell'Istituto di malattie infettive di Brescia, sostiene che «bisognerebbe rinforzare di più la sorveglianza, primo argine contro le malattie infettive d'importazione». E ne approfitta per denunciare che, malgrado una legge del '90 abbia previsto la ristrutturazione dei reparti di malattie infettive, questa e stata attuala solo in pochissimi ospedali italiani. Che dire, allora? Una tranquilla inquietudine alberga negli infèttivologi italiani. C'è un aspetto della vicenda che giustifica l'ansia. La patologia che ha colpito le due suore, infalli, è slata scambiata, nei primi giorni, per malaria. Si presume, dunque, che non siano state subito messe in atto tutte le precauzioni che Eboia esige. «Può darsi - ammette il professor Morrone , e non è neppure escluso che le suore avessero "anche" la malaria. Parassiti malarici, infalli, furono isolali in Sudan nel sangue di alcune persone che avevano contratto 11 virus di Eboia». Soltanto nelle prossime ore (dal momento che l'incubazione è; rapidissima, da 6 a IO giorni) si potrà sapere se il virus sia stalo trasmesso ad altre consorelle della conni nita oltre a una terza che ne è stala colpita in forma più lieve - e se queste siano o meno venute a contatto con i parenti delle due vittime che sono adesso in Italia. Una mortalità che, nella media dei casi, supera il 50 per conto. Un'agonia terribile, con emorragie in tutte le parti del corpo (compresa la pelici: dallo gengive, alle narici, agli organi sessuali. E dolori all'addome e al torace. Certo fa paura, c ancora di più spaventa il non sapere dove stia il serbatoio del vi rus. Non nelle scimmie (cercopithocus acthiops). perche osse sarebbero soltanto uno dei tanti organismi animali (non il primo) che servono da veicolo al virus. Forse in una particolare specie di ratto, in alcuni esemplari del quale furono trovati, in Sudan, gli anticorpi al vims. Di sicuro il nemico e sfug gente e assomiglia moltissimo a un altro virus, Marburg. che fu isolato in scimmie da laboratorio in Germania, nelle città di Marburg e di Francoforte, e in Jugoslavia (Belgrado) e che produsse, nel '67, 31 contagiati e 7 morti. Tra coloro che si ammalarono, anche una donna, moglie di uno dogli addetti del laboratorio che ebbe il virus isolato nello sperma. Da qui il sospetto che la malattia (Marburg, o Eboia che sia) possa essere trasmessa anche por via sessuale. Daniela Daniele ebola, il virus letale SERBATOIO PRIMARIO: sconosciuto INCUBAZIONE: da 6 a 10 giorni. SINTOMI: febbre elevata, diarrea, emorragia, disidratazione, dolori addominali, tosse secca, dolore toracico, eruzione e sanguinamento cutaneo (tra il 5° e il 7° giorno). CONTAGIO: attraverso il sangue (strumenti non sterilizzati) e il respiro a stretto contatto con un malato. TERAPIA: isolamento, trasfusioni, farmaci antivirali. MORTALITÀ': oltre il 50 per cento. Si trasmette anche col respiro Intensificati i controlli Ma gli esperti: in Italia pericolo remoto Una corsia d'ospedale nello Zaire Sotto, suor Floralba Rondi

Persone citate: Aldo Mortone, Clara Angela Ghilardi, Daniela Daniele, Morrone, Rondi