Maggio 1945, il ritorno dal lager

Maggio 1945, il ritorno dal lager IL RACCONTO LA FINE DELL'INCUBO Maggio 1945, il ritorno dal lager «Così finisce una guerra»: l'odissea di un reduce ORMAI il Lager era loninno, nemmeno più ci pensava, anche se erano passati pochi giorni. Ora risaliva le monta Km; verso il con fine; camminava di notte, e di giorno se ne stava rintanato lungo il fiume come un animale notturno. Stando nascosto dentro i cespugli, ogni tanto chiudeva gli occhi e si lasciava prendere da un sonno leggero che bastava il frullo di un'ala per riportarlo alia realtà. Per nutrirsi staccava dai rami del bosco germogli di peccio, foglie tenerissime di faggio e di acero appena sbocciai*!, raccoglieva foglie tenere di mirtilli, di lamponi e di rosa canina, Mangiava lentamente assaporando i gu sti che erano pur sempre più sapo riti e gradevoli della brodaglia che passava il Terzo Keich. I pezzetti di pane che era riuscito a mettere da parte erano finiti da giorni e anche se aveva un sacchetto di semolino non poteva accendere il fuoco per fare la polenta. 11 semolino l'aveva trovato tra le macerie di un palazzo, a Graz, dopo un In imbardameli to aereo In una credenza sfondatatra macerie e calcinacci e travi che bruciavano. Se le SS ungheresi in quel momento lo avessero sorprese gli avrebbero sparato e abbandona to sul posto. Come avevano fatto per il siciliano. Si era nascosto tra le macerie dopo che un vecchio che l'osservava a scavare gli aveva detto: «Coli sofoii nach Hause! Ganz kaputt!» e con la notte aveva abbandonato la città orientandosi con le stelle. Raggiunto un fiume, risali la corrente che scendeva dalle montagne. Dopo notti (! notti di camminouna mattina scorse le Alpi innevate. Sulla strada che scendeva dall'Italia sentiva passare colonne motorizzate; poi queste si diradaronoosservo piccoli grappi appiedalisoldati in bicicletta o su carri tiratda cavalli o muli. Infine anche soldati disarmali o feriti. Forse era proprio la fine, e una sera usci danascondiglio prima che venisse buio e si avvio allo scoperto tra itorrente e i campi. I caprioli al pascolo lo guardavano passare senza spaventarsi. Continuò a camminare verso Ovest e un giorno uscendo dal bosco per andare a bere nel torrente simbattè m due donne che stavano seminando le patate in un orto vangato di fresco. Si spaventarono nevederselo comparire davanti cosmagro e sbrindellato, con un cappello d'alpino in testa. Le saluto borbottando: tGrussgott Frauen»! l-ii guardarono in silenzio ap|x>g giale alla zappa e lui aggiunse; «Ce fangen, vado a casa. La guerra tini sce. Fertig, Krieg» iGoltbefbhcn!»gli risposero e, dopo essersi scam Diate uno sguardo, una andò dove avevano il sacco con le palate da semina e una borsa appesa alla staccionata; dalla borsa levò una fetta di pane nero e glielo porse senza una parola. Lui disse grazie e riprese la sua strada. La fame, il sonno, la stanchezza e un malessere che sentiva per le membra che forse era febbre gli fa ccvanQ confondere luoghi e tempi Ora sentiva stilo che doveva camminare verso Occidente dentro la fine di una guerra che aveva vissuto dal primo all'ultimo giunto e che da tempo lontano, ormai, aveva ri fiutato. E cosi giunse alla frontiera. Kra quesla la quarta volta che la ripassava: la prima volta dalla Francia, poi dai Balcani, quindi dalla Russia e ora dalla Germania. Nemmeno si rendeva conto della sua fortuna, di essere ancora vivo. Qualche volta si stupiva di poter ancora muovere le gambe, di poter ancora camminare. Di essere senza compagni. Solo. Ricordava una strada dove aveva tanto giocato da ragazzo. Passò lo spartiacque di confine. Non c'erano guardie di frontiera, bandiere, doganieri. Nessuno. Le sbarre era no alzate; |«:r terra sparsi intomo moduli e carte, qualche amia abbandonata, scatolette di latta, escrementi Su un giornale tra la polvere della strada lesse un titolo: Musso litii gestorben, ma non provò nessuna emozione, Finalmente la strada andava in discesa e il suo passo si fece meno faticoso. Lontano, ma chissà dove, ogni tanto si sentiva una fucilata, come di cacciatori tra le montagne. Ora la valle si allargava e dopo il valico dove restavano i segni del passaggio dei soldati, vide risalire un reparto armato che procedeva su due lilt> a passo di marcia. Fece appéna in tenijio a nascondersi die tro uno stabbio, vicino al bosco, e da h osservarli andare verso le Ioni terre: erano ancora equipaggiali di tutto punto: elmetto, maschera antigas, nastri di cartucce per le anni automatiche, bombi- a mano appc se alla cintura; comandanti in testa e in coda. Forse pensavano di rien 11air in caserma e non di ritornare a casa Solamente non cantavano più le loro canzoni come quando in Russia passavano per i villaggi e tutti i paesani si nascondevano nei boschi. Camminarono via e li perse di vista e d'ascolto. «Onesti saranno gli ultimi», penso Le cornacchie ritornarono a volare sui rifiuti e lui si disse che ora poteva accendere un piccolo fuoco per cuocere il scinoli no. Levo dallo zaino la gavetta, andò al torrente per acqua, accese il fuoco tra due pietre < quando l'acqua alzo il bollore, rimestando con uno stecco fece scendere il se inolino dalla mano a pugno. «Sono senza sale Pazienza», si disse Forse erano passati dieci giorni dall'ultima zuppi) di rape. Incominciava a scendere la sera Prima, giorni prima ma quanto? era quesla l'ora che si rimetteva in cammino. Ma adesso voleva solo dormire. Entrò nello stabbio e si sdraio nella greppia tra i rimasugli di fieno e chiuse gli occhi. Si svegli) 1 per il freddo nel profondo della notte, da uno squarcio del tetto vide tante stelle e stette a fissarle con la mente lucida. Ricordava le notti di tormenta sulle montagne dell'Alba nia nell'inverno del '40 e 1 compagni congelati nella neve; quelle tiepide notti sulla steppa nella grande ansa del Don nell'estate del '-12 Le notti bivaccate sopra i ghiacciai del Monti' Bianco. Andava nel suo tempo; da bambino fino a questo presente Ricordava amici e compagni lasciati lungo le strade della guerra, il grande nonno e l'esile nonna Ci sarebbe stato qualcuno che ancora l'aspettava? E lei? Si. sua madre • suo padre certamente Ma da molli mesi non sapeva niente di loro. Ri cordava lucidamente 1 compagni e le compagne di giuochi, le corse con ■•li sci, le escursioni, le sera inveì nali nella calda casa, i compagni dì scuola, la maestra, il parroco. Lo Stammlager l-B e il bestiale I.agerfuhrer, le miniere, i prigionieri nis si. i deportati che sottovoce cantavano l Internazionale. La colonna di ebrei tra la bufera di neve Kra la vigilia di Natale, pochi mesi prima. Onesti ultimi giorni Cosi finisce una guerra7 Ma finsi' doveva camminare ancora una settimana prima di arrivare a casa Le stelle sopra la lesta segnavano il passare del tempo sulle montagne, a Oriente incomincio il crepuscolo dell'alba I lordi Cantarano, usci dalla greppia, con le mani si ripulì dallo stranie e camminò lino al tur retiti per bere e bagnarsi gli occhi. Vennero verso di lui dopo la curva della strada Su un carretto tirato da un asino avevano piazzato una mitragliatrice con il nastro-in filato, pronto per sparare, sui cai retto erano in due. altri cammina vano ai lati con le anni spianate Frano accaldati >■ sporchi di fumo Oliando gli giunsero a pochi metri si vide puntare contro la canna della mitragliatrice. Non si mosse e respiri! profondo aspettando il primo colini Non spararono Gli passarono accanto sfiorandolo e tenendolo sempre sotto mira fin dove la stra da ritornava a girare Riprese a camminare Senti odore di bruciato • ■ passo accanto a una contrada che ancora fumava e vuota di genie. Sulla strada c'erano stoviglie e vetri rotti Camminando incontro altre case bruciate e delle persone che si affaccendavano attorno ad essi- Non si fermo. Non badarono a lui. Prima di sera giunse a un paese phe non era bruciato Una scritta sopra una pòrta indicava Osteria del cacciatore e due bandiere, una tricolore e una rossa, pendevano dalle finestre dell'osteria Si ricordo allora che tra panno e loderà delia giacca, quand'era nello Stammlager, aveva cucito un biglietto da dieci lire Kntro. si sedette a un tavolo, si levo lo zaino e la giacca. Con le unghie lacero la loderà consunta e sporca e trovo le dieci lire. Non aveva fatto caso a dei ragazzi armati che entravano e uscivano dall'osteria, ne alla donna che versava da liete ,1 tutti Si alzo dal tavolo, si avvicinò al banco e porgendo il denaro chiese di mangiare qualcosa L.i donna lo guardo con pietà, risi ro i ragazzi con il fazzoletto rosso attorno al collo e uno gli chiese ■ Ma tu. da dove salti fuori?». Parlarono poi con la donna, lo licero sedere e la donna gli porto un piatto di minestrone, un pane e un quarto di vino Oliando le |>orsc le dieci lire questa le scanso con la mano dicendogli: -Puoi tenertele per ricordo, ora valgono ben poco' Quello che mangi l'abbiamo ripreso ai tedeschi». Si era addormentato sul tavolo, con la testa posata sulle braccia Si senti scuotere e aperse gli occhi ormai era sera Davanti a lui stava un uomo con cinturone e pistola ! compagni mi hanno detto da dove vieni. Lo puoi dimostrare'» Feocenno di si con la lesta e si sbottonò la camicia Apparve il suo scheletro ricoperto dalla pelle e prendendo la piastrina di prigioniero che gli • deva dal collo disse «Qui i ■• tutto, il Lager e la malrii ola L'uomo con la pis'o!.. disse alla donna di portargli ancora qualcosa da mangiare, ma non tanto, che poteva farlo morire - ai partigiani di dargli die- coperte e farlo dormire nei fienile L'indomani se ne sarebbe riparlato I due bicchieri di vino 1 he aveva bevuto con i partigiani l'avevano riscaldato •■ stordito e ora. sdraiato sul fieno di montagna, si sentiva ubriaco e tutto si confuse dentro la testa. Il mattino dopo ritorno nell'osteria: la donna gli riempi una ciotola di vino; «Calle non ne abbiamo, nemmeno latte. Puoi intingere il pane» e gli porse dui- pezzi I partigiani entravano e uscivano rumorosi e allegri, quello che sembrava il loro comandante dava ordini e riceveva relazioni 1 on formalità militare Dei gruppi si allontanavano su per le montagne, altri rientravano Lontano si sentiva ancora qualche sparo. Dopo aver mangialo il pane bagnato nel vino si sentiva in forze per riprendere la strada verso casa. Si alzo dal tavolo, ringrazio il comandante, la donna e 1 partigiani: «Grazie a tutti. Ora vado verso casa». «Ma dove abiti e ancora tanto lontano; aspetta qui», disse il comandante. «Tra poco dovrebbero arrivare gli americani. Ti taro accompagnare a casa in macchina Loro ne hanno tante!». Kra v'erso mezzogiorno quando su per la strada venne un rumore come da tuono che si avvicinava Frano carri annali, artiglierie, canni in. cucine autotrasportate I partigiani con il loro comandante e tutti i paesani con il parroco erano sulla strada ad aspettarli. Un loro ufficiale venne per parlari; con il comandante, Filtrarono insieme nell'Osteria del cacciatore II panigiano lece (lunare una bottiglia di grappa che sapeva esserci ancora, riservata per quel momento Chissà cosa si dissero: uno parlava inglese e l'altro friulano Continuarono a parlare e a bere lini ile all'inglese si ingarbuglio la lingua II comandali te partigiano gli disse pure i-he c'era uno che veniva dai Lager tedeschi, che era ammalato e che Ioni dovevano portarlo a casa. L'inglese taceva si con la 'està, che aveva capito Uscirono L'ufficiale disse qualcosa a un suo sottoposto e un carni annali 1 fece l'inversione di marcia. Scendeva sferragliando il carro armato per la valle in festa Dalle casi dei villaggi le bandiere erano vivi nel vento ti: primavera e quando passavano per le vie la gente applaudiva e salutava allegra Lui. seduto sul carro armato, con una mano si teneva aggrappato e con l'altra rispondeva a: saluti agitando nell'aria il cappello d'alpino dove i partigiani avevano infilato una bandierina tricolon Arrivarono COSI 1 Udine L'attraversarono tra un tripudili di gente in lesta. Gli gridavano Vivai Bia vo! Bravo!». Giunsero davanti a una caserma passarono dal portone dove c'erano le sentinelle inglesi, si fermarono nel cortile recintato da file di reticolati, lo fecero scendere • ritornarono via. Si ritrovo tra una moltitudine disarma ta di soldati tedeschi, brigate nera e soldati dell'esercito di Salò. Mario Rigoni Stern Fuga nei boschi Meglio le bacche del rancio nazista 11 ritorno a casa tra gli applausi e i nemici prigionieri Nella giacca si era cucito dieci lire ora non bastavano neanche per il pane 11 ritorno a casa tra gli applausi e i nemici prigionieri Tre gruppi di prigionieri negli ultimi giorni di guerra Tre gruppi di prigionieri negli ultimi giorni di guerra

Persone citate: Cantarano, Ganz, Mario Rigoni Stern

Luoghi citati: Francia, Germania, Italia, Russia, Salò, Udine