«Torniamo a votare ma senza i bulgari»

«Torniamo a votare ma senza i bulgari» «Torniamo a votare ma senza i bulgari» INTERVISTA IL «DURO» PIETRO Larizza, segretario generale della Uil, ha già pronte le condizioni sul dopo-accordo. Sono due. Rappresentano una vigorosa tirata d'orecchie per i cugini di Cgil e Cisl. «Basta con il sindacato orientale, con le consultazioni condotte senza democrazia, senza trasparenza e senza affidabilità» è la prima. «Basta con i sindacalisti battitori liberi, che non si assumono la responsabilità di quanto è stato firmato» è la seconda. Più che due condizioni, sembrano un ultimatum. «Non ho alcuna intenzione di accettare proposte sulla consultazione che non tengano conto di queste mie richieste. Questa volta non sono disponibile a mediazioni. Sono stufo di procedure non democratiche, secondo cui conta di più un maramaldo che agita lo spauracchio di lotte e rivoluzioni del parere di mille lavoratori». Perché, cosi avviene oggi? «Certo. In questa trattativa sulle pensioni, il 90% dei lavoratori italiani non ha visto un solo sindacalista che sia andato a spiegargli la piattaforma. Abbiamo metodi di consultazione più incompleti di quelli utilizzali dagli istituti di sondaggio». Cioè ascoltate solo pochi lavoratori? «Pochi e scelti secondo una logica che non risponde alla realtà. Ascoltiamo i lavoratori dell'industria: sarà anche la parte più combattiva dei lavoratori, ma è quella numericamente meno rappresentativa. Mi auguro che non scoppi una lotta violentissima su come effettuare la verifica, ma non voglio più cadere nella trappola dei 3-4 soggetti sindacali o politici che preferiscono il clamore di un luogo di lavoro-simbolo alla verifica che va condotta con tutti i lavoratori e i pensionati. Gliel'ho detto: in caso contrario, mi farò la verifica da solo». Da solo o con Cgil, Cisl e Uil, come propone di condurre la verifica? «Come prima cosa vanno riuniti gli organismi unitari di tutta Italia, facendoli votare tutti sull'accordo concluso. Poi, dopo aver fatto votare tutti, si va nei luoghi di lavoro e, dando informazioni chiare, non le solite parole oscure e le formule contorte ed incomprensibili dei sindacalisti, e utilizzando forme democratiche in due-tre giorni si fanno votare tutti - ripeto, tutti - i lavoratori. Questa è la prima condizione che porrò» E la seconda, quale sarà? «Far scomparire tutti i dirigenti sindacali che - come accade ora • dicono "io non c'ero, io non ho visto, io non ho votato". Ciascuno deve assumersi la responsabilità di votare, decidere e rispondere delle proprie azioni. Non è più sostenibile una situazione in cui ci sono sindacalisti che si assumono l'onere della soluzione dei problemi ed altri, battitori liberi, che si assumono solo il piacere della critica». Secondo qualcuno, ora Cgil, Cisl e Uil si metteranno al lavoro per realizzare l'unità sindacale di cui si parla da tempo. Stando a quanto lei dice, invece, sembra che si assisterà ad una resa dei conti. «L'unità sindacale è legata ad un concetto molto preciso sul sindacato da costruire e ad un accordo su questo connetto. Allo stato dei fatti, questo accordo non c'è, anche se la Uil che viene accusata di essere fredda nei confronti dell'unità è l'unica organizzazione ad aver avanzato finora già due proposte. No, Suardi, il lavoro sindacale del opo-riforma sarà un altro. Io propongo di aprire un confronto nazionale sui principali proble mi: lavoro e Mezzogiorno». Intende aprire una nuova vertenza come quella delle pensioni? «No, non sarà una vertenza, ma si tratterà di essere protagonisti di un progetto finalizzate allo sviluppo con una proposta che preveda il coinvolgimento anche delle imprese private». Flavi» Amabile «Basta con quei sindacalisti che non si prendono responsabilità» Pietro Larizza ■•Non c'è accordo sull'unita del sindacato Anche se la Uil ha già avanzato due proposte»

Persone citate: Amabile, Flavi, Pietro Larizza, Suardi

Luoghi citati: Italia