E Stalin disse: compagni, vittoria

E Stalin disse: compagni, vittoria E Stalin disse: compagni, vittoria «Urla, lacrime e vodka, la Piazza Rossa è invasa» QUEL GIORNO A MOSCA MOSCA DAI NOSTRO INVIATO La voce sonora di Yuri Levitar.. 1 annunciatore preterito da Stalin, ruppe il silenzio del Cremlino alla I è ! 0 della notte fra 18 c il 9 maggio 1945 "Attenzione, qui iscii La Germania ha capitolaluest giorno* in onore della (,lande Guerra Patriottica, sarà un giorno di festa nazionale, la cìearazUmt della nostra vitto ria La guerra era finita in realta 1 8 maggio secondo i termini del là resa firmata a Reims da Poenitz ( .Iodi, e tutta l'Europa lo sapeva già da ore. ma per quelle stelle stravaganti che i tiranni compiono solo perche sono tiranni. Josip Stalin aveva stabilito che i russi fossero tenuti all'oscuro lino alla una e dieci della notte. La celebrazione che e omincia domani non pronuncerà mai il nome di Stalin, non mostrerà inai il suo volto ma deve a lui, non alla storia, la data della festa, 9 maggio. Ma Mosca lo aveva capito da sola, lo aveva sentito nelle ossa affrante da ÌAW> giorni di guerra che era finita L'eco della voce di Levitar, non si era ancora spenta, hi il buio di una notte gelida, molto più fredda di oggi, esplose in una marea di lolla colorala Migliaia e migliaia di persone cor ri vano nel buio verso la Piazza Kossa. scendendo dalla ex via 'i irky dove oggi stanno Mac Donald s e la pizzeria americana Pizza Patio • dalle s'rad»' del vicino Teatro Bolshoi, risalivano dai lungofiume della Moscova e verso la chiesa sconsacrata del Beato Basilio non ancora umiliata dalla ini le del futuro e mostruoso Holei Kossya, per abbracciarsi, baciars bere, ubriacarsi e urlare la lori fi licita. Era l'ultima manifestazione spontanea che la Piazza avrebbe visto per altri 40 anni, fino a Gorbaciov 11 V E . ,1 giorno della Vittoria in Europa, non fu in apparenza mollo diverso nelle capitali delle nazioni vittoriose La stessa folla ■ orreva verso il focolare delia Kussii,. verso la Piazza Rossa. bvi va ii.vaso Trafalgar Squali e la Piazza del Parlamento il giorno ni ima alle 15 per ascoltare la voce di Winsion Churchill proclamar) i hi i! maligno giace finalmente prostrato davanti ai nostri piedi.. □ ora andata ale edii Ole di Parigi p> r li ggerc Francois Mauriac sul Figaro spiegare con prosa 'alma ■ che „jl Migno impossibile si e finalmente avverato., \: ;je! guai dare lo spettacolo sirabìflante dell'ambasciato!» inglesi. Sir Utili Cooper, transitai' i passo, d'uomo lungi- gli Cham| lisci al volante delia sua P 11 cabriolet sulla qual< avi . idi mucchiato sedici - qualcuno le contò, proprio sedici - ragazze parigine Ma nessuna nazione aveva sofferto la crudeltà della guerra quanto l'Urss. E dunque nessuna capitale celebro con la stessa (eli cita selvaggia, con la stessa quantità di baci, abbracci, lacrime e soprattutto alcool la liberazione da un incubo che aveva portato via almeno un parente a ogni famiglia mssa. come calcolarono poi ; demografi. «Quando arrivai sulla Piazza Rossa erano le tre di notte e la lolla era già straripante - racconta adesso Mikhail Goldberg, artigliere della 4ó4 Brigata cii Artiglieria Campale, rimandalo a Mosca j>er convalescenza - sullo sfondo del Mausoleo di Lenin, che i riflettori del Cremlino illuminavano a giorno per tener d'occhio la folla, vidi una sagoma bianca. ii me un'enorme bambola volare ripetutamente in aria. Scoprimmo più tardi che era il reverendo Hewlett .Johnson, il Decano di Canterbury, che era venuto a Mosca durante la guerra e i giornali chiamavano il Reverendo Rosso. Lo lanciavano in aria per la gioia, ma il poveruomo si prese un tale spavento che ebbe un collasso cardiaco e dovette essere ricoverato all'ospedale». Sul lungofiume Sofyskaya, a Sud, oltre le mura del Cremlino, l'ambasciata inglese apri le porte ai festanti e qualcuno sparse la voce che il capo missione Robcrts avrebbe aperto le leggendarie cantine della legazione e offerto da bere whisky gratis a tutti La polizia sovietica e le guardie inglesi dovettero sparare coi mitra in aria, e forse anche sulla folla per tenere lontani le migliaia di moscoviti accorsi e impedire il sacco dell'Ambasciata di Sua Maestà. Natasha Duinova era allora una ragazzina di 12 anni, che il padre, mutilalo dal fronte ukraino aveva voluto portare in centro, tenendola con l'unica mano che gli restava. Ma alle prime luci del sole, che a maggio sorge presto nelle latini dini del Nord, «era impossibile avvicinarsi alla Piazza Rossa, la lolla arrivava fino alla Lubyanka. alla Moscova, alla Circonvallazione e mio padre gridava perdio questa e la mia vittoria, ci ho lasciato una mano e voglio che mia figlia la veda». Qualcuno strappo la ragazza al padre. Natasha fu trasportata a braccia, sulle teste della folla, verso la Piazza Rossa La polizia la trovo e la riporto a casa 48 ore dopo, quando la massa umana co miivio fina! mente a dissi parsi. Il mutilato del fronte ukraino e morto da tempo, ma e facile riconoscere ancora oggi, pas seggiando lungo le strade del centro, rifacendo i percorsi della «marea umana» che inondo la Mosca del 9 maggio '45. i «reduci., di ciucila festa. Si riconoscono non dalle medaglie, ma dalle braccia tese a indicare ai nipoti, ai gioma listi, ai passanti, la direzione dalla quale anche loro arrivarono nella notte, chi dalla parte del Mancgc il maneggio degli zar, e dalla biblioteca di Lenin, chi dalla Gorki ribattezzata Tverskaya. chi dalla via di Marx «Quella notte nessuno aveva dubbi e presentimenti spiega Oleg Kurchenko eravamo tutti stretti attorno a Stalin ne amore e nell'orgoglio, piangi va ino come porcellini senza man. ma quando alle lo del mattino la sua voce ci disse alla radio miei cari concittadini e- compagni, oggi sono orgoglioso di potervi chiamare compagni. .». Fecero fuochi artificiali fantastici, ricordano oggi i vecchi attorno alla Piazza Riuscirono addirittura a disegna re il volto di Stalin contro il cielo Quel volto che oggi e scomparso anche dalle foto d'epoca Sulla prima pagina della Prav- da del 9 maggio, oggi maliziosamente ripubblicala da un giornale di Mosca, l'editoriale vomitava parole trionfali sul dittatore che giganteggiava in una foto enorme, «il vento della storia e della gloria e alle tue spalle, compagno...». Nelle pagine interne, un poetastro di regime, Maxim Kylski. cantava «Al Maresciallo Stalin gloria e lode! A Stalin gloria eterna!». Sullo stesso giornale 11ya Ehrenburg avvertiva sicuro che «...l'alba di una nuova era felice comincia oggi grazie a Stalin...». Nessuno, nel mezzo milione di moscoviti che rimasero due giorni a bere, a piangere sotto il Cremlino, poteva sapere. Un'ora prima del suo commosso discorso ai compagni, alle 9 del 9 maggio Lavrenli Boria, il sicario dello Stalinismo', era entralo nello studio di Stalin portando alla sua firma uno dei decreti più infami dello stalinismo, la legge che creava cento lager da 10 mila prigionieri ciascuno per incarcerare un milione di prigionieri di guerra russi liberati dai campi tedeschi. Forse lo poteva aver intuito soltanto un giovane ufficiale di artiglieria decorato al valore con l'Ordine della Guerra Patriottica e l'Ordine della Stella Rossa, ma che trascorse i giorni della felicita chiuso ira leni ura del carcere politico delia Lubyanka Dalla sua cella interna, dove era stalo rinchiuso per aver osato esprimere qualche critica al regime mentre combatteva in Prussia» Orientale, non potè sentire le grida di gioia dei suoi connazionali E il giorno dopo, il 10 maggio 1945. quando gli ultimi fuochi di gioia si spensero, il tri bunale di Stalo lo condannò a 8 anni di gulag Non fu lesta |)er Aleksandcr Isayevic Solzhonilsin Vittorio Zucconi La notizia si diffuse solo il giorno dopo la resa tedesca «Sotto il Cremlino piangevamo tutti eome porcellini senza mamma» via almeno un parente a ogni famiglia mssa. come calcolarono poi ; demografi. «Quando arrivai sulla Piazza Rossa erano le tre di notte e la lolla era già straripante racconta adesso Mikhail Goldberg, artigliere della 4ó4 Brigata ii Artiglieria Campale, rimandalo a Mosca j>er convalescenza - sullo sfondo del Mausoleo di Lenin, che riflettori del Cremlino illuminavano a giorno per tener d'occhio a folla, vidi una sagoma bianca. ii me un'enorme bambola volare ripetutamente in aria. Scoprimmo più tardi che era il reverendo Hewlett .Johnson, il Decano di Canterbury, che era venuto a Mosca durante la guerra e i giornali avrebbe aperto le leggendarie cantine della legazione e offerto da bere whisky gratis a tutti La polizia sovietica e le guardie inglesi dovettero sparare coi mitra in aria, e forse anche sulla folla per tenere lontani le migliaia di moscoviti accorsi e impedire il sacco dell'Ambasciata di Sua Maestà. Natasha Duinova era allora una ragazzina di 12 anni, che il padre, mutilalo dal fronte ukraino aveva voluto portare in centro, tenendola con l'unica mano che gli restava. Ma alle prime luci del sole, che della folla, verso la Piazza Rossa La polizia la trovo e la riporto a casa 48 ore dopo, quando la massa umana co miivio fina! mente a dissi parsi. Il mutilato del fronte ukraino e morto da tempo, ma e facile riconoscere ancora oggi, pas seggiando lungo le strade del ribattezzata Tverskaya. chi dalla via di Marx «Quella notte nessuno aveva dubbi e presentimenti spiega Oleg Kurchenko eravamo tutti stretti attorno a Stalin ne amore e nell'orgoglio, piangi va ino come porcellini senza man. ma quando alle lo del mattino la sua voce ci disse alla radio miei cari concittadini e- compagni, oggi sono orgoglioso di potervi chiamare compagni. .». Fecero fuochi artificiali fantastici, ricordano oggi i vecchi attorno alla Piazza Riuscirono addirittura a disegna re il volto di Stalin contro il cielo Quel volto che oggi e scomparso anche dalle foto d'epoca Sulla prima pagina della Prav-