«In pochi alle urne? La colpa è dei giornali»

«In pochi alle urne? La colpa è dei giornali» «In pochi alle urne? La colpa è dei giornali» k £5. POLO TMILANO UTTA colpa dei giornali che hanno fatto scendere il silenzio su questo voto». Esce dal seggio, Silvio Berlusconi, e ha già pronto il commento. Che non cambia, nemmeno a sera quando le proiezioni cominciano a confermare le vittorie, al Nord, dei candidati del centrosinistra sostenuti da voti della Lega e di Rifondazione. Tutta colpa del black-out sui giornali, della par condicio che ha oscurato le tv private ina anche dell'assenteismo che, Berlusconi non ha dubbi, ha giocato tutto a svantaggio del centrodestra. Quello che Berlusconi pensa ma non vuol dire davanti a nessuna telecamera, nemmeno a quelle accorse ad Arcorc per registrare in diretta un commento («Meglio aspettare dati certi, meglio aspettare domani»), lo dice Vittorio Dotti, testa fine di Forza Italia. «Non c'è dubbio: l'assenteismo ha giocato una parte importante a danno del nostro schieramento». Scarsa, troppo scarsa l'affluenza per sognare chissà qua le rivincita, chissà quali sfracelli per il Polo. Lo pensa e lo comincia a dire fin dalla matti na presto, quando si presenta al seggio. Berlusconi. Arriva e l'umore è ancora più miro di quando se ne va, solita tuta blu da jogging dei giorni di relax tra Arcore e Macherìo, solite scar pe da basket, ma la faccia no. non e quella rilassata dei giorni di riposo, magari lo fosse, tradì sce la tensione e a fatica un sor riso spunta (piando la gente attorno lo vede, lo saluta, lo applaude, lo incita: «Silvio salva ci». «Silvio, un autografo», - C'è iJ soli? in tutta Italia, brut to segno. Tutto il contrario di «lue settimane fa. stesso posto, stesso seggio elettorale in quest'angolo di Milano seiniperife rica che corre verso Sud, case, palazzi, tanti alberi, qualche Campetto di calcio dove i ragaz zi si danno appuntamento la domenica, qui dove mamma Rosa vive da sempre e dove il Dottore ha conservato la resi (lenza Pioveva, due settimane fa. Pioveva a dirotto. Ma l'umore di Berlusconi era a mille. Fuori, ad aspettarlo, fotografi, giornalisti, telecamere;, pronti a immortalare l'arrivo di mamma Rosa, l'incontro col figlio lungo il corridoio della scuola media Campo Lodigiano, l'abbraccio e poi le parole allegre di Silvio: «Eh. cosa volete, lassù ho qualche contatto, mi danno una mano le mie zie suore». Che risate quindici giorni fa con li pioggia che sconsiglia di lascia re la città anche i patiti del weekend e moltiplica le possi bilità di affluenza al voto dei moderati. E invece adesso, questo sole che picchia, questo caldo afoso che fa scappare dalle città, che allontana dal voto gli incerti. Accidenti al beltempo. non ci voleva. E l'umore di Berlusconi resta nero, nerissimo. Al seggio, strette di mano veloci, vendiduc secondi per votare e poi subito la domanda al presidente: «Come va l'affluenza?». La risposta già se l'immaginava: «Scarsa» Non ci sono le telecamere, questa volta, un solo fotografo. Fino all'ultimo nell'entourage di Berlusconi avevano persino negato che il dottore si sarebbe fatto vedere: «Sta lavorando duro, riunione dopo riunione)' Invece arriva, preceduto dalie auto della polizia e della scorta, alle undici e un (piano, quindici minuti dopo mamma Rosa e la sorella Maria Antonietta che questa volta non riesce a incrociare «Ohe, sette auto di scorta, chissà quanto ci costano», sussurra nell'orecchio dell'amico un pensionato che non ha l'aria d'aver votato Forza Italia Sbuca dalla Mercedes grigia e arrivano gli applausi Non bastano a far tornare il buonumore ma almeno sono applausi, un piccolo bagno di folla come piace al dottore «Guardi nel palazzo di fronte, al terzo piano c'è la famiglia Rossi che la saluta, lo avverte una signora emozionarissima che era li da mezz'ora decisa a indicare all'autorevole compagno di seggio il resto del- la famiglia Berlusconi guarda in alto, riesce a sorridere e fa ciao ciao con la mano prima di portarla alla fronte in una specie di saluto militare. Rotto il ghiaccio Finalmente qualche parola in più, tutte inesorabilmente dedicate alla scarsa affluenza alle urne: «Mica tutti sono bravi come voi dice rivolto ai presenti -, qualcuno si e dimonticato che c'è da andare a votare anche perche questi signori giornalisti hanno fatto scendere quasi il silenzio su questo voto». Troppo poca gente al voto per sperare nella ri vincila Batte e ribatto sul punto dolens Berlusconi: «Ce una distanza notevole da quell'ai lenzione che, secondo me, i media avrebbero dovuto dare all'appuntamento che è importante» E ovviamente tutto si spiega con quella specie di complotto contro il Polo che sono le ultime mosse: «Una pessima legge elettorale, il silenzio imposto alle televisioni privalo dalla par condicio che è veramente una misura su cui qualunque aggettivo negativo è I inadeguato- Risultato. «Impossibile sperare in un'affluenza forte», e quindi, sottinteso, impossibile sperare in un ribaltone rispetto a due settimane fa. Fine del discorso E' atteso ad Arcore, Berlusconi «Un al tro pomeriggio dedicato agli ap puntamenti dei prossimi giorni», sospira Niente corsa a San Siro dove il suo Milan e di scena contro il Foggia una passeggiata se confrontata all'imminente finaje di Coppa dei Campioni. Impossibile non c'è tempo, non resta che guardarselo sul gran de schermo di Arcore MilanFoggia: un tre > .'ero '"he addol cisce un pochino Tamaro in bocca con quel gì tal di Savicevic che fa esultare i presenti nel grande studio di Villa San Martino, piccola pausa in un pomeriggio di lavoro, tutto dedicato td referendum sulle tv che incombe, che trasforma il dopo eie/ioni in una nuova corsa a ostacoli che già domani Armando Zeni Vittorio Dotti: non c'è nessun dubbio l'assenteismo ha danneggiato lo schieramento del centrodestra

Luoghi citati: Arcore, Italia, Milano, Villa San Martino