Tra gli sconfìtti della Slavonia

L'esercito croato porta i giornalisti nei campi di prigionia delle località conquistate ai serbi L'esercito croato porta i giornalisti nei campi di prigionia delle località conquistate ai serbi Tra gli sconfìtti della Slavonia L'Onu denuncia atrocità, poi smentisce BJELOVAR DAL NOSTRO INVIATO L'ufficiale ontra nella palestra 0 dice, con voce stentorea: «Adesso chiamerò diciotto persone, che devono alzarsi e venire fin qua» Dal pavi mento risponde una sorta di borbottìo. Sono qui, stesi sul pavi monto, i;li sconfitti di Slavonia, quei.soldati serbi di Kra jina per i quali l'altra notte si sono mosse perfino le Nazioni Unite. Dire che sono in gran forma sarebbe eccessivo, ma i cinqueccntocinquanta che si accalcano nel palazzotto dello sport alla periferia di Bjelovar, su quello che dovrebbe essere un campo da basket avranno pure un'aria depressa, ma devastata no. Ancora no, quanto meno. Sono distesi su coperte; fornite dall'esercito croato, rivestiti di panni forniti dall'eser cito croato, privi di cinture e lacci, e fra breve; (la radio di Stato pubblicizza parecchio l'avvenimento) potranno anche fare una doccia a spese dell'esercito croato. Prima pero quei diciotto devono farsi riconoscere. l'aria senza microfono, l'ufficiale, la sua voce rimbomba nella palestra: «Kovavic Rranko, Vulakovic Milo rad, Tauric Nevica...». Un giovanotto si alza con fan; neghittoso e si avvicina: due poliziotti lo prendono sotto braccio e le conducono fuori. L'elenco continua: lentamente altri si alzano e si avvicinano a chi deve accompagnarli in galera. Uno porta chiari in volto i segni di un pestaggio. «Stiamo cercando diciotto criminali di guerra», è la spiegazione. Gente che i croati - sulla base, affermano, di testimonianze precise accusano di stupri, uccisioni, rapine, violenze. Gli altri dovrebbero tornare a casa, prima o poi. I primi settanta hanno ripreso i pullman ieri sera, per tornare nella zona di l'akrac. Eccoli qui, dunque, i sopravvissuti. Magari li vedi in mutande, dinanzi a banconi sui quali arcigni sergentoni croati sbattono con malagrazia brache e camicioni grigi. Sai che altrove (a Veredzin, dovi; pare siano in quattrocento, e a Pozega, poco più di un centinaio) tutti i maschi serbi fra i diciotto e i sessantanni della «Slavonia liberata» si trovano in scuole o palestre, in attesa di trovare una collocazione. Sono prigionieri, è chiaro. A volte scovi le loro nonne; e; zie; rintanate; in casupole che paiono lane scampale; al elisa sire) Almeno questa volta, però, agli orrori della guerra non vanne) aggiunti quelli ancora più eirribili dell'occupazione. Ne), ne;i villaggi appena ri conquistati dalle; truppe; di Zagabria non ci seme» state; grandi violenze ai danni tlella popolazióne. Nessuna almene), successiva a que;lle che ogni atto di guerra comporta. Ne; i seìldati cledie; Krajine sono stati particolarmente maltrattati: a poche ore dalla denuncia delle Nazioni Unite, fare marcia indietro tocca ancora una ve>lta a Yasushi Akashi, costrette) a smentire il suo date>re; di lavoro. L'inviate) speciale dell'Onu pe>ehe ore; fa era fra i palazzi sventrati di Pakrac: si e incontrato con due ministri croati per poi dichiarare: chs «le truppe di Zagabria hanne> tenuto un comportamenti e:orretto». Poche ore dopo il francese George Rcaumont, capo degli osservatori europei, avalla l'assoluzione: eel croati - dichiara hanno rispettato tutte le procedure delle leggi internazionali sui prigionieri di guerra, e nella loro condotta non c'è nulla di criticabile». Sarà criticabile il fatto di aver costretto l'altra sera qualche centinaio di serbi a farsi riprendere dalla C.nn mentre, le: mani sulla nuca, aspettavano i pullman che avrebbero dovuto condurli ai campi di detenzione. Criticabile:, certo, qualche vie>lenza isolata: ma a queste) punte) sente) anche: il de>ve:re di e:emf(;ssare: un pregiudizio, Per chi ha viste) cos'era accadute) in Slavonia quando i serbi la presero, nel '91, oggi scanda lizzarsi e: veramente difficile. Ieri giornalisti di tutto il mondo hanno pe)iute) percor- rere in lungo e in largo la Slavonia, in una sorta di viaggio organizzalo che: ave:va prò prie) l'obiettivo di mostrare al mondo quanto dive:rse. corrette, e:uropee siano le truppe di Zagabria. Posto che tutto si sve)l>;e:va se>tto la responsabi lita le la scorta) della polizia croata, non giurerei sul fatto che si sia visto proprio lutto L'impressione complessiva pero e confortante Se: rilucidatura etnica e:i sarà questa riguarderà : cartelli, le inse gne in cirillico, e naturalmente i maggiorenti di città e; villaggi le)rnati alla Croazia Probabilmente per i serbi che decideranno di restare: sul territorio ó ardue) immaginare un futuro luminoso, ma la reazione non dovrebbe spingersi oltre. He) visto ieri, a Pakrac. una donna ve-stita di nere) che; si è presentata piangende) alla stazione di polizia. Chiedeva notivic della figlia. Si chiama Ljuba Bosanac, putreibbe; avere cinquanta come settant'anni, è una croata speisata ad un serbe) chi' e scomparso dal '91. Lunedi scorso, con l'inizio dell'attacco croato, sua figlia Milka, venticinque anni, è rimasta ue-cisa dalle- schegge di una granata La seconda e ri inasta ferita, e stata portata via elai se:rbi in ritirata. Quella ne.-ra figura degna di una tragedia greca, era li solo per implorare notizie. Ho visto a Jaseneìvac i scolii di elue: invasioni successive. Quella dei se'rbi. quattro anni fa. ha lasciato il solito indelebile marchio: la chiesa sventrata a cannonate, la vecchia casa ele:l parroco ri- dotta a rude.-re dove ormai i rcscono sedo le e:rbacce. E a dispetto di qualsiasi buone intenzione politica, proprio a Jasenovac e: venute) fue>ri un<) spicchio di storia t:he sul futuro della Slavemia occidentale spiega molto più di cjualsiasi comunicato. C'era un poliziotto armate) di mitra, sulla strada principale t!e:i tiue:l villaggio sconvolto Nome: Josip Bausic, età quaranta abbondanti, ee)rporatura massiccia, mitra a tracolla. Raccontava di quande) il villaggio aveva 1300 abitanti e serbi e croati vivevano in pace poi s'inizio il dramma. -Si. io sono proprio di qua. Dovetti fuggire quattro anni fa con moglie, finii e quanto avevamo ueidosso He) appena rivisto la mia casa: e stata bruciala Quanto a quelle degli altri croati, guardi qua». Su un cancello, poco dopo, c'era la croce e-etnica. simbolo di serbitudine e la scritta a spray: "Zavze;ta cuca», casa premiata. Bene, u>rnando al sue) villaggio Jose:p ha trovate) due vecchie vicine se:rbe: Proprio vecchissime-, molto più dei rispettivi 76 e- 7B anni. Una ave:va passato anni in ospe dale. l'altra viveva solo per assisterla: con un'infermiera, erano le uniche rimaste nel villaggio elopo la riappropria zione- croata. Il poliziotto ha collaborato a far ricoverare Jovanka e Lcposava, le due malandate sorelle, nell'infermeria di un vicino reparto giordano dell'Onu. assieme- con l'infermiera, che si chiama Zoriza. .Jeisip ci ha accompagnato, le due vecchie raccontavano i loie) guai, l'infermiera diceva eli voler tornine a Belgrado, Poi il poliziotto ha cominciato a dire: «Ma quando vincevate voi, li perseguitavate, i ero.iti». Le due: vecchiette, a rispondere. Lui a dire che cominciava a pentirsi eli averle aiutate- Lorei a risponde-rjjli che lui. con tutti >;li altri itustascia» croati, poteva anche andare: a prendersela ne1...Ancora un attinie), e sarebbe se-oppiata la rissa. Giuseppe Zaccaria «Stiamo cercando diciotto criminali di guerra», spiegano gli ufficiali di Zagabria Quelli che non sono giudicati colpevoli saranno liberati fi' lo stesso Akashi a negare le accuse dei colleghi Fran|o Tudjman Prigionieri serbi nel Sopra, mons Pulpe palazzotto dello sport di B|eiovar con la foto del vescovo prigioniero Tutti i maschi tra i 18 e i sessantanni vengono interrogati

Persone citate: Giuseppe Zaccaria, Josip Bausic, Tudjman Prigionieri, Yasushi Akashi

Luoghi citati: Belgrado, Croazia, Slavonia, Zagabria