L'ira di Scattare e D'Alema

Lira di Scattare e D'Aleniti Lira di Scattare e D'Aleniti Disagio fra i sostenitori di Dirti eAyala vorrebbe un rimpasto ROMA. Tra il Quirinali! e Botteghe Oscure nasce un «caso Mancuso». Scalfari) e irritalo, D'Alema anche. Entrambi si trovano in una difficile situazione: da sempre difendono a spada tratta i magistrati milanesi, ma, nel contempo, sono tra i più accesi sostenitori di quell'esecutivo di cui fa parte il Guardasigilli che ha promosso l'avvio dell'azione disciplinare contro il pool. E la presidenza del Consiglio? Fa capire che si tratta di una decisione autonoma del ministro, come, del resto, e nelle sue competenze. Intanto Mancuso, imperturbabile conferma: «Si tratta di un'iniziativa doverosa», dice e rende noto di essere pronto a riferirne in Parlamento. 11 disagio pervade i grandi sponsor del governo Dini. Al tele fono la voce del pidiessino Cesare Salvi e esitante. «Imbarazzati perché e un ministro dell'esecutivo che noi sosteniamo ad agire contro il pool? Beh, ceno non siamo entusiasti per la situazione ih cui ci troviamo. Ma che devo di- • re, non é che uno perché dà la fi- I ciucia ad un esecutivo se lo sposa, J né si sposa ogni singolo ministro,..». Il capogruppo progressista a Palazzo Madama ha appena pre- | sentato un'interpellanza al Guar- i dasigilli perché venga a chiarire in Senato le dovrebbe andarci ; giovedì), mentre il suo segretario D'Alema dichiara di nutrire «il sospetto che si vogliano intimidire i magistrati». Ma la Quercia si : rende conto che questa volta non ha di fronte il governo Berlusco- ì ni. bensì quello Dini, che gode : della sua fiducia. Mentre al Senato, Salvi prepa ra l'interpellanza, in un altro dei I palazzi romani della politica, ! Montecitorio, Giuseppi; Ayala si ' tormenta i baffi. «Un ministro del governo da noi appoggialo - ri liciti! ad alla voce il deputato "democratico" e riuscito li dove il Guardasigilli di Berlusconi ave; va fallito... Certo, io Dini conti mio ìi sostenerlo, pero a questo punto niente mi vieta di chiedere un rimpasto per il dicastero dèlia Giustizia». «Dimissioni di Mancuso? Per ora non le chiediamo, certo che se quello viene in aula a dirci fesserie può succedere di tutto», sottolinea Salvi. Imbarazzo, dunque, nel pds e tra i suoi alleati. E imbarazzo al Quirinale, dove Scalfaro, che non é affatto contento dell'uscita del Guardasigilli, che mette in difficoltà an che lui. riceve Dini per discutere della faccenda. 11 capo dello Stato ha da eccepire pure sul fatto che Tiziana Maiolo fòsse l'unica a saperi! della cosa. Il Colle è sulle spine. Alcuni ministri scalpitano: «Non dubito dice Adriano Ossicini - che Man cuso verrà a darci dei chiarimenti nella riunione del Consiglio». In effetti, in quella sedo si parlerà della vicenda, com'è consuetudine quando un ministro va a rife rire in Parlamenta E al Bóttegb ne? Per cavarsi d'impaccio alla Quercia non resta altro che putì lare le armi contro la Majolo. e difèndere i giudici, criticando il Guardasigilli senza pero coinvolgere troppo il governo nella vicenda. Di qui le interpellanze, quella al Senato, e poi, nel pomeriggio, l'altra, alla Camera. E sempre a questa linea si attiene D'Alema: «A questo punto - dice il ministro parli: se questa iniziativa fosse stata promossa perché si ritiene che gli ispettori siano stali intimiditi, allora sarebbe un fatto sconcertante». Mentre il pds cerca di uscire dall'imbarazzo, il Polo, nemmeno a dirlo, gongola. Tiziana Parenti plaude a Mancuso, che «ha esercitato con coraggio un potere legittimo». E Berlusconi confida: «Ho gioito per Biondi». E aggiunge: «Ritengo importante che un ministro tecnico, di un governo tecnico, abbia proseguito questo procedimento: mi auguro che ci tranquillizzi tutti dicendoci che i giudici non hanno commesso abusi. Se cosi non fosse mi sembra che debbano seguire per i magistrati le sanzioni, disciplinari o meno, che sono previste dal nostro ordinamento giuridico». Maria Teresa Meli

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