MITRIDATE RE DI PONTO

MITRIDATE RE DI PONTO MITRIDATE RE DI PONTO L'opera di Mozart fanciullo per la prima volta a Torino E VELINO Pidò dirige il Mozart fanciullo. Ed a Torino è un avvenimento di indubbio prestigio artistico: per la scelta dell'opera, «Mitridate re di Ponto»; per il cast che si annuncia eccellente; per il giovane direttore d'orchestra che a Torino, casa sua, debutta in un'opera lirica. E che opera: tardo 700, stilisticamente un prodigio di genialità compositiva, un Mozart che detta legge nelle corti europee guidato dal padre Leopoldo più manager che musicista di alte virtù. Un Mozart che stupisce perché a quattordici anni era già «grande»: in senso totale, padrone dell'armonia, capace di scrivere senza strumento, con il solo ausilio dell'«orecchio assoluto»; d'una intuizione compositiva che supera i maestri dell'epoca, fa dannare Antonio Salieri, costringe Quirino Gasparini ad ammettere la «superiore armonia» della musica del ragazzino salisburghese ossessionato dal desiderio di passare alla storia. Un Gasparini, che prima di Mozart aveva scritto l'opera su libretto del torinese Vittorio Amedeo Cigna Santi, che a sua volta s'era ispirato al dramma di Racine, e che avrà proprio da Mozart un grande riconoscimento. Il salisburghese volle infatti che l'ultima aria dell'opera fosse proprio quella di Gasparini. CONCERTO APERITIVO Carmina Burana con il coro del Regio festa (per ipiù accorti) domenica 30 «Mitridate re di Ponto» va in scena al Regio il 28 aprile alle 20,30: con uno stuolo di «acrobati del belcanto» di diversa nazionalità. Un cast giocato tutto sulle agilità dei singoli cantanti, sulla loro preparazione musicale, sullo GRAN festa domenica 30, a partire dalle 10,30, per il Concerto Aperitivo del Teatro Regio. Ma festa riservata a chi è stato più svelto degli altri: per i «Carmina Burana», come era da aspettarsi, i biglietti sono andati esauriti in un batter di ciglia. La famosa opera di Cari Orff, di cui ricorre quest'anno il centenario della nascita, è tra le più Nella foto in ulto Alexandrinu Pendatchanska. sotto, /{oberi Swensen e Laura Claycomb. In basso, il Coro del Regio per il concerto aperitivo popolari per l'immediatezza con la quale cattura l'attenzione. Ritmo ripetuto e ossessivo, melodie e temi orecchiabili, orchestra gonfia, coro scatenato, cantanti solisti impegnati in pezzi di bravura: tutto congiura a favore. Nel concerto di domenica, per la verità, l'orchestra verrà sostituita da due pianoforti e gli esecutori saranno Carlo Caputo e Claudio Moretti. stile, che in un'occasione simile deve essere ineccepibile. Carlo Majer e Evelino Pidò hanno lavorato di concerto. L'allestimento è quello del Covent Garden di Londra. Mozart dicevamo, padrone di una cultura musicale senza confini, teso ai misteri dell'Oriente, ad altre culture di cui pochi all'epoca, conoscevano l'esistenza. Ed è Mozart che ispira il regista inglese Graham Vick, il quale coglie i suggerimenti ed esplora il mondo delle ritualità orientali: il teatro Kabuki, le movenze danzanti dei samurai; il Teatro No, che si contrappone alle coloratissime livree del Rajastan, soldati che non disdegnano i movimenti dei Pupi siciliani. Convivono nell'opera le armature romane ed una concezione stilisticamente settecentesca. Un mondo in cui spazio e tempo non hanno confini. Un'opera che a Torino si rappresenta per la prima volta. Mitridate, re di Ponto, è il tenore americano Robert Swensen, californiano, laureato alla Juillard School di New York; Aspasia, sua promessa sposa è Alexandrina Pendatchanska, ormai di casa al Regio, un giovanissimo soprano lirico-leggero che affronterà una delle 21 arie di cui è composta l'opera, che fa impalh'dire anche la Regina della Notte del «Flauto Magico»; Sifare figlia di Mitridate è il soprano Barbara Frittoli, una delle più promettenti cantanti di questi ultimi anni. C'è in scena un'artista che svetta per l'eleganza del fraseggio, la musicalità e l'intensità della voce: il mezzosoprano Bernadette Manca Intatta invece la pattuglia percussionistica, capitanata da Carlo Cantone, che nei «Carmina» ha il suo bel daffare. Il coro ovviamente sarà quello del Regio agli ordini di Bruno Casoni. Il soprano Cristiana Corderò dovrà inalberare i sovracuti e esprimere con la dovuta grazia la maliziosa timidezza della fanciulla in bilico tra amore e pudore. Anche per il tenore Mok Jin Hak le aperità vocali non mancheranno, nelT impersonare il giovanotto ubriaco che finisce in preda agli incubi. Il ruolo del sentimentalone di turno tocca al baritono, chiamato a spassose sdolcinature in falsetto. Dunque «vai coi Carmina» e con una filosofia scanzonata, da «carpe diem», non scevra da un'ombra di malinconia, all'insegna di un edonismo anche sfrenato (l'elogio del vino nel notissimo «In tabema» e le allusioni nemmen tanto velate sui risvegli primaverili). A coronare la gran festa, l'aperitivo che verrà offerto da Cinzano. Niente male per una domenica mattina. II. o.]

Luoghi citati: Londra, New York, Torino