Manager Usl ha inviato memoriale

Dagli Stati Uniti Dagli Stati Uniti Manager Usi ha inviata memoriale Eligio Citta Un memoriale spedito dalla Florida, in cui racconta la sua versione delle tangenti all'Ufficio stralcio della Usi 1-23: è l'unico segnale di vita da parte di Eligio Citta, personaggio-chiave dell'inchiesta del pm Corsi sull'ennesimo caso di malasanità. Citta, inseguito da 6 ordini di custodia cautelare in carcere, in attesa di tempi migliori si è rifugiato negli Stati Uniti. Ma la sua latitanza non può durare in eterno: la Procura gli ha bloccato le carte di credito, dopo averlo localizzato seguendo le tracce dei conti che ha pagato laggiù. E' quindi probabile che prima o poi Citta decida di tornare in Italia a saldare i suoi conti con la giustizia. Prima, però, dovrà rimpolpare quelle tre paginette scarse che ha fatto pervenire al magistrato. Un mini-memoriale in cui sostanzialmente ammette le sue responsabilità. Avrebbe anche spiegato che cosa avveniva nell'Ufficio, presieduto da quel Mario Fimiani (ex presidente Iacp) arrestato la settimana scorsa per corruzione. Citta invece - assieme a Giuseppe Motta - aveva il ruolo di subcommissario. Non è un personaggio nuovo alle cronache giudiziarie: ex commissario straordinario alle Molinette, era finito agli arresti domiciliari nel settembre '94 per corruzione. Una storia di tangenti piccole piccole: chiedeva soldi per accelerare il pagamento delle merci consegnate all'ospedale. Lui non aveva negato: «Sì, ho ricevuto denaro, forse una ventina di milioni. Sono disposto a risarcire 30 milioni e a dimettermi dalla carica». Non era finita lì. Il suo nome era tornato in altre inchieste, e il pm Corsi se lo era ritrovato spesso davanti. Ora gli contesta - nell'ambito delle ultime indagini aperte sul suo conto - circa 2 miliardi di tangenti intascate. Un conto ancora provvisorio. Il magistrato e i carabinieri della polizia giudiziaria Caggiano e Mura hanno scoperto che quell'Ufficio - nato per liquidare i conti sospesi della vecchia organizzazione della Usi - , in realtà era diventato un'efficace macchina per far soldi. Una mazzetta di 350 milioni venne pagata da Aldo Zunino, l'imprenditore titolare della Sidis, per aggiudicarsi l'appalto per l'informatizzazione delle prestazioni specialistiche negli ambulatori Usi. Una parte della mazzetta (60 milioni) finì a Fimiani, che ne avrebbe «girati» trenta ad Eugenio Maccari, ex assessore socialista, ora indagato per ricettazione. Indagato è anche Leonardo Falduto, membro della commissione dell'Ufficio Stralcio. Ieri è stato interrogato a lungo dal magistrato, alla presenza del difensore, l'avvocato Zaccone. Brunella Giovara Eligio Citta

Luoghi citati: Florida, Italia, Stati Uniti