Massacra l'amica per gelosia

Il delitto nell'abitazione della donna. L'omicida: «Lei voleva lasciarmi» Il delitto nell'abitazione della donna. L'omicida: «Lei voleva lasciarmi» Massacra l'amica per gelosio Poi telefona alla polizia: vengo a costituirmi Pazzo di gelosia ha ucciso l'amante a martellate in testa, serrandole poi attorno al collo del f"il di ferro con una tenaglia. Poi si è costituito in Questura. E' accaduto ieri mattina in un alloggio al secondo piano di via Scarlatti 10, in Barriera eli Milano, abitato da poco più di tre settimane da Jolanda Secci, 38 anni, di Teulada (Cagliari), sposata e separata con una figlia di 12 anni, titolare della pizzeria di via Vigorie 2. Un esercizio commerciale che le aveva intestato l'assassino, Riccardo Di Pinto, 49 anni, nato a Canosa di Puglia (Bari), un ex pizzaiolo ora decoratore. Anche lui sposato e separato, ultimamente risiedeva con un'altra donna in via Feletto 35. Il rapporto fra vittima e assassino durava ormai da otto anni. Fin dai tempi in cui la donna aveva cominciato a lavorava in una delle numerose pizzerie avute dal Di Pinto, prima che questi andasse incontio a traversie economiche compreso un fallimento che l'aveva costretto a chiudere l'attività. E con gli attrezzi del nuovo lavoro ieri mattina verso le 9 è andato a casa di Jolanda Secni per alcuni lavori: doveva spaccare il muro e sistemare una scatola elettrica. I vicini di pianerottolo dell'uccisa ricordano di avere sentito una discussione animata fra i due, grida di aiuto da parte della donna e un gran trambusto. Infine dallo spioncino della porta hanno visto l'uomo allontanarsi con una mazza in mano. Riccardo Di Pinto è risalito sulla sua Uno e alla prima cabina telefonica si è fermato per comporre il 113 della polizia. Al poliziotto di turno ha detto: «Ho ammazzato una donna, in via Scarlatti 10; ma controllate, potrebbe essere ancora viva. Andate voi a prendere la sua bimba che è a scuola, ditele che la mamma non c'è più. Io vengo a costituirmi». Pochi minuti e in via Scarlatti piombavano il dottor Di Cicco della Questura e il capo della Omicidi Claudio Cracovia. Sfondata la porta dell'alloggio i poliziotti hanno trovato la donna stesa in cucina. Era agonizzante, la testa completamente sfondata dai colpi di mazzuola, circondata da una pozza di sangue; il fil di ferro che le serrava il collo era stato stretto con la tenaglia, lasciata dall'assassino accanto al suo corpo. Un medico del «118» è riuscito a liberarla dal nodo di ferro ma dopo po- chi minuti la donna è morta. Intanto Riccardo Di Pinto, dopo la telefonata, aveva raggiunto gli uffici della Questura in via Grattoni e s'è consegnato alla dottoressa Vittoria Rissone. «La nostra relazione sentimentale durava da tanto tempo. Io l'amavo ancora mentre lei non voleva più saperne di me. Anche se per lei avevo fatto e dato tanto ricevendo poco in cambio. In ogni senso. E stamattina appena sono arrivato in quella ca¬ sa p^r farle dei lavori abbiamo cominciato a litigare. Per l'ennesima volta. Non ho più capito nulla ed ho cominciato a colpirla». Assistito dagli avvocati difensori Geo Dal Fiume e Roberto De Sensi, l'omicida ha poi ripetuto la stessa accorata confessione anche al sostituto procuratore Paolo Tamponi che alla fine lo ha incriminato per omicidio volontario. «Si è trattato del classico delitto passionale - ha ribadito il dottor Cracovia -. Negli ultimi tempi il rapporto fra i due si stava deteriorando e pare che Jolanda Secci volesse abbandonarlo, una volta per tutte. Lui, invece, molto innamorato, non voleva saperne di troncare quel rapporto». Secondo quanto riferito Di Pinto agli inquirenti, la donna intendeva anche lasciare il lavoro nella pizzeria che lui le aveva intestato. Pur di riuscire a troncare ogni legame, anche economico che ancora la teneva legata a quell'uomo. Ivano Barbiero La vittima colpita con una mazza e strangolata con un fil di ferro L'assassino «Dovete avvertire Deborah a scuola La mamma è morta» jolanda Secci è stata ammazzata da Riccardo Di Pinto nell'abitazione della donna in via Scarlatti (a sinistra) a Barriera di Milano I due si frequentavano da otto anni, da quando la Secci aveva cominciato a lavorare nella pizzeria del Di Pinto

Luoghi citati: Bari, Cagliari, Canosa Di Puglia, Cracovia, Milano, Teulada