Necci congela il suo sì a Zandano di S. Lue

Necci congela}! suo sì a lanciano Necci congela}! suo sì a lanciano // banchiere: avremo presto nuovi soci privati TORINO. Mentre a Roma lìmi confermava l'imminente alleanza strategica con il San Paolo, il «day after» dell'assemblea-ribaltone vissuta venerdì dall'istituto torinese si è colorato di tinte politiche molto vivaci. L'esponente di Forza Italia Luigi Grillo ha difeso le scelte di Zandano, quasi a «targarle» politicamente: «Per tanto tempo e da più parti si è auspicata la nascita di una pluralità di poli bancari dotati dei mezzi per competere sui mercati internazionali e non appena una di queste operazioni sfugge al controllo di Mediobanca, e dei grandi gruppi nella sua orbita, si scatena una furibonda reaziono - ha detto in una nota -, In questo momento vengono pesantemente usati tutti i giornali di proprietà dei grandi gruppi per far credere che un'operazione trasparente volta a valorizzare il ruolo della banca, sia un'operazione contro la sua privatizzazione». Per il progessista Lanfranco Turci, invece, che ha rivolto un'interpellanza a Dini, il rischio è che «il nuovo polo, di per sé positivo, possa però restare sostanzialmente pubblico a tempo indeterminato, con equilibri determinati in relazione ad eredita di precedenti posizioni di potere decise in sede politica». Dal San Paolo le fonti ufficiali si sono limitate a ribadire quella che definiscono la novità vera dell'operazione, cioè l'abolizione dei vincoli formali di statuto, che consentirà - «molto presto», dicono - di far scendere la presenza della holding sotto il 50% della banca e permette quindi la sua vera privatizzazione. Su questa strada la banca sarebbe andata già molto avanti: Santander (per ora semplice partner tecnico) e Suez (il cui presidente Worms è stato invitato nel futuro consiglio della holding: ma accetterà?) dovrebbero diventare presto azionisti. Ma è proprio sulla composizione degli organi sociali che si sono avu¬ ti, ieri, altri «seguiti» polemici. La mossa meno prevedibile è stata quella di Lorenzo Necci, amministratore delegato Fs, che ha sospeso il suo ingresso nel eda San Paolo, nonostante il voto dell'assemblea: fatto a dir poco insolito. Necci ha infatti rinviato il suo «si» all'indomani della formalizzazione della fusione della Bnc nel San Paolo e del conseguente passaggio alle Fs del 4% del capitale San Paolo pattuito come prezzo. Come mai? Delle due l'ima: o la holding San Paolo ha proposto Necci come consigliere per la banca, e l'assemblea di quest'ultima l'ha eletto, senza aver preventivamente avuto il consenso dell'interessato, e sarebbe assurdo; oppure Necci, dopo un primo sì e viste le polemiche, avrebbe preso le distanze dal San Paolo, per attendere - da quel prudentissimo politico che è - l'esito dello scontro pubblico-privati appena iniziato. Secondo l'agenzia Radiocor, inoltre, anche Giovanni Alberto Agnelli, nipote del presidente della Fiat e figlio di Umberto Agnelli, sarebbe sul punto di inviare una lettera al vertice del San Paolo per annunciare la sua indisponibilità ad accettare la designazione a consigliere della holding. Non ci sono, al momento, conferme. [s. lue]

Luoghi citati: Roma, San Paolo, Torino