Italiano usa-e-getta all'assalto di Stefano Bartezzaghi

Società' e Cultura Una schiera di investigatori sorveglia i cambiamenti della lingua Italiano usa-e-getta all'assalto Sfida aperta fra neologismi e dizionari L-t IMMAGINE potrebbe / essere quella di due onde di discreta altezza, che si fronteggiano, I avanzano e sembrano destinate a rompersi l'una sull'altra. Lo spazio che le separa non è ampio, ma come quello fra Achille e la tartaruga nel sofisma di Zenone, pare logicamente incolmabile. Scomodiamo metafore da diluvio o da paradosso a proposito dell'italiano contemporaneo, inteso come lingua. La prima onda è quella scientifica o parascientifica dei dizionari: aggiornati sempre di più, e sempre più freneticamente. Nella testata dello Zingarelli (e in quella dell'Enciclopedia Zanichelli) è compreso l'anno di uscita, ogni anno porta una nuova edizione: a promettere attenzione sagace e riflessi repentini nell'accogliere le nuove voci. La seconda onda è quella di chi, fra i collaboratori e i lettori dei giornali, nota fenomeni lessicali (per esempio, «trend», «attimino», «faxare») e li sottolinea, il più delle volte con dispetto. Esce oggi il prodotto di una curiosa e sacrosanta iniziativa, che vuole dare un punto di riferimento sia agli scienziati che si trovano a fare il surf sulla cresta di un'onda, sia ai parlanti che si trovano sulla cresta dell'altra. Sono gli Annali del lessico contemporaneo (il volumetto sui «neologismi '93/'94» è appena stato pubblicato dall'editrice Esedra di Padova), curati da Michele A. Cortelazzo. L'iniziativa funziona così: se in questo articolo scrivo e spiego una parola che non si trova su alcun vocabolario, per esempio «procreatica» (esiste: «scienza che si occupa della fecondazione assistita»), chiunque, fra i lettori, può mandare una scheda presso la casa editrice Esedra di Padova. La scheda conterrà: il termine; il suo significato (per come lo avete capito dal contesto); la citazione della frase in cui ricorre; la fonte, i dizionari consultati invano, eventuali note e il vostro nome. Se nell'arco del 1995 Cortelazzo avrà testimonianza di almeno un'altra ricorrenza del termine «procreatica» questo verrà inserito nella prossima edizione degli Annali: sperando che il numero dei collaboratori cresca a sufficienza, gli Annali diventeranno un campo sperimentale capace di fornire ai dizionari vocaboli di provato impiego, e di provata longevità; e di fornire agli studiosi qualche elemento meno irrazionale e legato all'«orecchio» di ogni singolo ricercatore. Le parole destinate a scomparire, come forse la recente accezione politica di ribaltone, avranno la possibilità di lascia¬ re traccia di sé e, se l'iniziativa proseguirà, fra qualche anno sarà divertente rileggere le parole usa-e-getta, oggi usate e domani desuete. Ma gli Annali non consentono solo giochi: possono contribuire alle discussioni linguistiche. Non con dispetto, ma con qualche preoccupazione, Sergio Romano aveva recentemente additato su queste pagine la situazione dell'«Europa divisa dall'inglese» (La Stampa, venerdì 14 aprile); aveva elencato anglicismi, ricavandoli da una rivista accademica di linguisti, e sostenuto che «la conoscenza dell'inglese sta dividendo le nostre [degli europei] società in classe superiore e classe inferiore, dove "superiore" e "inferiore" non definiscono le qualità morali e intellettuali dei singoli europei, ma la loro capacità di muoversi, lavorare, comunicare... Chi non lo parla [l'inglese] è diventato una sorta di servo della gleba perché è legato alla terra, non può abbandonarla, non ha accesso alle informazioni». Almeno sulle proporzioni attualmente raggiunte da questo fenomeno, si potrebbe discutere. Per il biennio 199394, può stupire, le parole nuove o di nuovo significato che sono arrivate nella lingua italiana provenendo direttamente dall'inglese sono circa un quinto del totale. Per esempio, exit poli o party line, termini che richiederebbero perifrasi troppo lunghe al nostro a-sintetico italiano. Ma quando la società italiana ha bisogno d parole nuove per nominare nuove cose, non sempre si rivolge a chi tecnologicamente ò piii avanti di noi. L'esempio buono è il traino televisivo. («ampia camicia a scacchi colorati, che si usa portare fuori dai pantaloni»), l'erotismo del body piercing (mettersi monili ovunque) e quello della bonazza. E, se non nella lettera almeno nello spirito, risulterà più americaneggiante l'infotainment (informazione-spettacolo) o l'attributo interattivo? Il primo termine ci evoca con immediatezza programmi televisivi parecchio maccheronici, che vediamo tutti i giorni (chi li vede). Il secondo termine, invece, che ci sia ciascun lo dice, cosa sia nessun 10 sa: conio l'America. Proprio la televisione, negli Annali, la fa da protagonista. I termini sono tutti attestati con citazioni dalla carta stampala, ma la vera fonte è spesso 11 video. E allora andrà detto che in una società in cui tutti i film, senza eccezioni, vengono tradotti e doppiati dalle stesse voci di sempre, chi sa le lingue non ha tutte queste occasioni per esercitare il proprio, faticato bilinguismo (in Francia, invece, efficace protezioni' sino linguistico ma film in lingua originale, e davvero tutti sanno l'inglese). La svolta definitiva al bilinguismo forse verrà con il diffondersi della televisione via satellite: ma allora, oltre alle parole, sarà l'intero discorso anglofono che esporterà i nessi e la logica, e ci chiederà di seguirlo. (e in quella dellEnciclopedia Zanichelli) è compreso l'anno di uscita, ogni anno porta una nuova edizione: a promettere attenzione sagace e riflessi repentini nell'accogliere le nuove voci. La seconda onda è quella di chi, fra i collaboratori e i lettori dei giornali, nota fenomeni lessicali (per esempio, «trend», «attimino», «faxare») e li sottolinea, il più delle volte con dispetto. Esce oggi il prodotto di una curiosa e sacrosanta iniziativa, che vuole dare un punto di riferimento sia agli scienziati che si trovano a fare il surf sulla cresta di un'onda, sia ai parlanti che si trovano sulla cresta dell'altra. Sono gli Annali del lessico contemporaneo (il volumetto sui «neologismi '93/'94» è appena stato pubblicato dall'editrice Esedra di Padova), curati lazzo avrà testimonianza di almeno un'altra ricorrenza del termine «procreatica» questo verrà inserito nella prossima edizione degli Annali: sperando che il numero dei collaboratori cresca a sufficienza, gli Annali diventeranno un campo sperimentale capace di fornire ai dizionari vocaboli di provato impiego, e di provata longevità; e di fornire agli studiosi qualche elemento meno irrazionale e legato all'«orecchio» di ogni singolo ricercatore. Le parole destinate a scomparire, come forse la recente accezione politica di ribaltone, avranno la possibilità di lascia¬ liana provenendo direttamente dall'inglese sono circa un quinto del totale. Per esempio, exit poli o party line, termini che richiederebbero perifrasi troppo lunghe al nostro a-sintetico italiano. Ma quando la società italiana ha bisogno d parole nuove per nominare nuove cose, non sempre si rivolge a chi tecnologicamente ò piii avanti di noi. L'esempio buono è il traino televisivo. Così, negli Annali, si trovano ravvicinate dall'algebra impassibile dell'alfabeto nostrane furbate e esotici fuzz termini sono tutti attestati con citazioni dalla carta stampala, ma la vera fonte è spesso 11 video. E allora andrà detto che in una società in cui tutti i film, senza eccezioni, vengono tradotti e doppiati dalle stesse voci di sempre, chi sa le lingue non ha tutte queste occasioni per esercitare il proprio, faticato bilinguismo (in Francia, invece, efficace protezioni' sino linguistico ma film in lingua originale, e davvero tutti sanno l'inglese). La svolta definitiva al bilinguismo forse verrà con il diffondersi della televisione via satellite: ma allora, oltre alle parole, sarà l'intero discorso anglofono che esporterà i nessi e la logica, e ci chiederà di seguirlo. Stefano Bartezzaghi Dal dominio dei termini latini all'invasione di parole Così, negli Annali, si trovano ravvicinate dall'algebra impassibile dell'alfabeto nostrane furbate e esotici fuzz Stefano Bartezzaghi Dal dominio dei termini latini all'invasione di parole

Persone citate: Cortelazzo, Michele A. Cortelazzo, Sergio Romano, Stefano Bartezzaghi, Zanichelli

Luoghi citati: America, Annali, Europa, Francia, Padova