Quando il pensionato lavora; quando l'Ecu fa ingiustizie di Oreste Del Buono

La recluta i medici e il cuore LA LETTERA Di O.d.B. Gent.mo sig. Del Buono, gradirei avere una risposta dal responsabile della Caserma di Torino di corso Lepanto I. Come mai un ragazzo, figlio di separati con un lavoro appena iniziar un disturbo al cuore, esattamente aritmia sinusale respiratoria con episodi di blocco diurni e notturni, tanti giorni persi in 2 anni tra andare e venire dall'Ospedale Militare, fare avanti e indietro una volta al giorno più di 80 km, rivedibile dall'anno scorso e sentirsi dire: sei abile di 3'1 categoria? Gabriella B., Arona GENTILE signora Gabriella, l'unica risposta che posso fornirle io è la pubblicazione della sua lettera, perche non ho alcuna competenza medita né militare. Ma sono solidale con il suo desiderio di capire. «Non potevano già fare tutto questo l'anno scorso:1», insiste lei. «Oppure ci sono degli incompetenti che non sanno cos'è il disturbo di mio figlio!' Perché, l'anno scorso non aveva lo stesso cuore? Il cardiologo che tiene in cura mio figlio mi ha assicurato che non avrebbe potuto fare il militare perché può essere a rischio. Ripeto il nome della malattia: ari imiti sinusale respiratoria con blocchi respiratori diurni e notturni eli 2" grado tipo Wenck-cbach. Se può rispondermi anche un cardiologo, ne sarei felice...». La rei mee il c cluta dici uore Gentile signora Gabriella, spero che lei riceva qualche risposta autorevole, ma mi sembra strano che sino a ora suo figlio non abbia potuto avanzare e lar valere le sue ragioni. A volte, non difendere subito i propri diritti significa subire la routine dell'apparati) statale e dover recuperare il terreno perduto. E il cardiologo che ha in cura suo figlio le ha assicurato che «non avrebbe potuto» o che «non avrebbe dovuto» farcii militare? La differenza conta. Certo, suo figlio ha un inizio eli vita pubblica difficile. Perché non posso trascurare quanto lei mi dice «con un lavoro appena iniziato». Un'informazione che, con la scarsa richiesta di lavoro giovanile che intristisce per tanti motivi la nostra società, rivela il timore di perdere un'occasione rara, un bene prezioso. Per tanti motivi, ho scritto, ma devo aggiungere anche un aggettivo: per tanti motivi perversi, dato che la disoccupazione giovanile è la triste conseguenza di una serie di errori compiuti per imprevidenza da chi in Italia decide della sorte degli altri, senza fare i conti, se non quando si tratta di accertare disastri. Oreste del Buono La recluta i medici e il cuore M

Persone citate: Del Buono

Luoghi citati: Italia, Torino