Quando il pensionato lavora; quando l'Ecu fa ingiustizie

Quando il pensionato lavora; quando l'Ecu fa ingiustizie lettere AL GIORN Quando il pensionato lavora; quando l'Ecu fa ingiustizie No all'impegno se è in nero Credo proprio di non scoprire l'acqua calda, se mi trovo in grado di confermare, per diretta conoscenza di parecchi casi, che coloro che fruiscono anzitempo della cosiddetta «pensione di anzianità», oltre a continuare a vivere (auspicabilmente) per qualche decina di anni a carico prevalente della finanza pubblica, per lo più, a seconda del livello delle loro competenze, continuano a lavorare o come consulenti, o come consoci delle aziende da cui dipendevano, o come prestatori d'opera «in nero», cosi non consentendo la creazione di nuovi posti di lavoro, e appropriandosi anzi di privilegi economici che in linea di principio sono illegittimi, ma che lo stato della nostra legislazione in materia di fatto incoraggia. La penosa condizione della nostra moneta è forse da imputarsi al comportamento dei nostri esportatori, ma è anche conseguenza della generale convinzione che il governo Dini non riuscirà a varare la riforma delle pensioni, perché troppi interessi di bottega coalizzano in Parlamento una maggioranza contraria ad una soluzione organica e rigorosa del problema, quale richiederebbero la difesa del cambio e la tutela del risparmio. Giorgio Magnani, Casalecchio Votazioni più semplici L'elevato numero di schede nulle nelle ultime elezioni ha dimostrato che il metodo di voto è troppo complicato e ha generato malumore e confusione in modo particolare nelle persone anziane. Il nostro Paese, già sommerso da complicazioni di vario genere, partendo dal ginepraio delle molteplici tasse, ai labirinti degli uffici amministrativi per svolgere determinate pratiche, necessita di un impegno da parte dei burocrati, per trovare un sistema elettorale più semplificato e adeguato, anche per le persone non «addette ai lavori». Luigi Quaglia, Torino Che disastro l'uscita dallo Sme Informo e non protesto con il sig. Giovanni Celluti di Como. Le 300.000 famiglie del Piemonte che hanno contratto il mutuo in Ecu chiedono solo un po' di giustizia. Le banche dovevano informarci dell'uscita dell'Italia dallo Sme con tutti i rischi che ne conseguivano. E pertanto noi chiediamo di dover pagare e sottolineo pagare le rate come unità di misura sino a quel giorno quando ancora si apparteneva allo Sme. Si criticano i politici perché non ascoltano i problemi dei cittadini, per una volta che un senatore fa sentire la sua voce nei corridoi giusti (senza chiedere nulla in cambio) merita almeno un plauso. Dunque noi non speculiamo, non chiediamo pietà, chiediamo solo un po' di giustizia da chi ha già il suo guadagno assicurato. Francesco Cubito, Collegno (To) La Resistenza ci parla ancora Sono cinquant'anni oggi da quando l'Italia si scrollò di dosso fascismo e nazismo. Io ne ho svariati di meno, ma non posso che commuovermi profondamente, al pensiero di tanti ragazzi e giovani e uomini maturi e anche anziani e donne che, durante la più terribile, almeno finora, di tutte le guerre prodotte dalla follia criminale di cosiddetti «esseri umani», per non rinunciare a dilenderc con la lotta pure delle armi la nostra Patria invasa ed umiliata, la loro indipendenza e quella di tutti, la libertà ed i diritti a queste, coraggiosamente rischiarono e non di rado persero la vita, perché le generazioni future non dimenticassero che ci sono cose che non si debbono subire, mai, e che quelli che le vorrebbero far subire debbono essere fatti a pezzi, quando si è particolarmente buoni. Pertanto, a costo di sembrare un po' fuori moda, cosa che non m'importa, ritengo giusto che si ringrazino con forza e calore i superstiti partigiani ed i loro colleghi caduti nella guerra e dopo. Ritengo giusto che ogni generazione, inclusa la mia ed anche quelle ancor più giovani, prenda esem¬ pio, sia pure in altri campi e senza mai giungere a rischiare la vita, dal tremendo coraggio dai partigiani dimostrato. Ritengo che si possa e debba dire, pure oggi: Viva la Resistenza! Viva i partigiani! dr. Alessandro Tripi, Modena medico chirurgo La metapsichica spiega tutto Il caso della Madonna di Civitavecchia si avvia a ripetere il trito copione di Lourdes, Siracusa o Medjugorie: il fatto, lo scetticismo ridanciano degli uni ed il credulo fideismo degli altri, la prudenza della Chiesa, il prevale¬ re della religiosità popolare ed, infine, l'erezione di un bel santuario meta di pellegrinaggi devoti. Sul tutto continua ad aleggiare il Mistero, un mistero che però è stato da tempo spiegato dalla metapsichica, rifiutata dai naturalisti e respinta con sospetto dalla Chiesa. Queste le mie riflessioni mentre rileggevo un saggio sull'argomento del prof. Giovanni Pioli, personaggio della cultura italiana dimenticato come il Cameade di manzoniana memoria. Eppure il Pioli fu condiscepolo di Papa Pacelli, per un quadriennio fu vicerettore del Collegio Pontificio di Propaganda Fide in Roma. Defenestrato all'epoca della condanna del modernismo da parte di Pio X, divenne uno dei maggiori cultori italiani di metapsichica e sostenitore dell'ipotesi medianica quale causa dei fenomeni come quello di Civitavecchia. In parole semplici, il meccanismo sarebbe il seguente. Esiste un medium, spesso un adolescente, che fornisce una certa quantità di materia, la quale viene dissociata nei suoi elementi ultimi, proiettata a distanza e poi organizzata in apparenze fenomenali, nel caso in lacrime di sangue. Se l'oggetto viene allontanato sufficientemente dal medium il fenomeno cessa, e ciò è quanto è avvenuto con la madonnina di Civitavecchia. Inoltre la materia conserva le caratteristiche d'origine, come appunto è successo nel caso specifico con le lacrime aventi caratteristiche maschili. Il fenomeno va sotto il nome di ectoplasmia telecinetica o «poltergeist» ed è stato riprodotto sotto osservazione, ad esempio dal Crookes con il medium Cook e dai nostri Lombroso e Morselli con la medium Eusapia Palladino. Un mistero rimane, ed è il dilemma se il medium sia l'autore cosciente od incosciente del fenomeno, oppure se egli sia unicamente il mezzo (medium è vocabolo latino che significa appunto «mezzo») utilizzato da entità spirituali decadute per sviare l'u¬ manità, come sostiene l'ebraismo ed il cristianesimo. Ma perché l'ipotesi medianica è stata praticamente passata sotto silenzio? Semplicemente perché la Chiesa non intende stabilire un nesso tra lo spiritismo ed il culto delle immagini e perché i laici sono attestati su posizioni puramente naturalistiche. Meglio il mistero che la verità sgradita. Franco Rizzo Torino Passare l'estate in solidarietà Siamo un gruppo di volontari che opera dal 1966 organizzando campi di lavoro estivi. Abbiamo lavorato nel Friuli dopo il terremoto, abbiamo costruito case per anziani, per privati bisognosi, comunità e centri per handicappati. Quest'anno lavoreremo a Palermo e in provincia di Alessandria, Biella e Bologna per ristrutturare edifici di diverse comunità che si interessano dell'assistenza a persone handicappate ed emarginate. Per questo chiediamo l'aiuto di chiunque voglia dedicare una settimana delle proprie vacanze a un'esperienza di lavoro e di vita comunitaria. Non chiediamo alcuna qualifica professionale o pratica di lavoro di cantiere, né poniamo preclusioni ideologiche o religiose. L'età minima di partecipazione è di sedici anni. In tutte le località lavoreremo, in turni settimanali nei mesi di luglio e agosto. I campi sono autofinanziati con il versamento di quote settimanali per il vitto, l'alloggio e l'assicurazione. Chiunque voglia saperne di più, può scrivere presso Universitari Costruttori, via Donatello 24, 35100 Padova; Fax 049/65.49.66; oppure può telefonare al numero (049) 65.14.44 (segreteria telefonica). padre Attilio Correnti Universitari Costruttori Padova