Da paladino a« nemico» Sei anni per cambiare idea di Liliana Madeo

* Da paladino Sei anni per a «nemico» cambiare idea L'ANALISI DI UN DOCUMENTO ANCORA ieri, da Firenze, il presidente della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre ha invitato a meditare «seriamente» sul problema aborto, in relazione ai valori etici e alla norma costituzionale. E' un tema su cui, da raffinato e attento giurista, riflette da tempo e sul quale sembra aver adesso cambiato idea. Già nella voce «Diritti inviolabili» che aveva scritto per ('«Enciclopedia Giuridica Treccani», edita nel 1989, aveva collocato l'aborto fra i «nuovi diritti», quelli che «lo sviluppo della coscienza sociale o della civiltà» propongono e; che «le disposizioni della nostra Costituzione relative ai diritti fondamentali», per la loro elasticità e ampiezza, possono prevedere. Nella famosa intervista alla radio vaticana dei giorni scorsi il presidente Baldassarre ha parlato dell'aborto come di una necessità accettabile solo per tutelare: la madre nel caso in cui la sua vita sia in pericolo: «E' chiaro che dal punto di vista del diritto costituzionale - ha detto e molto difficile, anzi impossibile, riconoscere l'aborto come diritto alla libertà della madre;». Nell'89 aveva scritto: «L'articolo della Costituzione più "aggredito" da presunti "nuovi di ritti" è indubbiamente l'articolo 13 che, riconoscendo la libertà personale nel suo duplice aspetto di liberta fisica e di libertà inorale, tutela e garantisce una serie di "beni" giuridici strettamente attinenti alla propria persona: il diritto all'integrità fisica e psichica, il diritto alla vita, la liberta sessuale, il diritto di aborto, il diritto alla contraccezione non sono altro che espressioni del diritto che ogni persona ha in relazione alla disposizione del proprio corpo e delle proprie energie spirituali». Le sue riflessioni sul tema si sono col tempo modificate. Alla radio vaticana ha affermato: «Il diritto alla vita nasce nel momento del concepimento, perché la vita non è soltanto quella di relazione». Nel saggio per la Treccani aveva invece sottolineato - fra le novità introdotte dai padri costituenti nella cultura e nella giurisdizione del nostro Paese, novità che hanno incontrato non pochi ostacoli prima di essere riconosciute come valore e norma - il nuovo significato attribuito alla persona nella sua interezza e nella sua rete di relazioni sociali. «La libertà personale (art. 13) - aveva osservato - ha il suo principio assiomatico nella relazione dell'uomo singolo con se stesso, con il suo corpo e la sua interiorità». Aveva insistito: «Molto spesso questo pullulare di "nuovi diritti" è legato a interpretazioni troppo restrittive e tradizionalistiche della libertà personale. Nata e irrobustitasi, grazie al glorioso valore deH'"habeas corpus", di fronte a minacce innanzitutto materiali, come la tortura e la violenza fisica, la libertà personale è progressivamente evoluta verso nuove dimensioni legate a consistenti minacce alla propria integrità fisica e morale arrecate; con mezzi immateriali». Il suo pensiero, ora, è che la legge 194 è una scopiazzatura della sentenza americana del '73 che riconobbe l'aborto comi; un diritto della donna: «Alla base di quella sentenza c'era una convinzione che nasceva dalla cultura degli Anni Sessanta, quella per cui di vita si poteva parlare solo in relazione alla vita sociale». Quella cultura - figlia della contestazione giova¬ nile;, dei movimenti femministi, dei progetti di rigenerazione del patto sociale - sarebbe cambiata, anche le norme allora varate andrebbero quindi riviste, secondo il professor Baldassarre. Eppure, ancora nell'89, altro era il quadro del dettato costituzionale che egli presentava. Rilevava come «il concetto di persona fatto proprio dall'art. 2 della Costituzione presuppone certo l'originarietà del singolo, come suo proprio momento logico, ma non si esaurisce in questo, poiché la sua essenza su cui si fonda il suo complessivo valore primario, ò data anzi dalla intersoggettività, dalla socialità, intesa come distinta dalla statalità». Citava i padri costituenti che vedevano i diritti dei singoli come diritti di «uomini in quanto membri di formazioni sociali, uomini in relazione con altri uomini, uomini come società secondo l'espressione del costituente Aldo Moro». Liliana Madeo La prova in un testo scritto nell'89 per l'Enciclopedia Treccani a o 9 a ni 0 cessa A fianco una pagina del documento edito nell'89 A sinistra Antonio Baldassarre presidente della Corte Costituzionale

Persone citate: Aldo Moro, Antonio Baldassarre

Luoghi citati: Firenze