Difende la sorella ucciso
Con tre amici l'omicida aveva tentato di corteggiare la ragazza Con tre amici l'omicida aveva tentato di corteggiare la ragazza Difende la sorella, ucciso Taranto, accoltellato al cuore a 22 anni TARANTO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Gli aveva detto «lascia stare mia sorella» e sembrava finita lì, con una lite tra ragazzi. Ma non era finita. E' passato un giorno e Domenico Sebastio, 22 anni, è stato ucciso a coltellate, punito per quel rimprovero. Era in macchina, seduto con un amico. Prima calci e pugni, poi una serie di coltellate. E' morto perché non voleva che sua sorella venisse importunata. L'ha ucciso Michele Fusiello, diciannovenne, marinaio in servizio alla stazione elicotteri di Grottaglie. Ha colpito lui, con il coltello. Ma gli erano accanto tre amici. Domenico Sebastio era un operaio, lavorava nell'area siderurgica dì Taranto. Abitava con la famiglia a Palagiano. Qui, mercoledì, il prologo dell'omicidio. A bordo della sua auto, Fusiello raggiunge Palagiano, passeggia nel centro del paese e tenta di abbordare due ragazze. Una delle due è la sorella di Sebastio. Ci scappa qualche battuta, forse anche un sorriso. Quando si accorge, Sebastio interviene. Fa capire bruscamente al corteggiatore che deve stare alla larga dalla sorella. Sembra finita così, con un rimbrotto. Ma probabilmente Fusiello non ci sta a farsi da parte, e dopo un po' torna alla carica. Sebastio va su tutte le furie e, quando il marinaio si allontana, lo intercetta in auto e lo costringe a fermarsi. Vola qualche ceffone. Ha la peggio il marinaio, che decide di vendicarsi. Racconta la storia ai tre amici, Vincenzo Resta, 18 anni, Francesco Moscoviti, 21 anni e Gianvito Serio, 22 anni. Insieme organizzano la spedizione punitiva. E' la sera di giovedì, montano sulla Fiat Uno di Resta e percorrono la strada che collega Massafra a Palagiano, pochi chilometri. Un giretto in paese per scoprire dov'è Sebastio. Il giovane è lì, in corso Lenne, seduto accanto al posto di guida in una Peugeot 205, ferma, con un amico, Goffredo. I quattro si avvicinano a piedi, aprono le portiere. Volano calci e pugni, i due cercano di proteggersi. Fusiello mette la mano in tasca e tira fuori un coltello. Pigia il pulsantino e con uno scatto estrae la lama, 7 centimetri. Sferra il primo colpo. Nella concitazione nessuno si accorge che Seba- stio viene ferito. Con le mani sull'addome il giovane cerca di fuggire con l'amico. Ma vengono bloccati. Su Sebastio piomba di nuovo il marinaio, e continua a colpire, sei, sette volte. La lama si conficca nel cuore. Domenico Sebastio cade sull'asfalto a faccia in giù. L'amico lo soccorre e via di corsa in ospedale. Ma Sebastio non ce la fa. Quando la Peugeot si ferma dinanzi al pronto soccorso dell'ospedale di Massafra, è già morto. Ma per gli aggressori ci sono pochi minuti di libertà. Uno di loro ha un'idea, nascondersi, con gli altri, in casa della fidanzata. E qui, nei pressi del cimitero di Massafra, vengono acciuffati dai carabinieri. L'assassino corre in bagno a lavarsi le mani per cancellare le tracce di sangue. Portato in caserma, resiste, non parla. Poi, di fronte al sostituto procuratore della Repubblica Ciro Saltalamacchia, confessa. E anche gli altri sono incastrati. Per tutti, l'accusa è di omicidio volontario aggravato. Nelle prossime ore verrà ascoltata la sorella della vittima. Ora, sotto choc, non parla. Tonio Affino Domenico Sebastio, 22 anni, ucciso a coltellate
Luoghi citati: Grottaglie, Massafra, Palagiano, Taranto
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