Una notte per fuggire fra autogrill e cielo di Gabriele RomagnoliMarco Neirotti

Due fratelli alla ricerca di un nuovo destino Un romanzo di Gabriele Romagnoli: dalla memoria a un sogno magico, lungo le autostrade Una notte per fuggire fra autogrill e cielo N ICO si china sul foglio. La mano non è ferma. Disegna. In bian- co e nero. Disegna una strada. La fa grande. Tre corsie, più quella di emergenza. Ci mette anche lo spartitraffico. E' un'autostrada. Infatti in lontananza si vede la sagoma di una stazione di servizio, con il suo distributore di benzina. E' un'autostrada fiume che scorre nelle colline e va a gettarsi nel mare: caselli, auto, colonne di Tir, aree di sosta e tutto». Autostrada e aree di sosta sono lo scenario di una fuga e di un magico obiettivo nelle pagine di In tempo perii cielo (Mondadori, in questi giorni in libreria) di Gabriele Romagnoli, inviato della Stampa, caso letterario del '93 con Navi in bottiglia (racconti d'esordio finalisti al Campiello), autore del libro per ragazzi Videocronache. In tempo per il cielo è un romanzo al tempo stesso in continuo movimento e insieme bloccato all'interno dell'auto, fra sentimenti e ricordi. Autogrill come porte girevoli della vita: posteggi, sali su quel ponte che taglia le sei corsie, scendi dall'altra parte e sei nella direzione opposta a quella che avevi preso. E romanzo di una vita - divisa tra fuga e memorie, verifiche e aneliti - è questo viaggio verso un appuntamento e una sfida. Racconta Romagnoli di aver sentito, nel '74, un disco di Jackson Browne, Late for the sky, che parlava di persone destinate ad arrivare «in ritardo per il cielo». Vent'anni dopo ha deciso di scrivere per qualcuno che non avrebbe tardato, che avrebbe fatto in tempo. In tempo per il cielo, appunto. Ed ecco Reno, protagonista di una traversata notturna dell'Italia, a tappe, dove ogni tappa è un personaggio magico o inquietante, disperato o vacuo. E a ogni fermata, così come durante il viaggio, ecco incombere, come il male di questo tempo, il peso della pubblicità: foto di dipendenti che evocano storie lontane, marchi e colori di barattoli pieni di pomodori pelati, fino al rosso che questi lasciano su una strada «anche» insanguinata. Romagnoli intreccia in capitoli brevi e stringati come racconti - ciascuno con il suo attimo di vita autonomo - le strade e le notti fatte di viaggiatori stanchi, lanciatori di sassi dai viadotti, agenti di polizia stradale, con il mondo magico dei personaggisimbolo: della giustizia e dell'ingiustizia, della frustrazione e della rivolta, dell'abitudine e della liberazione. Sull'auto bianca che taglia la Padania viaggia quello che il lettore amerà come un Don Chisciotte tenero e impaurito da ciò che fa. E' possibile, è credibile portare via un fratello - questo Nico che per scelta sarà per sempre muto - da un manicomio giudiziario per regalargli, alla fine del viaggio, ciò che più lui desidera? Reno ce la fa, dribbla i sorveglianti del palazzone e se lo carica in macchina. E proprio Nico, nel suo silenzio quasi evanescente, ma così dominante nel guidare la strada e rimuovere gli ostacoli, è la dolce e ambigua anima di quella fuga. Dal soliloquio di Reno affioreranno, via via, le nuvole del passato, i conti sospesi. Tutto nella sfida di una notte. Reno e Nico come il Tom Cruise e il Dustin Hoffman di Rain man? C'è qualcosa di simile e d'opposto in questo viaggio. Là un interesse personale che genera amore, qui un amore che genera di piti, dedizione forse, e sete di una liberazione finale. Romagnoli gioca con il lettore, sorprendendolo più d'una volta. Ma, al di là degli effetti che stravolgono e ristravolgono la storia, al di là di colpe e innocenze ribaltate, è quella traversata, è il popolo di quel viaggio, il racconto di emozioni,' colori, silenzi, monologhi a dar fiato alle pagine e all'auto bianca che scivola lungo l'autostrada. Autostrada, autostazioni, autogrill. Quasi un gioco di parole, come quelli sui quali il protagonista misura la sua vita: «Credevo di essere io a giocare con loro, invece, sai, penso di aver capito, alla fine, che sono le parole, a giocare con me. Mi lasciano delle tracce, si fanno indizio, come se loro conoscessero la verità e io no». Basta cambiare le sillabe, o un'iniziale, o una finale o muoversi per associazione. E allora perfino la parola morte può, per tortuosi e rapidi sentieri, portare a vita. O viceversa. E vita e morte quale vita e quale morte - sono la posta di questa corsa attraverso bene e male, genialità e banalità, stupore e noia, avventura e paure del popolo delle strade. Romagnoli infilza nei fari dell'auto in corsa e nelle sue pagine le colonne di cronaca dei giornali insieme con l'invenzione narrativa. Come paracarri viventi dell'avventura di Reno e Nico, ecco il superstite allucinalo di un pullman precipitato da un viadotto e poi esploso. Ecco il barista che non ne può più di quelle comitive che si dividono in due file, metà verso la macchina per i caffè e metà verso il cesso, così estenuanti da far di lui un terrorista. Ecco la donna che aspetta le mance davanti ai gabinetti e, grazie al passaggio di quel muto per scelta, a sua volta sceglie il proprio futuro. Ecco la vedova del «corruttore» pizzicato da Mani pulite e finito suicida, che ora se ne va in giro con una strana cassetta tra le mani. Ed ecco il mistico benzinaio. L'uomo che passava di lì come loro, ma con meno fretta, e che lì si fermò per un guasto da poco. Ci rimase: non sapendo quale delle sette vie d'uscita imboccare: la moglie, il figlio lontano, un'azienda, la strada, e altre ancora... Adesso cancella di volta in volta le partenze divenute impossibili. Aspettando l'ultima. Gliela indicherà Nico. Ed è Nico, è il suo silenzio l'anima del romanzo, con il dolce, ora confuso, ora disperato pensare e parlare di Reno, fra dubbi e certezze: «La sola cosa che conta sono i loro desideri, perché noi viviamo per quello». Figura tanto concreta quanto spettrale, Nico firma destini e gioie come uno strano angelo. Per lui tutto avviene e tutto lui sembra regolare, con il mistero che si porta appresso. Mistero che per due volte sarà stravolto fino alla conclusione di una notte dalle molte verità e altrettanti inganni. Ma «in tempo per il cielo». Marco Neirotti Due fratelli alla ricerca di un nuovo destino // benzinaio mistico, il barista bombarolo, la vedova misteriosa Un'auto e una strada, per fuggire. Gabriele Romagnoli, finalista al premio Campiello due anni fa con «Navi in bottiglia»

Persone citate: Don Chisciotte, Dustin Hoffman, Gabriele Romagnoli, Jackson Browne, Romagnoli, Tom Cruise

Luoghi citati: Italia