GUARESChi, un marziano nel 68

GUARESCM, a ne Lo scrittore, la contestazione e le elezioni: in una nuova raccolta, un racconto inedito. Fu censurato? GUARESCM, un marziano ner r~| RRIVARONO i certificati 1 elettorali e Margherita || sbuffò: «Ci risiamo con le ri elezioni. E' mai possibile A_*J clie non ci lascino tranquilli un solo momento?». Le feci notare che dalle ultime elezioni politiche erano oramai trascorsi cinque anni. «Pochi - rispose Margherita -. A ogni modo non era davvero il caso di pensare alle elezioni proprio adesso che, non solo in Italia, ma anche nei principali Paesi d'Europa, gli studenti hanno scatenato la rivoluzione culturale!». «Ma quale rivoluzione?», esclamai ridendo. «E se non è una rivoluzione, che cos'è?». Ricordai a Margherita la faccenda di Fui, roba fresca di pochi giorni prima. Era un pomeriggio triste e piovoso e io stavo aprendo il portone della rimessa quando, d'improvviso, Fui fu come colto da pazzia furiosa. Ululava di terrore e stiracchiava disperatamente la catena come volesse spezzarla. Per evitare che il poveretto si strozzasse, 10 sganciai e quello partì a velocità folle. Fu questione di pochi secondi: Fui aveva appena superato il cancello, quando un fulmine si abbatté in mezzo al grande cortile. Un fatto del genere era accaduto, anni prima, ad Amleto, il predecessore di Fui e vittima innocente della motorizzazione. «Margherita - conclusi - gli studenti funzionano come Fui e Amleto. Non sono loro a far scoppiare 11 temporale ma, essendo giovani e istintivi, avvertono che qualcosa è nell'aria e si agitano. Naturalmente, a differenza di Fui e Amleto (cani cresciuti in una civile fami glia borghese come la nostra), gli studenti, spinti sulla strada della violenza dal cinema, dalla tv, dai fumetti, dalla letteratura impegnata, da professori incoscienti e da furbi agitatori politici, reagì scono secondo la loro diseducazione, incendiando automobili, deva stando negozi e scuole, costruen do barricate e cercando di ammazzare cor pietre, sbarre di ferro e bottiglie Molotov i tutori dell'ordine. Se gli studenti stanno comportandosi così come si com portano ora, significa che qualcosa di grosso è nell'aria: e solo per questo le loro agitazioni di piazza sono preoccupanti. A ogni modo, queste agitazioni non vedo come possano ostacolare la consultazio ne elettorale. Se mai la facilitano perché, considerando il comporta mento del governo di fronte a que sti disordini, il cittadino può rica vare utili suggerimenti per la scel ta dei nuovi governanti». «Certamente - ridacchiò Margherita -. Il cittadino trarrà le sue conclusioni, voterà tenendo pre senti dette conclusioni e tutto rimarrà esattamente come prima: «Margherita - dissi io -, perché mai si dovrebbe cambiare se, in Italia, tutti stanno benone, possono godersi l'automobile, il week-end la villeggiatura, la tv, il campionato di calcio, e dispongono d'una quan tità enonne di elettrodomestici, di detersivi e di creme miracolose per ammorbidire le mani e rendere li sce come il velluto le guance appe na rasate?». «E allora - intervenne Giò - come mai lui critica sempre tutto e tutti? Perché lui si comporta come quei bacucchi che viaggiano portandosi l'ombrello anche quando c'è un so le che spacca le pietre?». «Perché troppa gente, visto che da un sacco di tempo non piove, butta l'ombrello nella spazzatura. Qualcuno deve pur ricordare alla gente che, da un momento all'altro, può scoppiare il diluvio. «Giò: esistono dei meravigliosi palazzi che, improvvisamente, crepano e crollano. Mentre tutti si compiacciono e si entusiasmano ammirando il palazzone, ci vuole pure chi si preoccupi di ciò che non si vede ma è più importante di ciò che si vede: delle fondamenta, voglio dire. Brutto mestiere quello del giornalista rompiscatole. Mestiere impopolare perché la gran massa vuole sentirsi dire che tutto va bene. Purtroppo, per i giornalisti rompiscatole, i miracoli non possono esistere in campo economico e diffidano di più quando tutto va miracolosamente bene che quando va tutto male. In certi casi è più preoccupante il benessere che il malessere. Nel 1929, quando scoppiò la tremenda crisi, l'America nuotava nel benessere e nella prosperità. E fu una cosa fulminea, come voltare pagina». «Puoi dire quello che vuoi esclamò Margherita -. Ma votare e una maledetta seccatura». Alche a me piacciono i vecchi rami da cucina e qualcuno mi segnalò due buoni stampi per budini presso una certa donnetta d'una frazione di collina. Andai, trovai la casipola isolata e mi ricevette una vecchietta magra come un chiodo che stava zappettando nell'orticello. «Ah, finalmente!», esclamò quando le fui davanti. Mi precedette ed entrammo nella piccola cucina col soffitto a travicelli, annerito dal fumo. Vidi i due stampi di rame appesi ai lati del camino. Erano beili e ben conservati. «Voi siete forestiero - disse la donna -. Chi vi manda?». «Giorgione del Fienilaccio». «Capisco!», esclamò, «lo a Giorgione gli avevo detto chiaro e tondo di non farsi più vedere qui e allora ha mandato voi. Voi avete una faccia molto più legittima di quella di Giorgione e sembrate un galantuomo. A ogni modo è inutile che consumiate il vostro fiato: il voto ai repubblicani non lo do nemmeno se mi scannano». «Nei:;meno io - risposi -, lo sono uno di destra». «Strano che sia stato Giorgione a mandarvi. Si vede che ha voltato gabbana. A ogni modo spiegatevi: per chi dovrei votare, secondo voi?». «Non mi interessa - spiegai -. Votate per chi preferite». La vecchietta spalanco le braccia: «Questa è bella! Voi venite a prendermi e poi mi riportate in macchina, mi offrite la cioccolata calda con la veneziana eccetera e mi lasciati1 votare per .chi voglio io? Gli altri si comportavano in modo ben differente». «Gli altri chi?», domandai incuriosito. «Nel 1948 è venuto il parroco in persona. Io ho la gamba destra che non funziona: mi ha portato e riportato in macchina e mi ha offerto la cioccolata calda con la veneziana e un cartoccio di caramelle. Però mi ha ordinato di votare per quelli dello scudo crociato Noi 1953 è venuto il capo dei comunisti: io non ne volevo sapere, ma oltre alla gita in macchina e alla cioccolata, mi ha regalato 3 mila lire e allora gli ho promesso che avrei votato come voleva lui. Nel 1958 è venuta la signora Clotilde e, oltre al resto, mi ha dato 5 mila lire per farmi votare per i liberali. Nel 1963 e venuto Giorgione del Fienilaccio e voleva che votassi per i repubblicani: mi offrì mille lire! D'accordo, il voto di una povera donnetta di 96 anni vale ben poco: ma con mille lire non si paga nemmeno la fatica di segnare la croce sul distintivo dell'edera. L'ho cacciato via e, due ore dopo, è arrivato uno dei socialisti che oltre al resto mi ha snocciolato seimila iire. E adesso che ho messo le carte in tavola, parlate voi. Per chi vorreste farmi votare?». «A me non interessa a chi darete il voto - risposi -. A me interessano solo quei due stampi di rame che mi ha segnalato Giorgione». Mi sembrò molto delusa: «Dunque non siete venuto per il voto. E non è venuto nessun altro. Non capisco proprio: è il pomeriggio di sabato, le elezioni sono domani e nessuno si è fatto vivo. Mi dispiace di non poter votare stavolta. Ho 96 anni e non credo che arriverò alle elezioni del 73». «Voi potete votare benissimo». «E chi mi porta? Con le mie gambe posso solo girare per l'orto. Vivo qui isolata e spesso passano venti giorni prima di vedere qualcuno. Mi dispiace di non poter votare domani». Ci pensò su un po', poi disse: «Io a quei due stampi di rame ci sono affezionata. E' tutto quello che mi rimane della mia famiglia, del mio passa lo. Ma glieli vendo a patto che lei, passando dal paese, si fermi dal padrone dell'officina che fa anche sei-vizio pubblico e si faccia garantire che domattina verrà a prendermi alle nove». Mi domando se ero disposto a darle seimila lire per i due stampi. «No - risposi -. Diecimila, così ci sta comodamente anche il tassì». La vecchietta mi guardò sgomenta: «E per chi debbo votare?». «Per chi volete. Io non sono un cacciatore di voti». «Veramente - mi confidò la vecchina -, le altre quattro volte io non ho mai votato come volevano quelli clie venivano a prolevarmi Ma ho votato sempre come avrebbe votalo il mio ragazzo che ò andato a combattere in Russia come Camicia Nera». «Vostro figlio ha cambiato forse idea in questo tempo?». «Non credo - rispose -. E' morto di stenti in un campo di prigionia nisso». «E, allora, mi pare che non esista alcun problema», dissi porgendole il foglio da diecimila. Giovanni Guareschi «Studenti spinti sulla strada della violenza dal cinema, dalla televisione, dalla letteratura impegnata, da professori incoscienti e da furbi agitatori politici» «Io sono uno di destra» ì |

Persone citate: Giorgione, Giovanni Guareschi, Molotov

Luoghi citati: America, Europa, Italia, Russia