E' una cucina accettabile, ma insufficiente per la fantasia Purtroppo ha ragione» di Edoardo Raspelli

E' una cucina accettabile, ma insufficiente per la fantasia E' una cucina accettabile, ma insufficiente per la fantasia Purtroppo ha ragione» « NON chiedo tanto, solo che si mettano d'accordo un poco. Non domando l'impossibile, solo che si decidano: Inferno o Paradiso? Sugli altari o nel sottoscala? Insomma, si mangia da re o da servi? Già, perché tutti questi articoli in lingua inglese, negli ultimi mesi, ci hanno fatto davvero girare la testa. Da un lato bisogna essere contenti: i giudizi (e anche le critiche severe) sulla cucina e sulla ristorazione italiana sono testimonianza dell'attenzione, del peso gastronomico sempre crescente che ha il mangiar tricolore sulle coscienze e sugli stomaci dei golosi di mezzo mondo. Ma, da un altro lato, non si sa più che cosa dire: pochi mesi fa su\Y International Herald Tribune (che si stampa a Parigi), Patricia Wells, moglie del caporedattore del giornale, aveva decretato che una trattoria veneziana, del resto di buona qualità. Fiore, era addirittura al quarto posto nella ristorazione del mondo intero, dopo il parigino Robouchon, il losannese Girardet e l'hongkonghese Lai Ching Heen. Poche settimane fa il Times ha pubblicato un grosso articolo secondo cui il mitico Harry's Bar di Arrigo Cipriani era il miglior ristorante del mondo intero... Oggi, la doccia fredda dell' Independent. Io credo che si debba usare una presa di mode razione e qualche goccia di equilibrio: niente entusuasmi ma nemmeno tragedie. Mestre, Marghera, Burano, Cavallino non sono Venezia, d'accordo, ma i loro Valeriano, Autoespresso, Pescatori o Laguna, sono posti sicuri, buoni, ghiotti... A parte queste e chissà quali altre dimenticanze inglesi, però, qualche ragione di criticare ce l'hanno sicuramente. Io stesso ad esempio, che sono pagato per mangiare e che francamente po¬ trei andare da qualunque parte, non muoio dalla voglia di provare Venezia, non ho segnalazioni di novità, scoperte da proporre ai lettori, piatti nuovi o classici ripresentati con gusto, fantasia, professionalità... Insomma, ho dimenticato Venezia, o quasi. Per la città della Laguna, visto YIndependent, temo che in parte sia vero quello che diversi anni fa (ma ancora oggi valido) mi disse un enotecaro romano, Marco Trimani, simbolo dell'enogastronomia capitolina: «A Roma c'è la ristorazione... dell'obbligo. Tra uno zio deputato, un fratello vescovo, un amico ambasciatore o console, un cugino dirigente di ministero..., tutti vanno fuori, sono obbligati ad andare fuori a pranzo. I ristoranti sono sempre pieni e la ristorazione non si impegna più di tanto». Chissà che con la crisi economica di questi ultimi tempi, anche a Venezia, inglesi o non inglesi, arrivi una certa sveglia... Certo che, laggiù, vanno solo turisti stranieri, che hanno la moneta forte e che, probabilmente, oggi spendono lo stesso, anzi di più... Edoardo Raspelli

Persone citate: Arrigo Cipriani, Girardet, Laguna, Paradiso, Patricia Wells, Pescatori

Luoghi citati: Parigi, Roma, Venezia