Chirac epura il cappellano: è uomo di Balladur

Chirac epura il cappellano: è uomo di Balladur FRANCIA Ma i due «cari nemici» dello schieramento gollista preparano l'incontro della riconciliazione Chirac epura il cappellano: è uomo di Balladur // sacerdote del Parlamento: «Ha costretto il cardinale a cacciarmi» PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Chirac come Erode? Forse no. Eppure l'accusano di aver ottenuto dal cardinal Lustiger su un piatto d'argento la testa del troppo balladurofilo cappellano di Camera e Senato. E' la stessa vittima, il pére Alain Maillard de la Morandais, a darne notizia nel rassegnare le dimissioni da «consigliere spirituale» dei parlamentari, gesto inevitabile per non subire l'umiliazione del licenziamento. Il primate di Parigi smentisce con vigore. E certo avrebbe fatto a meno di una seconda, rovente polemica dopo quella con il rabbino capo askhenazita in Israele che non gli ha perdonato la conversione giovanile al cattolicesimo. E attraverso il vescovo ausiliare André Vingt-Trois - rimprovera al Padre de La Morandais di parlare più volentieri con i giornalisti che con i superiori gerar¬ chici. Accusa che già costò la diocesi, non troppe settimane fa, a monsignor Jacques Gaillot. L'interventismo chiracchiano, con venature talora di interferenza palese, non è un mistero per nessuno. L'uomo è impulsivo, e dettar legge non gli spiacc. Specie in tempi di campagna elettorale, quando il potere fa comodo. Ma delle sue incursioni anche gli avversari ignoravano, finora, tutto. Spiega il cappellano su «Liberation»: «Me ne vado in seguito alle pressioni politiche ed ecclesiastiche» - la Conferenza episcopale francese - esercitate sul cardinale Lustiger per influenzarmi». Esèmpio? «Jacques Chirac l'ha chiamato al telefono per lamentarsi che gli ero ostile». Da qui a esigerne la partenza dopo la vittoria (sia pure di Pirro) al Primo Turno, il passo è breve. Tanto più che l'abate era un balladuriano doc. Escluso dal ballottaggio il premier, l'e¬ purazione chiracchiana avrebbe colpito anche il suo autorevole fan in abito talare. Che Alain Maillard de la Morandaise tifasse Balladur era cosa nota. E del resto non era il solo. Fedele alla messa domenicale, cardinalizio non solo nei calzini porpora, munito di un portavoce governativo (Philippe Douste-Blazy) che di Lourdes è sindaco, Edouard Balladur scrive «Le Monde» - si è aggiudicato la maggioranza dei suffragi cattolici. Allo stesso modo in cui il protestante Jospin furoreggia tra l'elettorato ugonotto, gauchiste per vocazione. Chirac - la cui nouvelle vague sociale, persino un tantinello protestataria - lascerebbe perplessa la buona borghesia cattolica, non gradisce. Ma dire che oggi assapora la rivincita sarebbe fuori luogo. Le dimissioni del Pere de La Morandais sono un pessimo «testimonial» per la sua campagna. Dunque, per ora no comment. Meglio ripararsi dietro la versione del cardinale Lustiger - che corrobora la sua e lasciar credere alla Francia che il cappellano soffre di complessi di persecuzione. Potrebbe del resto far valere che la sua azione pastorale tra i parlamentari transalpini era contestata dagli stessi vescovi, e non per eccesso di balladurismo. Nominato tre anni fa dallo stesso Lustiger - e con qualche scandalo nella laica Francia che non ha l'abitudine a mischiare Eglise e République - doveva approfondire i temi sempre più d'attualità che legano Politica e Morale. Un Don Tangentopoli, insomma, per spandere la Buona Novella tra amministratori volentieri sensibili alle mazzette. L'impresa era coraggiosa. Ma sembra che l'uomo abbia fallito. Per ragioni oggettive, ma anche caratteriali e di protagonismo. Difficile dire se qualcuno lo soI stituirà.

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