La promessa del Premier e del Presidente. Lustiger in visita a Yad va-Shem dopo le polemiche «Israele fermerà il nuovo nazismo» di Aldo Baquis

La promessa del Premier e del Presidente. Lustiger in visita a Yad va-Shem dopo le polemiche La promessa del Premier e del Presidente. Lustiger in visita a Yad va-Shem dopo le polemiche «Israele fermerà il nuovo nazismo» Nel giorno dell'Olocausto TEL. AVIV NOSTRO SERVIZIO Al suono di una sirena, per due minuti, gli israeliani si sono messi sull'attenti in ricordo dei sei milioni di ebrei trucidati dai nazisti nella Shoah. Hanno così osservato la Giornata dell'Olocausto gli operai nelle fabbriche, gli impiegati negli uffici, i bambini nelle scuole, gli automobilisti impietriti ai bordi delle strade. Alla Knesset sono sfilati, uno dopo l'altro, i leader del Paese per ricordare i loro familiari scomparsi. «Penso a mia cugina Haya Sarah, figlia di Mordechai Baruch Cohen, morta nel ghetto di Varsavia...» ha mormorato il premier Rabbi. «Ricordo oggi il mio nonno e il mio maestro Zvi Meltzer - ha detto il ministro degli esteri Peres - morto fra le fiamme avvolto in un talled (lo scialle rituale ebraico) nella sinagoga di Vishnieva, incendiata dai nazisti dopo che vi avevano stipato l'intera comunità ebraica». Accanto a loro, con memorie ugualmente drammatiche, vi erano l'ex premier Shamir, il presidente della Knesset Weiss, il rabbino capo Lau. Nel corso della cerimonia principale al Musco dell'Olocausto Yad va-Shem il capo dello stato Ezer Weizman e il premier Rabbi hanno espresso apprensione per il risorgere del neonazismo e del neofascismo in Europa. «Noi israeliani dobbiamo essere la punta di lancia contro questi fenomeni» hanno detto ai connazionali. Poco dopo, in forma privata, è giunto a Yad va-Shem l'arcivescovo di Parigi, cardinale Jean-Mario (Aliaron) Lustiger, protagonista involontario nei giorni scorsi di una polemica con il rabbino Lau. «Che il grido dei morti e dei vivi sia inteso in terra e in cielo» ha scritto il cardinale sul libro degli ospiti. «Che i vivi mantengano il ricordo, per la speranza». Proprio per rafforzare la speranza negli israeliani due municipi (quello della piccola Nes Ziona, a Sud di Tel Aviv, e quello di Jaffa) hanno annunciato che presto due strade saranno dedicate, alla memoria di Oskar Schindler, l'industriale tedesco che strappò alla morte 1200 ebrei durante l'Olocausto. In occasione della Giornata dell'Olocausto il giornale economico Globes ha rivelato che le banche elvetiche si sono impossessa- ' te, negli Anni Cinquanta, di tutti i depositi fatti negli Anni Trenta da decine di migliaia di ebrei. In un'inchiesta speciale sull'argomento, il giornale ha calcolato che le vittime dell'Olocausto abbiano così involontariamente regalato alla Svizzera una cifra equivalente a 6 miliardi di dollari. «Il governo svizzero si impegnò nel 1945 a versare il 95% di questa somma ai superstiti dell'Olocausto, ma poi ha preferito scordarsene» ha affermato l'autore dell'inchiesta, Itamar Levili. Nelle librerie e anche apparsa una ricerca del dottor Avraham Fuchs sugli strazianti verdetti rabbinici emessi durante le persecuzioni naziste. Si ò così appreso che nel 1943 il rabbino di Munketch (Polonia), che si trovava in un bunker, autorizzò l'uccisione di un bebé i cui gemiti potevano attirare l'attenzione delle SS e provocare così la moile di tutti. Nessuno voleva però eseguire la sentenza. Alla fine, scrive Fuchs, fu la madre a sopprimere il neonato. Aldo Baquis '

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