Caselle, troppo rumore Lesioni a 4 lavoratori

Per proteggersi solo cuffie, niente tappi Per proteggersi solo cuffie, niente tappi Caselle, troppo rumore Lesioni a 4 lavoratori Processo a sei ex dirigenti Sagat «Ma siamo stati noi a scoprirlo» Ancora una volta il problema del rumore e dell'inquinamento acustico porta la Sagat - Società aeroportuale di Caselle - in pretura a Ciriè. Erano sei, ieri, gli ex dirigenti che di fronte al pretore Macchioni dovevano difendersi dall'accusa di aver attentato alla salute dei loro dipendenti. Non più, dunque, una causa civile legata alle lamentele dei cittadini di Caselle, ma una causa penale che nasce da problemi di ipoacusia (indebolimento permanente dell'udito) riscontrata in quattro lavoratori dell'aeroporto. L'ex presidente Maurizio Bordon, l'ex amministratore delegato Mario Parenti, l'ex direttore generale Maurizio Crespigni e gli. ex vicedirettori generali Mario Panerò, Giancarlo Gervasio e Tonino Catena sono tutti imputati di non aver adottato le misure tecniche necessarie per difendere i lavoratori dai disturbi provocati dal rumore. La denuncia è partita nel '92 in seguito a controlli sanitari che la Sagat stessa aveva richiesto per i dipendenti. «Quasi un'autodenuncia - racconta Franco Pennella, attuale presidente Sagat -. Dall'esame medico è emerso che quattro dipendenti, tre dei quali addetti al piazzale, soffrivano disturbi all'udito. E' stata la stessa Usi a informare la pretura». Andrea Cipriano, Bernardo Celestino Lazzaro, Walter Ciani e Antonio Vuolo sono le quattro vittime - secondo l'accusa sostenuta dal pm Raffaele Guariniello - del troppo rumore. Ieri, prima udienza del processo, i quattro hanno spiegato quali fossero le proprie mansioni e in che modo venissero tutelati dal frastuono. Dai loro racconti è risultato che trascorrevano in media sei ore al giorno sulle piste di volo, occupandosi del carico e dello scarico dei bagagli e del rifornimento acqua di aerei col motore ausiliario sempre in funzione. Solo Antonio Vuolo, 59 anni, residente a Caselle in via Leinì 15, ormai in pensione, si è costituito parte civile. «Gli addetti al piazzale - spiega Matilde Chiadò, avvocato del lavoratore più anziano - portavano solo cuffie, e non tappi. Inoltre si trattava di una protezione quasi insopportabile: con il caldo dell'estate nessuno poteva resistere il peso della loro imbottitura». Tra gli avvocati della difesa, Grosso, Lageard e Zancan. Ancora molte le parti da sentire: nei prossimi appuntamenti, il 17 e il 27 luglio prossimi, toccherà anche ai tecnici e ai periti. Carlotta Oddone I quattro lavoratori erano addetti ai bagagli e ai rifornimenti