I tesori dell'Accademia di Angelo Mistrangelo
In mostra capolavori dal '500 ali'800 I tesori dell'Accademia In mostra capolavori dal '500 ali'800 Nel Salone d'Onore dell'Accademia Albertina di Belle Arti, si inaugura questa sera, alle ore 18, la mostra «Le Arti del disegno all'Accademia Albertina», organizzata dagli assessorati alla cultura della Regione Piemonte e Città di Torino e Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Piemonte (via Accademia Albertina 6, sino al 30 giugno). Corredata dal catalogo della Editris, curato da Franca Dalmasso, Giovanna Galante Garrone e Giovanni Romano, questa esposizione rappresenta un'occasione per accostarsi al patrimonio della Pinacoteca Albertina, a una scelta di opere, dopo la prima rassegna del 1993 - sottolinea il direttore Carlo Giuliano - «di rara qualità, con il recupero di autentici capolavori, seguito ai ritrovamenti, alla sequela delle rivisitazioni avviate due anni or sono». Si tratta di una quarantina tra dipinti, sculture e disegni, suddivisi in due sezioni costituite dai pezzi provenienti dalla donazione Mossi di Morano e da quella carloalbertina, dalle composizioni realizzate da maestri ed allievi dell'Accademia nella prima metà dell'Ottocento, in concomitanza con la direzione di Giovanni Battista Biscarra. La sequenza delle «tavole» offre momenti di notevole interesse storico ed artistico, come il cartone di Gaudenzio Ferrari «Sant'Agabio e San Paolo» (1514), utilizzato per il polittico dell'altare maggiore della chiesa di San Gaudenzio a Novara. Di Giovenone II Giovane (1524-1608), si ammira la «Madonna con Bambino e i santi Pietro e Stefano che presenta due donatori», delineata a carboncino e tocchi di gessetto ed acquarello seppia, e del fiorentino Puligo (1492-1527) si rile¬ va il delicato volto della «Maddalena», restaurata nel Laboratorio Nicola. Proseguendo, s'incontra la tela «L'Arcangelo San Michele» di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, acquistata nel 1829 da Cesare Saluzzo nella Parrocchia di San Michele a Montemale, nel Cuneese. E poi l'olio «Tasso alla corte di Ferrara (I cinque sensi)» di Mattia Preti (dono del marchese Lodo- vico Pallavicini Mossi), i milanesi Cairo e Nuvolone, il bolognese Viani con «Endimione e Diana» (dono di Pietro Baldassarre Ferrerò) e il «Cristo morto sostenuto dagli angeli» del Trevisani. Dalle vedute alpine di Barge riprese dal Bagetti, si passa al gesso del Bogliani e al Chelli, Pierotti e al marmo «Ritratto di Giuseppe Pietro Bargetti» dello Spalla, al medaglione di Marochetti ed ai disegni del Vacca, sino al «Progetto di decorazione della piazza Castello in Torino» (1831) dell'Antonelli e, dell'Arienti, i bassorilievi dipinti nel 1838 e raffiguranti i Fasti Civili di Ferdinando I, per la sala delle Cariatidi del Palazzo Reale di Milano. Angelo Mistrangelo Da questa sera pitture, disegni sculture ignorate per decenni saranno esposte fino al 30 giugno La stupenda composizione (a sinistra) di Mattia Preti «I cinque sensi» A destra una tela del Cairo e sotto un'opera del Carlone esposte all'Accademia Albertina
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