Le grandi sfide della tv via cavo e la banalità dei falsi glutei di Sergio Romano

Amarezze specialità torinesi LETTERE AL GIORNALE Le grandi sfide della tv via cavo e la banalità dei falsi glutei Il referendum non distrugge aziende Ha ragione Sergio Romano quando ricorda, su La Stampa di ieri, che «i partiti avrebbero potuto evitare i referendum modificando in Parlamento la legge Mammì»; e non c'è che da convenire con lui quando lamenta che i partiti non l'abbiano ancora fatto e quando li invita a «un serio tentativo di accordo». Ma si rischia di creare confusione se si dice che, votando sì, gli elettori «avranno distrutto un'azienda» e «pregiudicato l'impiego di alcune migliaia di persone». E' vero esattamente il contrario. Permettere a un solo privato di possedere non più di una rete tv via etere - così da aprire il mercato ad altri imprenditori - non vuol dire affatto impedirgli di possedere un numero ben maggiore di reti televisive via cavo e via satellite, così come avviene negli altri Paesi europei con i quali amiamo confrontarci. Se un'azienda dovrà cedere due reti via etere, potrà acquisire in tal modo risorse utili ad affrontare quelle «grandi sfide tecnologiche dei prossimi anni» alle quali opportunamente si riferisce Romano. Nessuna distruzione di aziende, dunque, ma sollecitazione di nuove imprese, e più ampie possibilità di occupazione in un settore che ha prospettive di grande espansione e che in Italia appare bloccato proprio per l'assenza di una seria normativa antitrust. Certo, chi ha avuto fin qui il monopolio di fatto della tv privata via etere di dimensione nazionale, può ritenere di avere interesse a mantenere questo stato di cose: ma non si vede come questo possa essere l'interesse degli elettori, indipendentemente dalle loro idee politiche. La fine del duopolio dovrà essere segnata, naturalmente, da nuove regole, che spetta al Parlamento stabilire. Potrà farlo in tempo per evitare i referendum, come Sergio Romano e noi stessi auspichiamo. Ma se non lo farà, solo il successo del sì al referendum può garantire agli italiani che il Parlamento sia costretto, volente o nolente, a intervenire. Tito Cortese presidente del Comitato promotore dei referendum sulla Mammì Senso pratico e mutandine gonfiabili Pare che stia avendo successo l'ultima scoperta della moda femminile, cioè le mutandine gonfiabili per far apparire più sodo e voluminoso un posteriore che così non è. Non volendo discutere sulla banalità del ritrovato, il quale al primo momento di intimità non potrà che dare una delusione sia a chi lo indossa che al partner che lo collauda, c'è da chiedersi se la saggezza e il tradizionale senso pratico delle donne non siano definitivamente tramontati. Infatti che senso ha fare diete da fachiro con relative nevrosi da mancato appagamento del palato, per poi portare glutei artificiali? Tanto varrebbe, allora, soddisfare - finalmente! - l'appetito e portarsi appresso «roba genuina della casa!». Velio Vulcani, Novi Ligure (Al) Apprendisti stregoni e animali transgenici Lo sdegno dell'opinione pubblica e della Chiesa per le manipolazioni genetiche inferite all'essere umano) non si è minimamente manifestato in seguito alla recente notizia delle svariate e nuove specie animali, degne di film dell'orrore, «inventate» da solerti ricercatori di laboratori scientifici. L'ostinazione degli scienziati, che per primi dovrebbero suonare l'allarme, a percorrere una strada di cui non si possono neanche lontanamente valutare le conseguenze (soprattutto per l'essere umano) è ugualmente sconcertante. La creazione di nuovi organismi viventi, oltre ad essere eticamente inammissibile, porta rischi enormi per lo sconvolgimento che può provocare in natura la diffusione di informazioni genetiche che non hanno subito il vaglio della sele- zione naturale, attraverso milioni di anni di lenta evoluzione. I novelli apprendisti stregoni (che creando animali transgenici per la ricerca ammettono il fallimento del modello animale) anziché mettere da parte questo metodo errato, causa di tanti recenti insuccessi, lo spingono ad ulteriori eccessi, con una concezione mec¬ canicistica della vita che non tiene in alcun conto la complessità di ogni organismo, delle infinite relazioni tra i suoi miliardi di variabili e l'ambiente in cui vive. Ma con le manipolazioni genetiche vi è anche il rischio di nuove epidemie virali, qualora materiale genetico di origine umana venisse utilizzato nell'animale o viceversa. Si è già potuto verificare che in piante transgeniche virus resi inattivi riacquistano la virulenza con frequenza di 100 volte superiore alla media e che i virus ottenuti presentano varianti che li possono rendere anche più pericolosi. E non scordiamo che perfino la coltivazione del vaccino antipolio su rene di scimmia, secondo la teoria di ricercatori inglesi che sta prendendo sempre più piede, potrebbe essere la vera origine dell'Aids, così come del resto è già ritenuta responsabile della diffusione del virus cancerogeno Sv40 proveniente anch'esso dalle scimmie. Come dice il prof. Percoff (II cattedra di Virologia alla Sapienza) «è nostro preciso dovere di cittadini dare l'allarme, richiamare la distratta attenzione dei poteri sulle implicazioni di questi sviluppi» per evitare che il connubio tra interessi commerciali e mentalità scientifica porti ad una tragica eredità per i nostri discendenti. prof. Gianni Tamino Docente di Biologia Università di Padova Per il Comitato scientifico antivivisezionista Quei francobolli sconclusionati Per il cinquantenario della Liberazione si poteva pensare che sarebbe stata emessa una serie filatelica commemorativa della «Resistenza nazionale all'occupazione nazista». E' stata edita invece dal ministero delle Poste una serie denominata «Avvenimenti storici della 2a guerra mondiale» che, a parte i francobolli dedicati a Mafalda di Savoia e alla Battaglia di Montelungo, presenta in modo sconclusionato degli eventi che possono prestarsi a interpretazioni contraddittorie e addirittura far credere che si riferiscano alla guerra 1940-'43. Il prof. Sepe, nella descrizione della serie che appare sul bollettino ministeriale introduttivo, parla in pratica della Guerra di liberazione ma negli episodi illustrati manca qualsiasi accenno alla Resistenza e alla Guerra di liberazione stessa. Che significato hanno l'anfibio da sbarco fermo su una spiaggia di Anzio o Nettuno, gli aerei che lanciano rifornimenti sui Balcani e l'VIII Divisione navale in Atlantico? E le medaglie d'oro alle sole Firenze, Cagliari e Vittorio Veneto? E chi è Teresa Vullace? Non era meglio citare, ad esempio, i 45 mila caduti partigiani, o 600 mila internati militari che, con i loro 33 mila caduti, hanno rifiutato l'adesione alla Rsi? O i soldati di Cefalonia, Corfù, Lero e Coo che hanno resistito ai tedeschi con un olocausto di 10.000 caduti, o quelli delle Divisioni Taurinense e Venezia che hanno avuto 18.000 caduti combattendo nella Divisione partigiana italiana Garibaldi in Jugoslavia e 10.000 caduti con i partigiani in Albania e Grecia? Credo che in questa particolare ricorrenza l'alto valore morale conferito alla Resistenza nazionale dall'olocausto di decine di migliaia di giovani vite per l'onore e l'indipendenza della patria non dovrebbe essere inficiato da omissioni e equivoci. Lettera firmata, Torino Le materie umanistiche insegnano a ragionare A proposito del dibattito sorto sull'opportunità di concedere rango universitario alle materie umanistiche, va considerato che, se non tutte, almeno alcune di esse hanno degli utilissimi risultati ed effetti pratici. Ricordo che al liceo i professori di latino e filosofia esortavano a studiare bene queste materie, non tanto e non solo per il loro valore intrinseco, quanto piuttosto perché esse educano al ragionamento logico, alla precisione, alla riflessione, all'approfondimento, tutte cose indispensabili sia nell'esercizio di una professione sia nell'organizzazione della vita di ogni giorno, e la cui mancanza invece purtroppo così spesso si riscontra... Pertanto è auspicabile che queste materie di carattere «umanistico-tecnico» continuino a venir insegnate, non già come veri e propri corsi di laurea (nessuno può certo mangiare aprendo uno studio da filosofo o da latinista!) ma come indispensabile complemento per creare una forma mentis di indiscutibile importanza. Daniele Orla, Torino

Persone citate: Daniele Orla, Gianni Tamino, Mafalda, Mammì, Pare, Sepe, Sergio Romano, Tito Cortese