«Leader dell'Occidente, non andate a Mosca» di E. St.
«Leader dell'Occidente, non andate a Mosca» Eltsin annuncia una tregua di dieci giorni per le cerimonie del 9 maggio, i ribelli: la guerra continua «Leader dell'Occidente, non andate a Mosca» Appello di intellettuali europei: celebrereste la strage dei ceceni PARIGI. «Non fatelo. Non andate a Mosca, a festeggiare con Eltsin il cinquantesimo anniversario della vittoria sul fascismo. Perché, in realtà, celebrereste lo sterminio del popolo ceceno». Comincia così l'appello che decine tra i più noti intellettuali europei hanno rivolto ai capi di Stato, invitati a Mosca alle celebrazioni del 9 maggio per la fine della seconda guerra mondiale. E' una petizione per la Cecenia, intitolata «La Honte», La Vergogna, affinché i leader dell'Occidente non avallino la politica di aggressione scelta da Eltsin nel Caucaso per domare la rivolta indipendentista. «Si presume che nessuno ignori i massacri perpetrati dall'esercito russo», prosegue il testo dell'appello. «Nessuno è autorizzato a insultare la memoria dei combattenti di Varsavia, Stalingrado e delle spiagge della Normandia. Noi chiediamo ai capi di Stato di non andare a Mosca». Seguono le firme, tra gli altri, dello storico Alain Besancon, il dissidente Vladimir Bukovsky, l'ex leader del Maggio '68 Daniel Cohn-Bendit, il filosofo Alain Finkelkraut, il filosofo André Glucksmann, l'ex ministro francese per l'Azione umanitaria Bernard Kouchner, lo scrittore Gùnter Grass, il regista Claude Lanzmann, lo storico Jacques Le Goff, l'attore Michel Piccoli, il filosofo Jean-Frangois Revel, lo scrit¬ tore Jean Lacouture. Inoltre hanno firmato la petizione trenta europarlamentari e, tra gli intellettuali italiani, Barbara Spinelli, Umberto Eco, Paolo Flores d'Arcais, Anna Cataldo «Sarebbe un affronto alla memoria di tutti i soldati russi morti nella lotta al fascismo celebrare la vittoria sulle spoglie dei ceceni», ha detto André Glucksmann in un'intervista alla «Nezavisimaia Gazeta», che il giornale russo ha pubblicato in prima pagina a quattro colonne, con una scelta editoriale che ha rappresentato uno schiaffo a Eltsin. «Lo sterminio del popolo ceceno - prosegue Glucksmann - è un'operazione fascista, un oltraggio al¬ la festa per la vittoria sugli eserciti nazifascisti». Critico nei confronti di Mosca è anche il ministro degli Esteri francese, Alain Juppé, probabile premier in caso di vittoria di Jacques Chirac alle presidenziali. «Non sono affatto entusiasta di andare a vedere sfilare truppe reduci dalla Cecenia», ha dichiarato alla commissione Affari esteri di Bruxelles. Ieri Eltsin ha disposto una tregua di dieci giorni dei combattimenti in Cecenia, proprio per non turbare ulteriormente le celebrazioni di Mosca e diminuire gli imbarazzi dei leader occidentali. Ma i ceceni hanno subito risposto che per loro la guerra continua, [e. st.]
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