Il Tg1 cambia colore alla politica di Guido TibergaCarlo Rossella

Il Tgl cambia colore alla politica Il Tgl cambia colore alla politica L'Italia come un asilo: di qui l'azzurro, di là il rosa LE NUOVE E W arrivato il rosa. Quello ™ dei confetti, delle scarpine per le bambine eleganti, dei romanzi d'amore con Yhappy end rigorosamente obbligatorio, della pantera più divertente del cinema e dei cartoni animati. Al rosa politico, però, non ci aveva ancora pensato nessuno, ammesso che non si voglia davvero chiamare politica il «partito dell'Amore» di Cicciolina e della povera Moana. A voler essere pignoli, un piccolo pensierino ce l'aveva fatto Romano Prodi, stimolato dai giornalisti prima delle elezioni. «D'accordo per l'ulivo - gli avevano chiesto - ma il colore? Che ne dice del rosa per contrastare l'azzurro dei berlusconiani?». Prodi all'inizio non era sembrato tanto convinto, poi però si era ciclisticamente entusiasmato: «E perché no? In fondo è il colore di chi vince il Giro d'I¬ talia...». Ieri, invece, day after delle elezioni più complicate e più colorate della storia (scheda verde, scheda gialla, scheda grigia, per i più sfortunati pure la scheda rossa per le circoscrizionali), il rosa ha trovato la sua consacrazione definitiva. Ha cominciato il Tossissimo mam/esto, tutto contento di essersi sbagliato a cantare il de profundis sugli exit-pool infidi e traditori: «Un risultato rosa shocking», commentavano Luigi Pintor e Rina Gagliardi. Ma il vero battesimo, come si conviene di questi tempi, arrivava dalla televisione: Tgl dell'ora di pranzo, al momento di mandare in onda il grafico sul voto regionale, la squadra di Carlo Rossella mette sullo schermo un'Italia mezza rosa e mezza azzurra. Ok per il Polo di forzisti, ma i progressisti rosa? Non sarà che nell'immaginario della tv di Stato la sinistra è diventata femmina? «E mica potevamo farli scarlatti - commenta il direttore Rossella -. Quello non è un rosa da femmina, è un rosa d'alemiano. Un rosso annacquato, ma non troppo, dai popolari e dai cattolici. Mi sarebbe piaciuto farlo più tenue, quel rosa. Ma ho dovuto farlo forte: c'è ancora molto rosso in questo centro-sinistra». E così, dagli scontri tra rossi e neri siamo passati alle battaglie tra azzurri e rosa. E non c'è neppure troppo da stupirsi: di colori e di sfumature più o meno colorate, nel gran gioco della politica, si discute da un migliaio di anni abbondanti. Dai tempi in cui, nella Bisanzio decadente del Tardo Impero leader dal nome affascinante ma dai modi spicci come Giustino, Giustiniano e Belisario organizzavano i loro giochi di potere cercando l'appoggio dei due partiti proletari: i «verdi» e gli «azzurri». E se i colori esistevano in quei secoli bui, nessuno si stupisce se la politica degli ultimi cinquantanni è stata quasi un'esplosione cromatica. Anzi, dopo vent'anni di «nero», i colori erano diventati quasi simbolo di democrazia: bandiere rosse, tricolori più o meno fiammanti, biancofiori e garofani rossi. Il verde nato repubblicano (la sede del pri, in via dei Caprettari, è tutta verde: dall'ufficio che fu di Ugo La Malfa all'ascensore interno) che si ritrova ambientalista, con tutte le varianti del caso: dai verdi arcobaleno della scissione ai «verdi verdi» che da qualche anno si presentano in Piemonte candidando a tutte le cariche gli stessi membri di una intraprendente famiglia torinese. A riesumare l'azzurro che - bizantini a parte - era comparso soltanto sulle camicie dei nazionalisti di Federzoni, ci ha pensato Berlusconi dopo il 27 marzo, facendo inquietare non poco gli atleti «non allineati», un po' a disagio nel pronunciare il giuramento di rito: «Giuro di lottare con ogni energia fisica e morale per l'onore della maglia azzurra, simbolo sportivo della mia patria...». Ora Carlo Rossella e compagni ci hanno regalato il rosa. Vuoi vedere che si arrabbiano le bambine? Guido Tiberga A sinistra: l'ex leader del partito repubblicano Ugo La Malfa A destra: il direttore del Tg I Carlo Rossella

Persone citate: Berlusconi, Carlo Rossella, Federzoni, Luigi Pintor, Rina Gagliardi, Romano Prodi, Ugo La Malfa

Luoghi citati: Italia, Piemonte