Domani con la Lituania fuori Casiraghi: giocano i due fantasisti, senza torri Sacchi sceglie la strana coppia

Domani con la Lituania fuori Casiraghi: giocano i due fantasisti, senza torri Domani con la Lituania fuori Casiraghi: giocano i due fantasisti, senza torri Sacchi sceglie la strana coppia «Zola e Baggto, tocca a voi» VILNIUS DAL NOSTRO INVIATO Giocano tutti e due, Zola nove, Roberto Baggio dieci. Sacchi vara la nazionale dei tap model, 1,68 il Tamburino, 1,74 il Codino. L'operazione Lituania, cruciale ai fini delle qualificazioni europee, nasce, così, nel segno del calcio champagne, di una scelta che sa di scheda bianca, ma anche di rischio, di sfida, di scommessa. Trentotto partite, trentotto formazioni, questa lascerà di sicuro una traccia, di santità o di scomunica, frutto com'è dell'ennesima marcia indietro (Sacchi dopo Kiev: «Non è augurabile che giochino insieme») e di un altro atto d'amore nei confronti di Robi, dopo quello, enorme, di Pasadena, quando gli offrì la finale mondiale nonostante uno stiramento. «Zola avrebbe giocato comunque - spiega il et a Milanello, prima dell'imbarco -. A farmi cambiare idea, è stata la crescita di Baggio. Una partita su tutte, quella di Dortmund». E poi occhio allo slogan chiave: «L'ho fatto per lui (Baggio). Per un altro, non so». Niente torre, dunque. Il fiammeggiante Casiraghi del derby si accomoderà in panchina. Non è un controsenso? «Fidatevi, è meno in forma di un mese fa». Addio cross, addio gioco aereo. A noi l'idea della coppia tascabile non dispiace, tutt'altro, ma l'avremmo integrata con Casiraghi, sacrificando Lombardo. Meglio il tridente, del bidente: Lippi docct. Il bello è che il Codino riconquista la Nazionale all'indomani di una prestazione squallida (Juve-Padova), non a caso coincisa con un fragoroso ruzzolone. Insieme, Baggio e Zola avevano giocato a Foggia contro Cipro, il 21 dicembre del 1991, Baggio punta, un gol, Zola esterno, aria fritta. «Ma proprio questa è la differenza - brontola l'Arrigo -, a Vilnius giocheranno entrambi all'attacco, nei loro ruoli, come nei loro club». In verità, la banda bassotti non porta bene ai fusignanisti, Signori e Baggio naufragarono contro l'Eirc, ai Mondiali; Signori e Zola non entusiasmarono contro la Turchia, a Pescara, anche se il vate contesta: «L'intesa fra Signori e Zola diede ottimi risultati». Contento lui. «Ho parlato con gli interessati - insiste l'Arrigo - e li ho trovati entusiasti. Un anno fa le avrei detto di no, ma adesso..., mi ha detto uno dei due: ho tenuto conto anche di questo». Per la cronaca, l'anonimo è il piccolo Buddha. Il resto della formazione non offre novità eclatanti, basta e avanza il sì della coppia, il sì alla coppia. Pagliuca fra i pali; poi Benarrivo, Costacurta, Minotti e Maldini in difesa; Lombardo, Di Matteo, Albertini e Crippa a centrocampo. Rispetto al 2-0 di Kiev, Pagliuca, Costacurta, Crippa e R. Baggio avvicendano Peruzzi, Apolloni, Berti e Casiraghi. «Dandovi gli undici, vi ho tolto un giorno di discussioni, ma forse vi regalo un mese di polemiche», sorride Sacchi. Quindi: «Se devo sognare, lasciatemi farlo in grande. Può essere che, la mia, sia una non decisione, ma è quello che mi sentivo». Prigioniero di Baggio, anche se spesso è uno «status» inebriante: gli deve molto, gli ha dato tanto. La par condicio non esiste, almeno in Nazionale. Sacchi va dove lo porta il cuore. I lituani ci aspettano a pie fermo. Istruzioni per l'uso: stare corti, alimentare il pressing, liberare la fantasia. E se le cose si mettessero male? «Nessun problema, ho sempre un Casiraghi di scorta». Gli obiettori incalzano: ci mancano colpitori di testa. «Calma e sangue freddo. Primo, Maldini, Crippa, Lombardo non sono gli ultimi arrivati. Secondo, non mi risulta che Bebeto e Romano siano dei giganti, e Baggio e Zola dei nani». Largo ai tap model. Al loro estro, alle loro fregole. Ce ne sarà bisogno, per domare i fieri baltici. L'intesa resta un punto interrogativo, ma anche qui Sacchi viene meno al suo catechismo, per una volta saranno i solisti a dover fare reparto, il collettivo segue a ruota. Non è detto che sia una prospettiva sciagurata. Gene Gnocchi, inviato del Processo del lunedì, lo investe di quesiti osé (per chi hai votato? per gli amici; quante volte fai sesso? quaranta-cinquanta alla settimana). Cede, l'Arrigo, su Savicevic: «Che grande giocatore sarebbe se non avessero inventato il passaggio». Gene non glielo perdona: «Vergogna, è proprio vero che di calcio non capisci niente, la tua forza è il culo». Abbracci e baci, naturalmente. Come fra Baggio e Zola. Roberto Beccanti™ FEDERAZIONE ITALIANA GIUOCO CALCIO L'ITALIA GIOCHERÀ8 COSI1 LOMBARDO BENARRIVO COSTACURTA DI MATTEO