Dopo la sconfìtta con il Padova, l'allenatore replica a chi parla di scudetto in pericolo Lippi la Juve riparte da Vialli di Fabio Vergnano

Dopo la sconfìtta con il Padova, l'allenatore replica a chi parla di scudetto in pericolo Dopo la sconfìtta con il Padova, l'allenatore replica a chi parla di scudetto in pericolo Lippi: la Juve riparie da Vìalli «A Firenze riprenderà in mano il gruppo» TORINO. L'importante è non drammatizzare. Sostiene Lippi che «la sconfitta con il Padova non ha aperto una voragine». Ma intanto la sicurezza di quelli del Polo dello scudetto ha qualche piccola crepa, mentre i corvi prendono coraggio e tornano a volteggiare sulla preda. Gambe molli, idee poche e confuse. Dopo 46 partite la Juve comincia a dare segni di cedimento? Se lo chiedono i tifosi alla vigilia della trasferta di Firenze che potrebbe rilanciare le quotazioni dei bianconeri o proclamare lo stato di crisi. Ma Bettega scioglie la tensione: «La Juve è tranquilla i tifosi devono esserlo altrettanto guardando la classifica e la nostra situazione di finalisti in due coppe. E poi devono sempre chiedersi se sei mesi fa pensavano di essere davanti o dietro, in classifica». Il vicepresidente è tranquillo: «Non ci fasciamo la testa per una sconfitta e andiamo avanti per la nostra strada senza fare calcoli. Non so se a sei giornate dalla fine stia peggio chi ha otto punti di vantaggio o chi deve cercare di recuperarli. Che poi qualcuno tenti di riaprire il campionato fa parte del gioco, tiene vivo l'interesse». Firenze non diventa all'improvviso il crocevia dello scudetto: «Non avremo problemi, senza presunzione crediamo che la Fiorentina debba preoccuparsi di noi». Ma è il Marcello che oggi deve dare spiegazioni. Lippi, come si può spiegare alla gente la sconfitta contro ilPadova? «Sono diverse le motivazioni che hanno portato a una giornata negativa. Qualche giocatore era sotto tono, inoltre non avevamo gli stranieri. Sono il primo ad essere amareggiato e dispiaciuto, ma non sì è aperta nessuna voragine. Il campionato non era chiuso prima del Padova e non si è neppure riaperto dopo il Padova». Ma in giro c'è questa sensazione diffusa. «Il calcio è strano. Dopo la vittoria sul Milan avevamo nove punti sul Parma e ci cucivano già lo scudetto sul petto. Adesso sono otto, ci sono due partite in meno e mettono in dubbio la nostra vittoria». Otto punti di vantaggio a sei giornate dalla fine. Come si può amministrare questo margine? «Non amministreremo un bel niente, non abbiamo speculato quando il distacco era maggiore e non lo faremo neppure ora. Se ci mettessimo a fare dei conti, commetteremmo un errore madornale». Trapattoni diceva che gli scudetti si vincono contro le piccole squadre. Voi rischiate di perderlo per colpa del Padova? «Non siamo i Robin Hood del campionato che tolgono ai ricchi per dare ai poveri. Mi pare che in passato anche il Milan abbia sofferto contro le formazioni minori. Capita». E' preoccupato? «L'unica cosa che mi preoccupa e di non poter sfruttare il turn over. Dopo il Milan ho lasciato a riposo quattro giocatori contro la Lazio in Coppa Italia. Dopo Dortmund, avrei fatto la stessa cosa domenica, se avessi avuto la squadra al completo». Ravanelli è stanco, ha problemi fisici. Non era possibile centellinare meglio il suo impiego nelle ultime partite? «L'ho fermato contro la Lazio, a Reggio è uscito a mezz'ora dalla fine. Per il resto non avevo scel- ta, viste le assenze». Però Saggio non è stanco, ma ha deluso anche lui. «Baggio non è un problema. Ripeto, è stata una giornata no per tutti». Sabato a Firenze? «Tutti sperano di batterci, c'è voglia di riaprire il campionato. Ne prendiamo atto. Ma una sconfitta non cancella una stagione positiva. Sabato riavrò Vialli dal primo minuto». La Nazionale può essere un pericolo per una squadra già stanca... «Ricordo solo che dopo l'Ucraina vincemmo contro il Milan». Quale differenza c'è fra Juve e Parma? «Siamo stati superiori nel rendimento in trasferta, perché abbiamo scelto di rischiare di più. La regola dei tre punti ha cambiato il modo di interpretare le partite. Noi ne abbiamo perse cinque e possono sembrare troppe, ma abbiamo rimediato pareggiandone poche». Fabio Vergnano ■■I

Persone citate: Baggio, Bettega, Lippi, Ravanelli, Robin Hood, Trapattoni, Vialli