Claudia: attrice d'estate
Claudia: attrice (Pestate Claudia: attrice (Pestate «Non lascio mia figlia più di un mese» PARIGI. Claudia Cardinale da anni ormai, con una ostinata costanza, rara per qualunque donna in carriera, continua a tentare di mettere insieme gli impegni di madre con quelli di attrice, i giorni destinati a seguire sua figlia Claudia con quelli occupati dal lavoro sul set. «Nostromo» l'ha accettato perché le permette di coniugare l'uno e l'altro. E così sei mesi fa ha detto sì a Ferdinando Ghia che le chiedeva di interpretare la madre di Linda e Gisella, le due sorelle che si contendono l'amore di Nostromo, nonché la donna che in qualche maniera fa da madre anche a lui. «E' un progetto nel quale mi faceva piacere esserci. Perché avevo voglia di lavorare con Ghia che è uno dei pochi produttori che ancora inseguono i loro sogni, ma anche perché c'è un cast di attori inglesi straordinario, soprattutto Albert Finney. Però fino all'ultimo non mi decidevo ad accettare». Cosa la tratteneva? «L'idea di allontanarmi per troppi mesi da Parigi. Mia figlia ha quasi sedici anni, frequenta una scuola inglese e a fine anno ha sempre un esame. Ho accettato quando la produzione ha ridotto il mio impegno a un solo mese di riprese». Quando parte? «Andrò a Cartagena ai primi di maggio. Voglio essere là qualche giorno prima per abituare il mio corpo al clima. C'è un'aria calda e umida e io devo recitare in un co¬ stume fine ottocento: maniche lunghe, gonne, sottogonne, colletti. Sarà pesante». Un po' «Fitzcarraldo»? «No, per me sarà tutto più breve e più facile. E' un piccolo ruolo». Perché non porta anche sua figlia con sé? «Intanto ha la scuola. E poi vedermi recitare l'annoia molto. Per noi attori il set è un luogo di lunghe pause. Uno stillicidio». Le dà fastidio? «No. A me piace. La vita con la troupe mi distrae e poi, siccome non credo a una recitazione troppo studiata, spesso mi isolo per ripassare la parte. Nel cinema, a mio avviso, conta più la freschezza della scoperta di un sentimento che la tecnica dell'immedesimazione». Come mai dopo «La storia» di Comencini non ha più lavorato per la nostra televisione? «Sono diventata più selettiva. Scelgo con cura, dico molti no. Non mi piace allontanarmi a lungo da casa. Preferisco fare il cinema che si gira d'estate». Lei vive a Parigi da tanti anni: cosa l'ha spinta? «E' stato il caso. Quando Claudia era piccola avevo già vissuto a Parigi con Pasquale. Poi però eravamo tornati a Roma. Ci sono venuta di nuovo per girare quell'enorme film che i francesi hanno fatto per celebrare la rivoluzione dell'89 e ci sono rimasta. Mia figlia andava a scuola a Parigi: non ho voluto farle cambiare di nuovo Paese. Ma vado e vengo da Roma dove è rimasto Pasquale». E' vero che girerete il seguito de «Il Gattopardo» con la regia di Mauro Bolognini? «Non ne so nulla. L'ho letto sul giornale. E' vero invece che con Squitieri abbiamo un progetto». Quale? «Dopo il film "Marig" di Verneuil che farò questa estate, ci piacerebbe realizzare, proprio per la televisione, sei puntate corrispondenti a sei diversi processi di Giselle Halemy, un avvocato che è diventata un mito per la costante difesa delle donne. Ci stiamo dietro da tanto tempo, speriamo di farcela». [si. ro,]
Persone citate: Albert Finney, Claudia Cardinale, Comencini, Ferdinando Ghia, Ghia, Mauro Bolognini, Squitieri, Verneuil
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