Odissea per 2 sul Rosa la bufera blocca le ricerche di Enrico Martinet

PRIGIONIERI DEI GHIACCI Odissea per 2 sul Rosa La bufera blocca le ricerche li. DRAMMA SCERVINIA PARITI in mezzo ai giganti di roccia e ghiaccio, in un labirinto di crepacci sferzati da sei giorni da una bufera di neve spinta a 70 chilometri l'ora. Chissà se tra i seracchi c'è la tenda gialla? Luca Bottero, 32 anni, savonese, laureando in ingegneria, e Fiorella Broseghini, 27, consulente del lavoro di Biselga di Pine, 30 chilometri da Trento, l'avevano con loro. Insieme con viveri per tre giorni e i sacchi a pelo. A quei pochi metri quadri di tela imbottita è legata la loro vita. E' da sei giorni che sono in quella follia di ghiaccio ai piedi della lunga catena del Breithom. I loro sci con le pelli di foca arrancavano su un itinerario in diagonale a 3700 metri di altitudine quando sono stati inghiottiti dalla nebbia. Erano le 10 del mattino di mercoledì. Li avevano salutati da poco due giovani alpinisti che seguivano un altro itinerario, sempre sui ghiacciai del Monte Rosa. Alle prime luci i quattro avevano lasciato il rifugio Guide di Ayas, sul lungo sperone di roccia del Lambronecca piantato nel ghiacciaio di Verrà, nella valle di Champoluc. Le loro ultime parole erano già state stracciate dalla bufera. Andavano spediti, erano allenati Luca e Fiorella. Conoscono la montagna. Avevano appena concluso quell'itinerario il giorno prima. Avevano raggiunto il rifugio martedì dal versante di Cervinia. In funivia fino ai 3500 metri di Plateau Rosa, poi con gli sci fino al Piccolo Cervino (dove arriva una telecabina da Zermatt), quindi discesa al colle del Breithorn e al colle di Verrà. Tutto sul grande ghiacciaio che come un mantello è gettato tra le due vallate valdostane, del Cervino e di Ayas. Un «paradiso», ma soltanto con il sereno, nella bufera è un inferno. E' come un mare gelato, con «onde» di 30, 40 metri, pinnacoli ghiacciati, voragini nascoste da insidiosi ponti di neve. Da mercoledì il vento non ha cessato che qualche minuto e in tutta la zona imperversa una nevicata invernale: in cinque giorni si sono accumulati tre metri di neve. La montagna è inavvicinabile, il rischio di valanghe è enorme. Giovedì la prima squadra di soccorso ha rischiato la vita. E' accaduto sotto il Breithorn Centrale. Una valanga l'ha travolta: quattro soccorritori, due guide, Marco Barmasse e Giorgio Cazzanelli, un'aspirante guida, Ivan Bianchi, e un finanziere, Roberto Ferraris, sono stati trascinati per cento metri. «Avevano tagliato un pendio in quel muro di nebbia», dice Giuliano Trucco, coordinatore dei soccorsi. «E' un inferno, lassù», continua a ripetere Trucco. Ma c'è speranza? «Sì, io spero ancora. Luca e Fiorella avevano viveri, erano attrezzati bene. Speriamo siano sotto la tenda e che sovente l'abbiano scaricata dalla neve». Il suo vice, la guida Corra¬ do Chatillard parla di un'altra speranza, un piccolo bivacco arrampicato su uno spuntone roccioso sotto l'imperiosa Roccia Nera. I fidanzati gli sono passati sotto, a neanche 300 metri di distanza. «Se l'hanno visto - dice la guida - forse si sono rifugiati lì». Le squadre di soccorso fanno i turni di guardia anche di notte. «Dobbiamo essere pronti per ogni schiarita». E possono contare su due elicotteri, quello della protezione civile di Aosta e lVAlouette» di Air-Zermalt che non ha problemi di legge, può volare anche di notte. Domenica sera la guida svizzera Bruno Yelk, chiamato da Trucco, si è fatto trasportare con l'elicottero fino a 2900 metri, sul versante svizzero, ma oltre non ha potuto proseguire per la nebbia e il vento. Guide e finanzieri valdostani hanno invece trascorso la notte nel rifugio del Plateau Rosa, dopo tre tentativi falliti, alle 4, alle 14 e alle 18. Ma la tenda gialla di Luca e Fiorella può resistere. E oggi le guide ripartono: il meteo svizzero assicura una schiarita. Enrico Martinet PRIGIONIERI DEI GHIACCI

Luoghi citati: Aosta, Ayas, Trento