Lévy: «E ora Jospin rinneghi Mitterrand» di Enrico Benedetto

Lévy: «E ora Jospin rinneghi Mitterrand» Lévy: «E ora Jospin rinneghi Mitterrand» B PARIGI ERNARD-HENRI Lévy, filosofo. E, forse, l'intellettuale più noto tra quelli schieratisi - fin dall'inizio - con Lionel Jospin. Il successo della Gauche al primo turno presidenziale ha sorpreso Francia ed Europa. Ma alcuni politologi ne propongono una interpretazione «in negativo». Più che premiare Jospin, si dice, gli elettori volevano in realtà sanzionare la rivalità fratricida Chirac-Balladur. «E' vero, esisteva una congiunzione di circostanze favorevoli a Lionel Jospin. Ma vorrei sottolinearne i non indifferenti meriti personali e politici. In particolare, il rifiuto della demagogia che lo avvicinava aBalladur - e il rigore etico. Ma sopra tutto il desiderio di costruire quell'introvabile socialdemocrazia che la Gauche francese insegue, invano, da sessantanni. Forse ci siamo davvero, la Terza Sinistra sta per nascere». Stamane Jean-Marie Le Pen ha detto di «rispettare» Jospin, definendolo «uomo incorruttibile». Lodi inattese, che fanno riflettere. «Jean-Marie Le Pen non sta facendo altro che alzare il prezzo con Chirac. Gli lascia balenare l'ipotesi di un appoggio al secondo turno per sondarlo sulle contropartite politiche. Mi aspetto che Jospin e lo stesso Chirac non tengano in alcun conto tali avances e respingano qualsiasi compromesso con il Front National». Compresa l'introduzione della Proporzionale nelle Politiche, di cui Le Pen sarebbe il primo a beneficiare? Ma Jospin l'ha già prò- messa. «Non importa: dovrà rinunciarvi lo stesso. Perlomeno se vuole continuare ad avere l'appoggio mio e di quelli - moltissimi - cha la pensano come me. Occorre che entrambi i candidati superstiti prendano davanti alla nazione il solenne impegno di non modificare' la legge elettorale. Lo definirei un vero e proprio "patto repubblicano". Le Pen ci tengo a sottolinearlo - ha un'ideologia non molto dissimile da quella che anima il fondamentalismo islamico: il fantasma della purezza, la società "pulita" minacciata da sozzi parassiti. E' pericoloso. Eppure anch'io - nei mesi scorsi - ho sottovalutato il rischio Le Pen. Anzi, lo consideravo addirittura politicamente morto o quantomeno in via di emarginazione». Tra i grandi sconfitti del Primo Turno, la palma spetta ai sondaggi «La demoscopea si è trasformata in speculazione elettorale, trasformando i cittadini in ope- ratori borsistici. Alla City, i bookmakers fanno quattrini anticipando rialzi e crolli del mercato. E' lo spettacolo indecoroso cui ormai assistiamo in Francia. I candidati diventano titoli, cedole, azioni, e il gioco perverso». A tredici giorni dal 7 maggio, Lionel Jospin ha bisogno di rastrellare nuovi consensi. Ha qualche suggerimento da dargli? «Che continui a seguire la sua strada, senza volgere lo sguardo alle troppe Sirene in circolazione. Come ogni statista, il suo motto sia: "Chi mi ama, mi segua"». La Destra cercherà di presentarlo quale continuatore del mitterrandismo. E' un'eredità pesante. Gli conviene assumerla? «L'unica chance che Lionel Jospin ha di salire all'Eliseo consiste proprio nell'abbandonare la zavorra mitterrandiana, in particolare i molti aspetti "noirs" dell'ultimo settennato. In caso contrario, è un uomo morto. Ma si trova già sulla buona strada. Non ha forse rinunciato a sollecitare la sponsorizzazione del Presidente? Noi è peraltro un mistero che gli intimi di Mitterrand votino Chirac o il pcf Hue. Ma la rottura Jospin-Mitterrand dovrebbe essere ancora più vistosa in politica estera su temi come Africa, Bosnia, Cecenia. Ci sono già segnali positivi in tal senso: matureranno ancora». Un futurologo e analista di fama mondiale come Alain Mine lascia Balladur per votare Jospin. E' l'ennesimo tradimento dei chierici? «No. Anche il Mine balladuriano era di Sinistra. Semplicemente riteneva che solo il primo ministro potesse bloccare un demagogo come Chirac. E' normale che riprenda la battaglia tra i ranghi di Lionel Jospin, l'unico che ancora sbarri la strada per l'Eliseo al sindaco di Parigi». Enrico Benedetto «Tutti abbiamo sottovalutato il rischio Le Pen, isoliamolo» ■ Il filosofo Bernard-Henri Lévy è il più noto tra gli intellettuali schieratisi al fianco di Jospin

Luoghi citati: Africa, Bosnia, Cecenia, Europa, Francia, Parigi