Michelini denuncia: troppe schede annullate ingiustamente, questo verdetto non è regolare Badaloni, il giorno del sorpasso di Massimo Gramellini

Michelini denuncia: troppe schede annullate ingiustamente, questo verdetto non è regolare Michelini denuncia: troppe schede annullate ingiustamente, questo verdetto non è regolare Badaloni, il giorno del sorpasso «Da conventi e negozi la spallata decisiva» ROMA. «Invece a Michelini je puzzano i calzini», cantano felici Chiara Badaloni e i suoi amici, i terribili Bada-boys, mentre alle sei della sera il televisore annuncia per la prima volta il sudato sorpasso, roba da 0,1%, chissà se dura. «Se vinco sarà per duemila voti», borbotta Bada-papà, Piero Badaloni in persona, appena scampato in strada a un assalto di suorine. Adesso è nel suo quartier generale dietro il Vaticano, anche lui col naso dentro i telegiornali. La tv troneggia sul palco, eppure è in bianco e nero, senza telecomando e si vede male. Quanto sa di centrosinistra tutto ciò. Chiara e compagnia schitarrante passano ad occuparsi di Pannella, al quale, sostengono, puzzerebbe l'ascella. Badaloni ha problemi meno drammatici, il colletto della camicia infradiciato dalla tensione, e si avvicina cauto alla Bada-moglie, la scoutessa onoraria Maria Novella. «Che faccio?». «Apriti la camicia, così si asciuga». Inutile, tanto al prossimo scrutinio ricomincia a sudare. Duemila voti, dùemilacinquecento, pare. Come una finale dei mondiali che si decide ai rigori. Duemila voti e chissà dove li ha presi, se vince, o dove li ha persi, se a vincere sarà l'impostato Michelini: «Li ho presi nei conventi e nei negozi». Badaloni si accascia in poltrona, col suo completino grigio vigogna che commuove. «Sabato sera, ero seduto proprio qui. Per due ore, fra le otto e le dieci, sono stato bombardato di telefonate di badesse e commercianti, le due categorie più divise. Mi dicevano: votiamo per lei se ci garantisce su D'Alema. E io a spiegare che non tutti quelli che stanno contro Berlusconi sono per forza comunisti, ed era proprio per farla finita con queste bugie multimediali che avevo deciso di candidarmi». Entra nella stanza Mario Pastore, antico volto della Rai di lotta e di governo: «Piero, arrivo da Saxa Rubra. Vedessi che facce, nei tg! Quelli che godevano ieri sera adesso sono cupi e tenebrosi». Badaloni sorride: «L'altra notte Michelini era a cantar vittoria sul Tgl, con Damiani a reggere il microfono. Vespa, da studio: peccato che Badaloni non possa replicare... Certo che non posso, se non mi chiami! L'ho chiamato io. E gli ho detto: caro Bruno, la par condicio me la garantisco da solo, perché se aspettavo te...». E torna a pensare alle sue badesse del sabato sera: «Nove su dieci mi hanno detto sì. La decima: non so se ce la faccio a votare i comunisti, però stanotte io e le altre sorelle veglieremo in preghiera. Le ho detto: brava, madre, voti Michelini, ma preghi per me». Saranno le preghiere o i brogli denunciati dal Polo, però i voti di vantaggio lievitano, stanno diventando cinquemila, e fra i Bada-boys spuntano nuove chitarre e già si canta «We are the champions, ìny friends». «Latina! Fai che abbiano già scrutinato tutta Latina», implora a mezza voce Ba¬ daloni, che nella capitale del voto nero è andato a chiudere la campagna elettorale, nel disperato tentativo di riacchiappare alla Bada-causa qualche migliaio di finiani instabili. «Uno m'ha detto: non glielo posso dì, però voto An nel proporzionale e nel maggioritario lei». Settemila voti di vantaggio: anzi otto, nove, dieci, chi li ferma più. Bada-vai. Arrivano l'ex vicepresidente del Csm Galloni e poi Giovanna Melan¬ dri con i dati di Roma: il Testaccio è badalonizzato, si marcia compatti verso Trastevere. «Vuoi vedere che vinco davvero?», torna a sudare il colletto di Badaloni. «Ho parlato mezz'ora al telefono con Prodi. Mi ha detto che il Lazio è un laboratorio anche per lui. Ci credo! Mi sono sganciato dai partiti e così li ho tenuti tutti insieme: Rifondazione non ha portato via neanche un voto al pds e sono andati forte anche i popolari di Bianco. Grande, oh, Jerry White! Mi ha promesso che stapperà quattro bottiglie di vino in mio onore. Ho visto anche D'Alema: mi ha detto: complimenti, lei ha l'atto una campagna elettorale straordinaria. Lo so, d'altronde chi aveva mai avuto una squadra così?». E indica il coro di camicie a scacchi, jeans e chitarre che sta ricominciando a rimare Michelini con calzini. Sono loro, i Bada-boys, il ve- ro fatto nuovo di questa campagna elettorale. Finita l'era degli apparati di partito, rappresentano la prima risposta vincente del centrosinistra ai funzionari di Publitalia: diversi nel look e nell'approccio, simili nella determinazione feroce di apostolato. Arrivano dal volontariato o dall'ambientalismo, e per la prima volta hanno dedicato energie non alla cura di un vecchietto o alla pulizia di un fiume, ma alla propaganda per un candidato amico. Hanno fra i diciotto e i cinquantanni, chi lavora si è messo in ferie per qualche settimana. Lavorano gratis e pare che sia questo il particolare che ha più sconvolto la gente. «Ma non avete niente di meglio da fare nella vita!», li respingevano le casalinghe berluscone. «Voto Fini e non mi rompere, che sto a rimorchia», li apostrofavano i bullctti col bomber. E loro niente, implacabili, con 'sto sorriso sulle labbra che se sei depresso ti dà ai nervi, ma alla fine può anche essere invidia, perché questa è gente che crede ancora in qualcosa: Dio, l'Ecologia, Buddha, più raramente il Socialismo. «Grazie ragazzi, abbiamo vinto!». Il colletto della Bada-camicia è asciutto, finalmente. Massimo Gramellini La rimonta comincia nella tarda mattinata A sera i «Bada-boys» danno il via alla festa Il brindisi di Bianco, gli auguri di Pastore A sinistra il vincitore del duello, Piero Badaloni ifotoagfj qui sotto Alberto Michelini, candidato del Polo, lo sconfitto

Luoghi citati: Latina, Roma