Milioni di schede nulle vanno in crisi elettori e scrutatori di Raffaella Silipo
Milioni di schede nulle Milioni di schede nulle Vanno in crisi elettori e scrutatori IL VOTO DIFFICILE IL record pare si sia avuto a Mombarcaro, paese della Langa con 500 elettori: un terzo delle schede non era valido. Ma è una regola più che un'eccezione: sono milioni i voti nulli o bianchi in tutta Italia. Nel Cuneese la percentuale per le regionali è del 16,5, per le provinciali si arriva al 24 per cento: il secondo partito della zona. Nel Barese le schede nulle per le regionali sono il 14 per cento nel maggioritario e il 16 nel proporzionale. Per le provinciali salgono al 20 per cento. In Calabria superano il 10 per cento dei voti validi. In Sardegna sono ottantamila, in Campania centomila. A Venezia più di 19 mila, contro le seimila appena delle precedenti politiche. Si parla di un 10 per cento di voti non validi, contro il 2 per cento abituale. E mica soltanto i votanti hanno avuto problemi: anche scrutatori e presidenti di seggio spesso non sanno che pesci pigliare. Così, in tre quarti delle sezioni di Bari (400 su 516) il conto dei voti validi è tutto da rifare, la prefettura ha trovato un errore di calcolo. A Montesilvano, in provincia di Pescara, devono essere riviste 460 sezioni. Ma ovunque lo spoglio è lentissimo. A Potenza, per superare i ritardi, il prefetto Renato Profili ha dispostò l'intervento di funzionari della prefettura e segretari comunali «per sostenere l'attività di presidenti e scrutatori». Di chi è la responsabilità? Al Viminale mettono le mani avanti: «Noi siamo obbligati a seguire la legge spiegano --disegniamo la scheda che viene poi inviata al Poligrafico dello Stato per i lucidi. Da lì la bozza torna in Parlamento come allegato al decreto di approvazione. E il Parlamento ha l'ultima parola». Il ministro dell'Interno Antonio Brancaccio ammette: «Onestamente il voto con il nuovo sistema non è .stato facile. Ma vi erano ragioni politiche alla base della legge: io, come ministro tecnico, su queste ragioni non voglio né posso pronunciarmi. L'unico mio dovere è quello di applicare correttamente la legge, come deve fare ogni buon magistrato». Bran¬ caccio non si sbilancia: «Il giudizio sulla complessità del voto è una valutazione su cui è necessario andare molto cauti. Vi saranno state senz'altro buone ragioni a motivare l'accordo parlamentare, per un sistema di voto rispetto ad un altro». Poi concede: «E' evidente che sarebbe preferibile un sistema elettorale semplificato», Gran parte dei -problemi è da ascrivere all'anomalia della scheda «provinciale», dove era valida soltanto la croce sul simbolo, non sul nome del candidato, come sempre invece in passato. «Scheda assurda», tuona Indro Montanelli dalle colonne del «Corriere della Sera». «Dopo averla spiegata tante volte, forse ho sbagliato anche io... Gli autori di questa legge vanno portati in tribunale, e poi assolti per incapacità o imbecillità». «Schede troppo difficili per la gente», rincara il professor Panaiotis Kantsas, presidente della Società italiana di psicologia politica. «L'imperizia di chi ha scelto un sistema così confuso e così complicato ha reso difficile a tantissima gente, anche colta ed interessata, il voto. Figuriamoci che cosa è succèsso nelle campagne, o tra le persone anziane». Kantsas azzarda una spiegazione psicologica; l'Italia in questo momento non vuole un voto chiaro: «E' come se ci fosse Un'intenzionalità inconscia che l'elettorato non si esprima chiaramente e il sistema politico abbia bisogno ancora di rimanere, per un certo periodo, nella confusione e nella indeterminazione. Gli elettori si sono trovati in una situazione in cui non potevano scegliere, in modo di ottenere un risultato pari: una situazione in cui non emerge né l'uno, né l'altro». Il che non consola elettori e scrutatori, reduci dall'ubriacatura del voto stanchi, confusi, arrabbiati, inadeguati. Come non comprendere i responsabili del sèggio diCastelli, nei pressi di Teramo, che ad un certo punto hanno mollato baracca e burattini, sigillato urne e plichi, per una scappata al ristorante? Raffaella Silipo
Persone citate: Antonio Brancaccio, Indro Montanelli, Panaiotis, Renato Profili
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