L'annuncio dopo un pranzo con d'Alema: «Sono contento, ma attenti: l'euforia può fare molto male» Prodi: Veltroni corre con me

L'annuncio dopo un pranzo con d'Alema: «Sono contento, ma attenti: l'euforia può fare molto male» L'annuncio dopo un pranzo con d'Alema: «Sono contento, ma attenti: l'euforia può fare molto male» Prodi: Veltroni corre con me «E l'Olivo sarà il simbolo unico» IL PROFESSORE A CACCIA DI ALLEATI bologna dal nostro inviato «Ah, dimenticavo, Walter Veltroni correrà con me». Detto così, sugli scalini della stazione di Bologna, appena sceso dal Pendolino che arriva da Roma. Prego? «Dico che nell'ipotesi di coalizione di centro sinistra, io e Veltroni correremo insieme». Cioè lui sarà il numero due? Prodi ride, stringe le spalle fa un mezzo no e un mezzo sì: «Non il numero due, insieme, nel senso che si lavorerà assieme». Minimalista come d'abitudine, il professor Romano Prodi che scende dal treno pattinando sui sorrisi. Arriva da Roma, ore 19,32, dopo un pranzo con abbracci e carciofi in compagnia di Massimo D'Alema e Walter Veltroni, ristorante La Vecchia Roma. Un'ora di chiacchiere, tutti e tre nutriti dalle molte e assai vitaminiche schede elettorali in affluenza perpetua. La vittoria del centro sinistra, lo smagrimento del Polo, non solo rafforzano Prodi, ma praticamente lo incoronano. E perciò ecco la tabella di marcia: Olivo come simbolo unitario nelle prossime politiche. Nome dell'alleanza: Unione Democratica. Data buona: ottobre, ma se succederà, anche giugno può andar bene. Un programma scritto nero su bianco: stato legero, liberalismo temperato, welfare, federalismo fiscale, antitrust. Poi le primarie per designare tutti i candidati. Trattative a ampio raggio, compresi Lega e Rifondazione. Infine convention generale, quando Scalfaro suonerà il via. Almeno sulla carta, un viaggio in discesa. O no? «Calma, calma. Io sono molto contento dei risultati, ma vorrei evitare l'euforia» borbotta Prodi che non ha perso il suo passo da ciclista. L'altra notte, mentre dal bidone dei sondaggi piovevano numeri al doppiobrodo, teneva nervi saldi imbracciando mortadella e telecomando: «Ragazzi non sta andando male, aspettiamo». Oggi, che i numeri sono girati in modo clamoroso, tiene stretta lo borsa e la risata: «Ragazzi è andata bene, però...». Però cosa, professore? «Non mi piace l'euforia di oggi come non mi piaceva la tristezza dell'altro ieri. Abbiamo an¬ cora un sacco di lavoro da fare». Cominciamo dall'inizio. «L'inizio è un mese e mezzo fa, quando mi sono messo in giro per l'Italia con il pullman e i giornali facevano finta di non capire». Non capire cosa? «Che era una cosa seria». Dunque... «Dunque non mi sorprende più di tanto questa vittoria elettorale, si sentiva che in Italia stava succedendo qualcosa. Le elezioni sono la conferma più lampante che l'ipotesi politica di un centro sinistra vincente è talmente reale da essere vera». Vera nei temi e nei modi? «Cominciamo dai modi. L'obiettivo massimo è questo: ar- rivare con un solo simbolo, l'Olivo, nella scheda elettorale sul maggioritario». Non più Quercia, Olivo, Scudo e quant'altro? «Non più. Tutti i simboli scompaiono, come dire, fanno un passo indietro, e tutti i leader, tutti i partiti, tutti i movimenti, si mettono sotto all'Olivo». Tutti i partiti, quali? «Quelli che sottoscriveranno il programma. L'ho ripetuto cento volte, io non voglio l'ammucchiata... Si ricorda Berlusconi? Fece alleanze diverse al Sud e al Nord per incassare voti. A me questa roba non interessa. Facciamo un programma e chi ci sta sottoscrive». Al momento il pds, i democratici, i laburisti, i verdi. Anche i popolari di Bianco? «Dalle ultime dichiarazioni, mi pare proprio di sì». Anche la Lega? «Ho intenzione di incontrare Umberto Bossi e di parlarci a lungo». Per dirgli? «Quello che dirò a tutti: uniti si vince». E Rifondazione? «Se non sbaglio Bertinotti ha appena parlato di un cartello unitario da discutere... Vede che la strada si sta spianando?». Berlusconi diceva: le vittorie uniscono, poi si è visto come gli è andata. «Quella di Berlusconi era una truffa non un'alleanza». Quindi la vostra scheda elettorale come sarà? «Io la immagino così: nella parte maggioritaria l'Olivo, nella parte proporzionale tutti i simboli dei partiti aggregati». E il suo? «Non ci sarà, io non ho un partito». Né ha intenzione di fondarlo. «Non ne vedo il motivo. Ormai sono solo Fini e Berlusconi a ripetere che io sarei un paravento di D'Alema. Un paravento poi... Ma si sono accorti che razza di vento sta soffiando?». Senta prof, e i comitati? «I comitati lavorano e si moltiplicano credo che oggi siano più di 2 mila». E' vero che li riunirà a maggio? «A maggio ci sarà la riunione dei settanta coordinatori regionali. Verso giugno stiamo pensando a una grande convention magari a Roma, magari a Bologna». Lei sarà il candidato a Palazzo Chigi. E Veltroni? «Sarà accanto a me, come candidato alla squadra di governo». Squadra scelta come? «Stiamo studiando il modo di fare le primarie». Per tutti? «Ovvio: simbolo nuovo, uomini nuovi, programma nuovo. E chiaro che anche il mio nome passerà al vaglio delle primarie, ci mancherebbe». Che funzioneranno come? «Tecnicamente sarà una cosa molto complicata, la stiamo studiando, ma in un modo o nell'altro le faremo». E una volta trovati i candidati? «L'idea è di chiamarli a raccolta appena verranno fissate le elezioni, cioè quando Dini avrà finito il suo lavoro e si sarà dimesso in Parlamento. Se Scalfaro scioglerà le Camere, si formalizzerà l'Unione Democratica e il giorno x apriremo la campagna elettorale insieme». Tutto molto spettacolare. «Spero tutto molto serio. Questa è un'occasione storica». Adesso va a casa a festeggiare? «Macché festa, vado a casa: cena, poi nanna. Domani si riparte in pullman». Niente vacanza? «Non ci penso neanche». Destinazione? «Toscana, se non sbaglio una regione rossa. O no?». Pino Corrias «Parlerò anche con l'Umberto della Lega per dirgli: "Amico mio, solo uniti si vince"» nn(f\\ Nella foto grande il leader dell'Olivo, Romano Prodi. Qui accanto la raccolta di firme in suo favore e sotto il direttore dell'Unità Walter Veltroni •

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