Turin Marathon: la veneta si rilancia vincendo sotto la pioggia a tempo di record Munerotto un lampo nel diluvio di Roberto Condio

Turin Marathon: la veneta si rilancia vincendo sotto la pioggia a tempo di record ATLETICA Turin Marathon: la veneta si rilancia vincendo sotto la pioggia a tempo di record Munerotto, un lampo nel diluvio E l'algerino Sakhri beffa i favoriti Durbano e Salah TORINO. Dopo Kapkiai, Sakhri. La Turin Marathon si sta specializzando nel lanciare alla ribalta perfetti sconosciuti. L'anno scorso fu il keniano a sorprendere tutti al suo debutto sulla distanza; ieri è stato l'algerino, discreto specialista alla ricerca del primo acuto, a vincere nonostante una caduta al 2° chilometro che lo ha costretto a una corsa in rimonta. Sid Ali Sakhri, 34 anni a dicembre, ha preceduto i favoriti Durbano e Salah, coppia leader nella fase centrale della gara. Staccatissimo Bernardini, l'altro big azzurro, tonico fino a metà corsa e poi scivolato con le gambe dure a un deludente 10° posto a 4'29" dal primo, specchio fedele di una condizione ancora approssimativa dopo uno sfortunato '94. Ma la grande protagonista della 5a edizione di una maratona ancora una volta bagnatissima (pioggia battente dal primo all'ultimo metro e fatica supplementare per i 2700 concorrenti) è stata Rosanna Munerotto. La 32enne veneta della Sisport torinese ha vinto in 2h29'31": record della gara polverizzato (2'13" meglio del tempo siglato l'anno scorso da Laura Fogli) e «personale» limato di 3". In una prova così lunga tre secondi sono un'inezia, ma mai come in questa occasione assumono un significato pesante cancellando due anni di sofferenze, di guai fisici, di timori di non tornare più quella che nel '92 esordì nella maratona a Carpi scendendo subito sotto le 2 ore e mezzo. «Rosanna aveva bisogno soprattutto di ritrovare fiducia in se stessa - dice Renato Canova, responsabile azzurro del settore -. Per questo le abbiamo evitato 10 stress della partecipazione alla Coppa del Mondo di 15 giorni fa. Torino era la gara ideale per 11 suo rilancio: un percorso veloce, rivali non eccezionali, poche responsabilità». La Munerotto non ha tradito ma la sua è stata tutt'altro che una passeggiata. Accompagnata dalla Fogli nei primi 10 km, strada facendo Rosanna ha scoperto nella estone Salumae una rivale dalle insospettate qualità. Rapidissime alla boa di mezza maratona (Ih 14'05"), le due hanno viaggiato assieme fino al 29° km. Poi, incitata dal pubblico e dal suo tecnico Luciano Gigliotti che l'ha seguita in moto, l'azzurra ha allungato. «Ho guadagnato qualche secondo - racconta - ma non sono mai riuscita a staccare la Salumae. Soltanto negli ultimi metri ho avuto la certezza del successo. Sono felicissima: con questa pioggia una prestazione del genere non me l'aspettavo proprio. A metà gara mi ero irrigidita per il freddo e poi ho avuto problemi d'appoggio per colpa delle scarpe troppo vecchie e con la suola ormai liscia. E' stata una faticaccia, però mi sono finalmente ritrovata. Adesso sotto con i Mondiali: a Goteborg, in agosto, non voglio fallire». Diciotto minuti prima della Munerotto, in piazza Castello aveva festeggiato il suo inatteso trionfo Sakhri. «Dopo 6' sono caduto scivolando in una pozzanghera - sottolinea l'algerino -. Davanti andavano fortissimo. "Sei spacciato", mi sono detto. Tra l'8° e il 10° chilometro ho provato ad accelerare: le gambe rispondevano bene e ho insistito». Dopo 25 km Sakhri perdeva 37" da Durbano e 8" da Salah. Li ha raggiunti poco prima della passerella sul Po (35,3 km) e ha piazzato l'allungo decisivo poco dopo l'ingresso nel Valentino (36,2 km), chiudendo indisturbato in 2h 11 "35. Walter Durbano, secondo, ha fallito il tris di vittorie torinesi per 34". Lanciato dal keniano Masai («lepre» anche troppo veloce con due km corsi addirittura sotto i 3'), era stato proprio il canavesano il capofila della prima metà completata con un promettente Ih 04'28". «Pensavo proprio di farcela - confessa -. Avevo un 2h 10' a portata di mano, ma al 36° chilometro, quando Sakhri è scattato, ho accusato una fitta terribile al fegato. Sono andato avanti per 3-4 minuti quasi piegato in due dal dolore. Quando mi sono ripreso, ho riagguantato Salah ma l'algerino ormai se n'era andato». Roberto Condio

Luoghi citati: Carpi, Torino