Nel Gran Premio del Giappone miglior risultato è il terzo posto dell'Aprilia nelle 125 Suzuka una trappola per gli italiani
Nel Gran Premio del Giappone miglior risultato è il terzo posto delTAprilia nelle 125 Nel Gran Premio del Giappone miglior risultato è il terzo posto delTAprilia nelle 125 Suzuka, una trappola per gli italiani Acqua e guasti: tutti ko SUZUKA. «I casi sono due: o aboliamo definitivamente il Gran Premio del Giappone, oppure, prima di tornare a casa, mèglio per tutti noi allungare la strada e passare prima da Lourdes. Mai vista una dose così massiccia di sfortuna». Carlo Pcmat, direttore sportivo dell'Aprilia, è il ritratto della delusione. Dai box del suo team, al riparo dagli scrosci d'acqua che hanno fatto di Suzuka un circuito più adatto a gare di offshore che a corse di motociclismo, ha assistito impotente alla disfatta di mezzi e piloti italiani in tutte le classi. Sì, proprio una brutta figura, rimediata in casa della diretta concorrente, la Honda, che, pur avendo gettato al vento con Doohan la vittoria nella classe regina, la 500 (successo della Suzuki di Beattie) si è tolta la soddisfazione di vincere nelle 250 (con Waldmann), nelle 125, portando sul podio addirittura la famiglia Aoki al completo (i fratelli Haruchika, 1° nelle 125; Nobuatzo, 2° nelle 250 e Tadajuchi 3° nelle 500). Ancora una volta, quindi, il G. P. del Giappone sfugge ai desideri di conquista degli italiani ma nella maggior parte dei casi i nostri piloti non hanno avuto colpe specifiche bensì solo tanta sfortuna. Quando i piloti delle 250 si schierano, il cielo rovescia sul circuito secchiate d'acqua. Sulla linea di partenza, qualche istante prima del via, Biaggi vede spegnersi di colpo il quadro comandi sulla sua Aprilia: la centralina elettronica non funziona a dovere ma non c'è tempo per cambiarla. Biaggi parte bene, meglio di lui fanno Okada, Waldmann e Doriano Romboni che sotto l'acqua sembra davvero il più bravo di tutti. Pochi giri e si ferma Bayle, compagno di Biaggi. Anche la sua centralina è ko, colpa della pioggia. Il guaio è grosso; rimangono aperte e bloccate le valvole sullo scarico, quelle che servono a rendere il motore più docile ai bassi regimi. Per Biaggi guidare diventa quasi impossibile, ma occorre stringere i denti e cercare di fare punti. Romboni, intanto, sotto il diluvio ingaggia con Okada una bella lotta. Sembra avere la meglio ma sul più bello gli capita un guasto incredibile quanto raro: rottura dell'albero motore. Biaggi scivola indietro mentre in testa cadono, nell'ordine, Kenny Roberts jr e poi Okada. Waldmann prende il comando mentre la pista si allaga. Cade anche lui, si rialza e resta al comando. Al 13° giro è a terra anche Biaggi in pieno rettilineo, scivola per 300 metri prima di fermarsi indenne. Per sua fortuna i giudici espongono la bandiera rossa. Il risultato è quello del giro precedente. Max è nono, ma la classifica risulta pesante. Le 500 partono con quasi un'ora di ritardo e per motivi di sicurezza si accorcia la prova. I primi giri sono uno show della Honda, con Itoh più lesto a mettersi in vista, seguito dalla Yamaha di Cadalora che sul bagnato preferisce correre con entrambe le gomme Dunlop. Doohan, attardato alla partenza, giro dopo giro si riporta nelle prime posizioni, trascinandosi dietro il connazionale Beattie (Suzuki). Per l'australiano si profila nuovamente un successo, anche perché Itoh pensa bene di autoeliminarsi con una caduta. Quando tutti si apprestano a festeggiare la sua terza vittoria stagionale ecco l'imprevisto: Doohan affronta una variante a velocità troppo sostenuta, la moto comincia a serpeggiare e Michael si ritrova nell'erba. Riesce a mantenersi in piedi, ma Beattie lo passa per andare a vincere il suo primo G. P. della carriera. Cadalora, sempre più polemico, chiude al 4° posto, ma non lesina critiche al suo team («Hanno il pilota più forte del mondo e lo fanno correre come un privato da ultima fila. In tre Gran Premi abbiamo portato a casa le ossa e due quarti posti. Dobbiamo accontentarci»). Il povero Capirossi, invece, fa anche troppo, con quella mano in disordine. Si batte, ma una scivo¬ lata senza conseguenze lo ferma a 7 giri dal termine quando era ottavo. Decimo Reggiani: buon risultato per la sua Aprilia 400. Per non smentirsi, anche la classe 125 ha visto gli italiani protagonisti in negativo. Fuori quasi subito Ballerini e Scalvini, Perugini è caduto a un passo dal primo posto, vittima della sua irruenza, come lui stesso ammette: «Sono state un imbecille. Non ho attenuanti». Ci ha pensato il campione del mondo Sakata a dare all'Aprilia l'unica soddisfazione, un 3° posto con finale mozzafiato. Anche in questo caso si poteva fare di più ma, visto come sono andate le cose, bisogna meglio accontentarsi, [e. b.] Doohan (n. I ) beffato da Beattie (n. 4) proprio sul circuito di casa della Honda (ansa)
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