Bergodi, accuse e difesa Cervone:un gesto osceno ai tifosi e lui: io non devo chiedere scusa di A. M.
Bergodi, accuse e difesa Bergodi, accuse e difesa Cervone: un gesto osceno ai tifosi E lui: io non devo chiedere scusa ROMA. Niente da fare: derby a Roma non riesce a coniugarsi con fair-play. L'immagine di Bergodi che al termine dell'incontro fa il gesto dell'ombrello verso la tribuna non viene digerita da Giannini e Cervone più dello 0-2 e dei cartellini meritati (rosso per il capitano). «Se ha coraggio, Bergodi, quel gesto venga a farlo per strada quando siamo uno contro uno. L'espulsione? Tre gare con Amendolia, tre volte cacciato», dice polemico Giannini. «Bergodi? mica è un giocatore. Come si sono permessi lui e Rambaudi di irridere i nostri tifosi?», tuona il portiere. Cervone è però molto onesto anche nell'autocritica: «Nel primo gol è stata decisiva la mia incertezza sul cross e la dormita generale sui rimpalli successivi». Mazzone, in assenza del collega Zeman, lancia stilettate all'allenatore biancoceleste «La Lazio mi ha sorpreso. In settimana si parla tanto di numeri, 4-3-3 e al¬ tro, io invece insegno a giocare a pallone... Certo, per necessità si diviene anche ladri... comunque anche la Roma non m'è piaciuta e soprattutto non mi sono piaciute le isterie di certi giocatori della vecchia guardia che un derby senza scatti di nervi sembra non lo sappiano giocare». La sponda laziale affida i commenti ai soli giocatori. Bergodi spiega il gesto dell'ombrello senza chiedere scusa: «Ce l'avevo con qualcuno in tribuna, e basta. L'ho dedicato a chi diceva che gli "attributi" sono prerogativa della Roma». Di finezza in finezza, ma con più ironia, insiste Casiraghi: «Nei derby segnano i campioni come Signori o chi ha gli attributi come me». E Signori, capitano coraggioso, che dice? «E' stato un rischio giocare, ma lo dovevo fare. Ho realizzato un sogno: rientro record, gol, e il più bel cartellino giallo della mia vita per l'esultanza sotto la curva. Una gioia tripla». [a. m.]
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