Genova rivive due minuti di grande paura

Genova rivive INCIDENTI Monetine e insulti Genova rivive due minuti di grande paura GENOVA. Monetine, insulti e tensione in campo e in gradinata. Genova, per un paio di minuti, ha rivissuto momenti terribili lontani solo tre mesi. La partita, poco prima della fine del primo tempo, è stata sospesa per un paio di minuti. Ruud Gullit, sulla destra dell'attacco blucerchiato, rientrando dopo un'azione, è finito a terra, colpito al capo da una monetina lanciata dai distinti, dov'erano sistemati una parte dei numerosissimi tifosi viola. Due minuti in cui si sono registrati lanci di oggetti tra le due tifoserie, con un paio di tifosi a tentare un'improbabile invasione contro forze di polizia e tifosi avversari in evidente soprannumero. Lombardo prima e Mancini poi si sono portati sotto la Nord a tentare di placare gli animi dal terreno di gioco, con il presidente Enrico Mantovani che applaudiva dalla tribuna il gesto dei suoi due pupilli. I due minuti di «ordinaria follia» sono poi stati neutralizzati dalla quasi immediata fine del primo tempo e dalle forti emozioni di gioco che la partita ha regalato nella seconda frazione. E' proprio Gullit a raccontare l'accaduto con toni comunque scherzosi. «Ho ricevuto una monetina in testa, ma è stato più il forte dolore che ho sentito sul momento che il danno. Adesso ho un piccolo vulcano sulla testa - commenta sorridendo e toccandosi il folto cuscino di dread locks - con in cima un taglio da cui è uscito un po' di sangue. Non si vede niente, certo se fosse capitato a Lombardo si noterebbe sicuramente di più. Quando mi sono rialzato, ho chiesto ai tifosi il perché di quel gesto e loro si sono scusati. Tutto è già dimenticato, ormai le partite non si vincono più così». Per la Sampdoria si apre comunque una settimana che si annuncia tremendamente burrascosa. Lo stesso Gullit dichiara: «Siamo stati battuti in due giorni in due partite fondamentali perché ci sono dei problemi; commettiamo degli errori che io conosco, ma che non vi posso dire. Bisogna parlarne tra di noi». Sulla stessa linea anche Eriksson: «Giochiamo in maniera disattenta; sono mortificato. Abbiamo lasciato Batistuta e Baiano troppo liberi». Lombardo Paolo Francalanci Lombardo

Persone citate: Baiano, Batistuta, Enrico Mantovani, Eriksson, Gullit, Lombardo Paolo Francalanci Lombardo, Mancini, Ruud Gullit

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