Sonetti: «Abbiamo avuto il gioco in mano fino al gol di Lentini» Risultato troppo severo

Sonetti: «Abbiamo avuto il gioco in mano fino al gol di Lentini» Sonetti: «Abbiamo avuto il gioco in mano fino al gol di Lentini» Risultato troppo severo «Laposizione di Silenzi?Era ininfluente, ma ormate inutile recriminare» Nella serataccia granata, due esordi positivi: i giovanissimi Longo e Briano BOLOGNA DAL NOSTRO INVIATO Cinque gol subiti, uno realizzato, due figli del Filadelfia lanciati sul palcoscenico. Sono i numeri del Torino sconfitto dal Milan «pur senza demeritare dice Sonetti -. Il risultato è troppo severo». Nedone recrimina sul gol annullato che avrebbe dato ai granata il pareggio alla fine del primo tempo: «M'è parso che la posizione di Silenzi fosse ininfluente, comunque ormai a che serve discutere? La realtà è che i ragazzi si sono ben comportati sino alla rete di Lentini che ha chiuso la partita. Addirittura, sino al 3-1 per il Diavolo il gioco era in mano nostra, ricordiamoci delle due belle conclusioni di Andrea e Rizzitelli fuori di un soffio. Se avessimo fatto il 2-2 non saremmo a commentare una sconfitta che, stando ai numeri, è rovinosa. Purtroppo, le assenze nostre (Pelé e Angioma più il libero Pellegrini) si sono rivelate, com'era logico, più penalizzanti di quelle lamentate dal Milan». Fine dei sogni Uefa, visti la vittoria della Lazio e il pari della Fiorentina? «Niente affatto, possiamo fare un bel gruzzolo di punti adesso, il Milan era l'ultimo ostacolo proibitivo, le squadre che ci restano da affrontare sono alla nostra portata». Se l'analisi di Sonetti è alquanto fatalista quella di Rizzitelli è infuriata: «Cose da pazzi, come si poteva annullare il mio secondo gol che avrebbe cambiato l'incontro? Il Milan è già tremendamente forte di suo, non ha certo bisogno di essere "spinto" dai guardalinee. Non è la prima volta che i segnalinee mi tolgono ingiustamente una rete, era già accaduto a Napoli. Anche allora, una marcatura decisiva, sarebbe valsa la vittoria». La consolazione, in questa serata in cui il Toro ha fatto quanto poteva, viene dai due debutti: quelli di Moreno Longo e di Mauro Briano, figli del Filadelfia. Longo, classe 1976, nativo di Grugliasco, tifoso granata la cui maglia veste dall'età di undici anni, marcatore di fascia con propensione alla spinta, ha esordito nella sorpresa generale perché Tonisi ha accusato problemi muscolari e perché Mercuri, l'altro giovane della Primavera torinista che già s'era affacciato in serie A all'Olimpico con la Roma, nella notte aveva avuto la febbre e in mattinata era stato riportato a Torino dal dirigente della Primavera, Tantardini. Così, largo all'atletico Moreno che dopo un inizio travagliato e scandito da un'emozione paralizzante, s'è abbastanza ripreso sino a compiere, in una delle incursioni in avanti, il cross che ha permesso a Rizzitelli con una spettacolare volée di battere Rossi e ridare speranza al Toro ancora sotto choc per i due gol incassati in un solo minuto. Mauro Briano, 20 anni, originario di Carmagnola, lo stesso paese di Lentini, l'ultimo asso uscito dal Filadelfia, è entrato nel finale al posto di Cristallini. «Lui e Longo - parole di Sonetti - sono elementi interessanti. Longo se l'è cavata bene anche se, quando è entrato in campo, respirava a malapena per la tensione». Claudio Giacciiino Silenzi salta a vuoto, sul colpo di testa di Rizzitelli ma viene pescato in fuorigioco da Quartuccio e il gol del possibile 2-2 viene annullato ai granata