Oklahoma, un nuovo arresto. Clinton: stroncheremo i gruppi paramilitari «Complotto di destra negli Usa» di Paolo Passarini

Oklahoma, un nuovo arresto. Clinton: stroncheremo i gruppi paramilitari Oklahoma, un nuovo arresto. Clinton: stroncheremo i gruppi paramilitari «Complotto di destra negli Usa» La strage doveva essere la prima di una serie WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' stato effettuato un secondo arresto, ma ancora una volta non sembra trattarsi di «John Doe numero 2», l'uomo con il tatuaggio che ha affittato il fatidico camion della strage a Oklahoma City assieme a Tini McVcigh. Si ò per altro saputo da buone fonti che l'Fbi, dopo aver fatto circolare i primi due identikit, ha allargato le ricerche «ad almeno 4 uomini». L'uomo arrestato ieri a San Bernardino, California, sarebbe uno di questi quattro. Di lui si sa solo che si chiama' David Inigucz e viene definito come «un disertore dell'esercito». Avrebbe disertato proprio da Fort Riley, in Texas, la stessa base dove avevano servito Tim McVcigh e anche uno dei due fratelli Nichols, che continuano a essere trattenuti per interrogatori. Fort Riley è collocato nei pressi di Junction City, Kansas, la cittadina a 250 miglia da Oklahoma City dove venne affittato il camion che, secondo gli inquirenti, depositò l'esplosivo di fronte all'Alfred Murrah Building. Ma l'elemento più importante delle indagini ò il loro allargamento a macchia d'olio in numerosi Stati, dove vengono passati al setaccio i vari gruppi paramilitari di destra chiamati Milizie. Gli esperti dicono ne esistano una miriade, ma, secondo informazioni fornite dal «Washington Post», gli inquirenti starebbero concentrando la loro attenzione su una ventina di essi. Si cerca soprattutto in Arizona, attorno al deserto del Mojave, dove McVcigh aveva risieduto recentemente per qualche mese. Sembra che le Milizie locali abbiano spesso usato il deserto per sperimentare esplosivi. Era opinione corrente che le Milizie non rappresentassero un grosso problema. Si tratta, certo, di fanatici delle armi, che rivendicano il loro diritto di possederle e usarle. Ma questo diritto è solennemente sancito dalla Costituzione e le Milizie si sono sempre presentate come strenue paladine della Costituzione e della Libertà: le armi servivano solo a scopo difensivo, nel caso fosse il governo a violare la Costituzione, coartando la libertà dei cittadini. Le Milizie hanno spesso invitato la stampa alle loro esercitazioni, sostenendo di essere nella legge esattamente come la National Rifle Association, la potente lobby delle armi, dalla quale traggono ovviamente elementi di ispirazione ideologica. Questa loro immagine era stata sostanzialmente accettata: estremisti, magari pazzi, ma in fondo non pericolosi. Guardando le cose a ritroso emerge un'altra realtà. Dietro la copertura religiosa, anche i Branch Davidians di David Koresh accumulavano armi e si ispiravano agli stessi princìpi delle Milizie. Così come il razzista bianco Randy Weaver, che si barricò tre anni fa assieme alla famiglia in una baracca dell'Idaho e cominciò a sparare su chiunque si avvicinasse, a cominciare dalla polizia. E non è un caso che sia Koresh sia Weaver siano due tra i principali eroi e martiri venerati dalle Milizie e che, a quanto pare, la strage di Oklahoma City sia stata organizzata per vendicare il rogo di Waco. Sono anni che da questo sinistro universo vengono emessi dei segnali inquietanti. Adesso, mentre si allargano le indagini in relazione alla strage della scorsa settimana, anche la politica comincia a occuparsi delle Milizie. Ieri il capo di gabinetto di Bill Clinton, Leon Panetta, ha annunciato che il presidente si accinge a proporre delle misure per fronteggiare il fenomeno. Panetta non ha voluto entrare in particolari, ma ha fatto chiaramente capire che si pensa di ridurre la mobilità e la capacità di associazione di simili gruppi. Il capo della destra repubblicana Newt Gingrich ha reagito con uno scatto di rabbia furente quando un giornalista gli ha chiesto se non possa esserci una relazione tra la strage di Oklahoma City e gli attacchi conservatori al governo centrale e alla burocrazia. «Come osa delineare un simile parallelo?», è scattato lo speaker della Camera. Gingrich, subito dopo una visita intenzionalmente riservata al luogo della strage e prima di Clinton, aveva proposto misure rigide per proteggere gli edifici pubblici e la sostanziale messa fuori legge dei gruppi paramilitari. Il conto delle vittime ufficiali nella serata di ieri non era ancora salito, ma le squadre di ricerca erano sul punto di penetrare nell'asilo del secondo piano, dove si aspettavano di trovare altri piccoli cadaveri. Ancora ieri mancavano circa 150 persone all'appello. Ieri Clinton, prima di partire per Oklahoma City, dove in serata avrebbe partecipato a una cerimonia religiosa per le vittime, ha piantato per loro un albero commemorativo nel giardino della Casa Bianca. Paolo Passarini Accuse a Gingrich «La sua politica incita i fanatici» Lui replica «Bandiamoli»