«La mia carta vincente la voglia di cambiare»

Rovesciati i sondaggi Cresce tutta la sinistra «La mia carta vincente la voglia di cambiare» SORPRESA A PARIGI LPARIGI IONEL Jospin, il trionfo modesto. Balladur, la cavalleria tardiva. Chirac, il trauma dissimulato. Le Pen, la iattanza della revanche. Come in una pièce pirandelliana, ieri sera i tre uomini chiave si sono accorti di essere in quattro. Jean-Marie Le Pen non figura in ballottaggio, ma il 15,7 lo consacra leader. E da semplice meteora, si ritrova nell'empireo della Destra francese. Solo un risibile 5% gli impedisce l'accesso al secondo turno. E quando il leader Front National sostiene che senza il boicottaggio radio-televisivo poteva farcela, è difficile dargli torto. Il trio Chirac-BalladurJospin godeva dei favori del pronostico. E su quella base fantasiosa, dobbiamo ammettere oggi - le tv hanno ripartito gli spazi. Il responso delle urne poteva dunque esser ben diverso senza il doping-polis, un messianismo demoscopico che la realtà stessa s'incarica di smentire. Ed è proprio il vittorioso sconfitto Le Pen ad apparire per primo sui teleschermi con ben 4 bandiere tricolori dietro alle spalle. Blandisce e minaccia. «Venite numerosi, lunedì, al festival Giovanna d'Arco» il Fn celebra il 10 maggio esaltando la Pulzella, lavoratriceguerriera - «e vi farò conoscere le indicazioni sul duello Chirac-Jospin». Parole chiare. Jean-Marie Le Pen coltiva l'orgoglio di essere infine decisivo e poter far eleggere all'Eliseo chi vuole. Non rimane che accomodarsi per le offerte sottobanco. La Destra Xenofoba - ma non più estrema, anzi pressoché maggioritaria - sa benissimo cosa vuole in regalo. Una bella Proporzionale. Che la farebbe passare da zero a oltre 100 deputati. Come chez Fini. Jospin e Chirac sono avvisati: graditissime le avances. Pòi tocca a Jospin. Nella «Maison de la Chimie», i sup¬ portar non lo lasciano neppur prendere la parola. Battimani da spellarsi le palme, fischi, urrà. Chi voleva il socialismo cadavere in terra di Francia, dovrà ricredersi. Ma Lionel Jospin non intona «Venceremos», ancor meno «El pueblo unido». Vanificherebbe la straordinaria impulsione conferitagli da quel 23,3. Bisogna tendere la mano agli altri «camarades», le truppe festose di Robert Hue e Arlette Laguiller. E trovare una corda sensibile per far breccia negli elettori centristi. Così Lionel il Professore sale in cattedra. Nessun giubilo - il trionfalismo è con¬ troproducente - ma discorsi da Generalissimo che, dopo le battaglie, vorrebbe aggiudicarsi la guerra. «Mi rivolgo a voi, uomini e donne in attesa di un vero cambiamento. Le mie proposte guardano lontano per la coerenza e i valori cui ho voluto ispirarle. Credetemi, daranno al Paese una prospe¬ rità vera da cui nessun cittadino sarà escluso». Edouard Balladur, invece, rinùncia ai tatticismi. La sua è una bella débàcle. Migliore, persino, della brutta vittoria che esibisce Jacques Chirac. Normale che il premier la voglia capitalizzare cedendo al beau geste. «Amici, votate Chi- rac» esclama. Ufficiale & gen tiluomo. La platea fischia. Lui la zittische. Ma non v'è dubbio che gli chiracciani dovranno negoziarselo a' caro prezzo quel sostegno in extremis. Con il suo 19,3 % Balladur potrebbe guidare una secessione rpr, Non lo farà, però chiede garanzie. Inclusa quella di un futuro politico che gli elettori, per primi, sembrano volergli affidare. Scoppia la pace, insomma, tra i fratelli nemici. Eppure Jacques Chirac tace ancora, unico fra i «big». Oc correrà attendere1 le 22 prima che «Tfl» riesca a snidarlo. Affetta improbabile calma. Rende a Balladur l'inevitabile «grazie». E, con qualche caute la, avvia la Fase 2. Operazione 7 Maggio. «Che quanti si riconoscono nello spirito di libertà, la sete di giustizia e il bisogno d'iniziativa si uniscano a me» proclama. Meno en fatici, i suoi consiglieri - inclu so il Presidente della Camera Philippe Séguin - vengono sorpresi dalle telecamere in piena apnea depressiva. Ancora quindici giorni al traguardo, e Jacques ha già il fiatone. I gre gari dovranno spintonarlo ver so la cima. Una fatica improba E pensare che pur di guadagnarsi i galloni da «winner» aveva puntato su idee gauchiste, programmi coraggiosi, lin guaggio sinistrese. Morale nella penombra della cabina sembrano averlo tradito elettori vecchi e nuovi. Con Mitterrand per avversario, nella primavera '88 strappò il .19,9 Sette anni per avanzare dello 0,2: una lumaca all'Eliseo? [e. bn.] Choc neogollista E adesso Le Pen diventa l'ago della bilancia

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