A Galan (Polo) il 39 % delle preferenze; il 36 % a Bentsik Dal bianco all'Azzurro

A Galan (Polo) il 39 % delle preferenze; il 36 % a Bentsik VENETO A Galan (Polo) il 39 % delle preferenze; il 36 % a Bentsik Dal bianco all'Azzurro L'uomo Fininvest sfonda in Laguna VENEZIA. I sessantacinque milioni pagati dalla Regione del Veneto al mitico Augusto Piepoli, l'uomo con la barbetta e l'occhio vispo che guida il Cirm, per avere l'exit-poll sul voto un minuto dopo la chiusura delle urne, fanno ridere un uomo della Fininvest. Giancarlo Galan, il corpulento centurione di Silvio Berlusconi, candidato di Forza ItaliaPolo Popolare alla guida della regione più bianca d'Italia, avrebbe totalizzato, secondo Piepoli, il 39 % dei suffragi. La prudenza è d'obbligo fino all'apertura delle urne, ma il distacco con l'uomo del centro-sinistra è tale, che non lascia spazio a troppe incertezze. Stando al campione del Cirm, Ettore Bentsik, l'ex banchiere, ex sindaco di Padova ed ex notabile democristiano (ex della prima ora di Tangentopoli), sostenuto anche dal pds nella lista «Veneto democratico federalista», non ce l'avrebbe fatta di tre lunghezze, Per lui solo un 36 per cento. Oltre alla collocazione politica, si può dire abbia influito sugli elettori anche l'età: 39 anni per il vincitore, 63 per lo sconfitto. Trionfa dunque la giovinezza. Già enfant-prodige della vendita di spazi pubblicitari per la società Publitalia 80 del Gruppo Fininvest, Galan prima aveva organizzato in quattro e quattr'otto la campagna vincente degli azzurri alle politiche dello scorso anno, risultando egli stesso fra gli eletti; poi si è buttato definitivamente in politica, riuscendo a conquistare adesso la Regione, sulle ali dello slogan: «Per non far diventare il Veneto più rosso». Giovanotto dal classico vestito grigio, faccia larga, ciuffo ravviato, occhiali spessi, sorriso accattivante del piazzista, parlata rapida, efficace, quasi per slogan, Galan somiglia a Gerry Scotti, quello della tv. Circondato da una baraonda di biondine slavate e perfetti yuppies di provincia, è probabile che il nuòvo presidente instauri anche a Palazzo Balbi, dove ora è piantata la bandiera del Polo, lo stile dell'universo parapubblicitario berlusconiano. Dopo cinquantanni di impero democristiano, con piccoli ritocchi nell'era travagliata di Tangentopoli - tanto che alla Regione ha potuto sedere per qualche tempo perfino un pidiessino - ora tocca dunque ai manager prestati alla politica. Almeno, così loro si presentano. Uomini nuovi, dicono, in quanto prima non si occupavano di amministrazione della cosa pubblica, semmai di quella privata. Il che certo offre l'impressióne di una minore incrostazione burocratica e partitocratica, ma non è sinonimo automatico di cura per l'interesse generale. Sia come sia, la gente sembra comunque aver creduto a loro. Si leccherà le ferite Bentsik, il cavallo piazzato dal nome impronunciabile, mandato avanti da pds e popolari di Gerardo Bianco per cercar di distogliere l'attenzione del ceto moderato dalle sirene del Polo di Sua Emittenza, Fini e Buttiglione. La sentenza del Cirm è quella di una batosta. Per lui già era cominciata male, le settimane scorse, coi sondaggi segreti di Forza Italia che lo davano sicuro perdente; e poi ancora durante un faccia a faccia con il suo avversario principale, finito a suon di accuse pesanti e minacce di querela: Galan il possibile querelato, Bentsik la parte offesa, che tuttavia per ciò stesso dimostrava di giocare in difesa. E si sa, alla gente piacciono i vincenti, anche se sfoggiano una certa arrogan za. Più distanziati gli outsider; Alberto Paolo Lembo, il presidente della commissiono Agri' coltura della Camera che si occupa del vigneto di famiglia, al 15% con la Lega Nord, Paolo Cacciari, fratello minore del sindaco filosofo di Venezia, al 6% con Rifondazione Comunista; Giorgio Panto, lo sponsor miliar dario della trasmissione porno soft «Colpo grosso» con la lista delle liste civiche «Nuova ItaliaAutonomia Veneta», ed Emilio Vesce il professore radicale già inquisito con autonomia operaia nel famoso processo 7 aprile del giudice Calogero, con il Club Pannella-Riformatori, in percentuali quasi insignificanti, rispettivamente con il 3 e con l'l%. Stesso discorso per la quota proporzionale: Forza Italia è sul 25%, Alleanza Nazionale all'I 1,5; sull'altra sponda il pds a 14, il ppi al 13, la Lega al 16,5 Rifondazione al 5; Patto dei democratici al 5; i Verdi al 3,5; Ccd al 3. Ora, per la conferma ufficiale, non resta che attendere qualche ora. Mario Lolle Dopo 50 anni di «impero» la de passa il testimone Al candidato leghista il 15% VENETO • EXIT POLL GALAN centro-destra* CIRM 39,0 ABACUS 43,4 BENTSIK centro-sin.** 36,0 33,2 LEMBO lega • 14,4 P. CACCIARI rifondaz. - 7,0 PANTO aut. veneta • 1,8 VESCE pannella • 1,5 REG '95 POL. '94 F.ITALIA * 25,0 23,7 AM* 11,5 7,7 PPI * 13,0 15,6 CCD* 3,0 PDS** ' 14,0 12,2 VERDI** 3,5 3,8 ' PATTO** 5,5 ,VM4,7 LEGA 16,5 21,6 RIFONDAZIONE 5,0 4,4 LEGA AUT. 3,2 PSI 1,7 PANNELLA 1,5 ALTRI 1,5 1,4 3-8

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