Rifondazione successo amaro di Maria Grazia Bruzzone

\2 Rifondcizione/ successo amaro Guadagna l'8%,maperde regioni importanti VITTORIA ANNUNCIATA ROMA. Vince Rifondazione comunista con L'8% previsto dai polis, ma non gioisce fino in fondo. L'affermazione del Polo che sembra profilarsi al Nord strapperebbe alla sinistra regioni forti e popolose come il Piemonte, la Lombardia, il Veneto. Proprio quelle dove il partito di Cossutta e Bertinotti si presentava da solo, contro pds e soci, raggiungendo tetti insperati. Il 9, 10, perfino l'il per cento, sembra. E nelle grandi stanze pompose della sede di via Barberini, mentre filtrano dati ancora contrastanti, gli umori si mescolano. «Quando prevale la destra siamo sempre scontenti» scuote la testa Fausto Bertinotti. Che tuttavia non nasconde la soddisfazione per le virtù profetiche del suo partito. «Abbiamo avuto un grande successo e le nostre analisi trovano puntualmente conferma», aggiunge il segretario. E subito polemizza con D'Alema che sull'Unità di ieri sparava in prima pagi- na: «A decidere sarà l'elettore moderato». «E' esattamente il contràrio. E' proprio la strategia che porta a competere al centro a rivelarsi sbagliata». Ma il voto utile chiesto fino all'ultimo dal pds? Quello che voi avete spregiativamente definito «l'anticamera del voto di scambio?». Bertinotti non aspetta altro. E diventa un fiume. «Quello è stato solo il corollario. Una volta capito che il centro-sinistra non era autosufficiente, invece di correggere davvero il tiro, hanno fatto un tentativo surrettizio, sperando di recuperare all'ulti¬ mo momento. Ma non gli è andata bene. Perché la risposta è che a decidere non è il voto moderato, ma il voto popolare, in cui purtroppo pesca anche la destra. Una destra che non è un epifenomeno, non è una moda né un'increspatura d'onda destinata a smorzarsi. No. E' un movimento che ha messo radici e creato un tessuto connettivo profondo che non è fatto solo di televisione. Un aggregato al quale non si può rispondere senza contrapporre un'alternativa, un immaginario altrettanto pregnante e radicale. Basta vedere cosa sta accadendo in Francia, dove i socialisti hanno avuto il coraggio di puntare su un candidato ra-, dicale come Jospin, che adesso è in testa, contro tutte le previsioni». Il contrario di quel che ha fatto la sinistra in Italia, criticano i rifondazionisti. «Come si fa, in una realtà come quella del Piemonte dove le discrimanti sociali hanno ancora un peso, a contrapporre al candidato del Polo un uomo di Agnelli?», si chiede, sempre più convinto, Bertinotti; Non si erano già accorti che, quando la sinistra si abbassa e perde identità, allora a quel punto an¬ che Mirafiori poi sceglie Meluzzi?». «E' logico che tra due padroni come Ghigo e Pichetto, in tanti abbiano preferito Gianni Alasia, che almeno è un ex partigiano», incalza Marco Rizzo, che oggi è nella direzione, ma fino al giugno scorso èra segretario della federazione piemontese. «Sembra quasi che per essere proposti dal centro sinistra bisognasse essere ex padroni o ex democristiani», insiste Rizzo. «Come in Liguria, con Mori (che però forse ce la farà, ndr). Come in Calabria, con Veraldi, un altro ex de al quale si sono ribellati pub¬ blicamente gli stessi dirigenti del pds». Come in Lombardia, con Masi. E qui è Armando Cossutta ad indignarsi. «Una regione carica di lotte, non dico sociali, ma civili, in difesa della donna, delle istituzioni, di valori. Siamo stati fino all'ultimo aperti a un candidato comune, un professore universitario di diritto costituzionale come Pisapia. Ma D'Alema non ha voluto, perché quel Segni faceva muro su Masi». Cossutta è sicuro del fatto suo, anche più di: Bertinotti. «Certo, dove si divide la sinistra, la destra vince. Ma'non è responsabilità nostra. Di più. In questo clima, la sinistra finisce magari per perdere anche dove è unita, perché viene a mancare la speranza. Ma il dialogo a sinistra si riaprirà. Non solo per la nostra affermazione, ma perché senza una capacità di alternativa, non ci sono prospettive». Maria Grazia Bruzzone

Luoghi citati: Calabria, Francia, Italia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Roma, Veneto