«Occhio alla truffa» Le nuove risposte
«Occhio alla truffa» Le nuove risposte «Occhio alla truffa» Le nuove risposte Volete accertarvi che la vostra sim o finanziaria sia in regola con la legge? Che il vostro promotore sia autorizzato dalla Consob? Scrivete a «Tuttosoidi - Occhio alla truffa», via Marenco 32, 10126 Torino. La Stampa s'impegna a dare risposta a tutti in collaborazione con l'Anasf, l'associazione di categoria dei promotori finanziari (tel.:02-6551670) e con la Consob (06-84771). Per motivi di riservatezza pubblicheremo sigle e città di fantasia, ma le lettere devono avere la firma leggibile e identificabile. Ultime notizie sul caso Scotti Posseggo dal 1982 delle azioni della Scotti Finanziaria. La società, dopo essere passata per le vicende Eurogest e Fundus, è stata posta in liquidazione nel maggio 1994. Da allora non ho più saputo nulla. Ci sono delle novità? C. G. - Torino Nel 1980 ho sottoscritto dei certificati immobiliari con la Eurogest, che nel 1987 mi ha consigliato di trasformarli in azioni della Scotti Finanziaria. Dal 1988 non ho più avuto notizie. Hanno ancora valore le azioni Scotti? R. P. - Albenga E' una delle vicende più tristi di questo decennio. Sono ancora più di 11 mila i risparmiatori in attesa di una soluzione sui 16 mila finiti nelle trappole di Fundus e di Eurogest. Diventati per forza azionisti della Finanziaria Scotti nel 1987, vittime della Sasea di Florio Fiorini che aveva subito dopo acquisito il controllo della società, trasferiti sotto l'ala del Crédit Lyonnais alla fine del '91 e ora in attesa della liquidazione della finanziaria di cui sono azionisti. Bisogna dire che non si facciano illusioni. Il valore delle azioni della finanziaria è stimato oggi in 40 lire sia per le ordinarie che per le privilegiate. Quanto ai cespiti di quella che era una grande società immobiliare non si sa cosa il liquidatore, il commercialista milanese Franco Lobaido, potrà ricavare. La fine ingloriosa della Scotti finanziaria è infatti costellata di iniziative legali intraprese dai diversi protagonisti. Entro maggio si terrà l'assemblea annuale degli azionisti della Scotti finanziaria per l'approvazione del bilancio 1994: l'occasione per farsi un'idea personale di come sta andando la liquidazione. Ai sottoscrittori Europrogramme le cose sono andate meno peggio che ad altri risparmiatori coinvolti nei crack degli Anni Ottanta grazie anche all'intraprendenza del Comitato che ha sistematicamente seguito le vicende del fondo immobiliare svizzero fino alla vendita degli immobili e al recupero di una parte dell'investimento. Che poi gli animatori del Comitato siano anche abili imprenditori è tutto da dimostrare. Sta al lettore decidere se i responsabili dell'iniziativa gli sembrano affidabili: da quel poco che il lettore dice sulle intenzioni di investimento del Cise si può solo ritenere che si tratti di azioni di difficile liquidabile non essendo quotate in mercati regolamentati. Quanto agli investimenti fatti nel giugno del '94 si tratta di un bilanciato nazionale gestito dalla società che fa capo alla Banca San Paolo di Brescia e di tre fondi esteri IL CASO autorizzati alla vendita in Italia e gestiti da una importante banca svizzera, la Julius Baer di Zurigo. Purtroppo il lettore, come molti altri risparmiatori, ha investito quando il valore delle quote aveva conosciuto una lunga ascesa. Le quotazioni attuali dei quattro fondi sono tutte inferiori a quelle di acquisto. Se non ha bisogno dei soldi investiti lo scorso giugno, li dimentichi per un po'. Disinvestire ora gli porterebbe una perdita secca. Un intermediario un po' «sospetto» La presente per esporVi il mio dubbio sulla correttezza di una operazione effettuata da un intermediario finanziario. In data 11/01/95 sottoscrivevo la partecipazione ad un fondo comune azionario tramite il consulente di una grossa società finanziaria. Al momento della firma del contratto facevo presente al consulente che ero interessato al fondo in quanto in quel momento le quote avevano un valore nominale piuttosto basso e, a mio parere e vista la situazione politica, il fondo avrebbe avuto un rapido incremento. Era quindi fondamentale che l'acquisto delle quote venisse formalizzato quanto prima. Il consulente mi assicurava che il giorno successivo, 12/01/95, avrebbe trasmesso la pratica alla sede centrale insieme all'assegno bancario. I primi giorni di febbraio ricevevo la lettera di conferma da parte della finanziaria dell'avvenuto investimento, ma con il regolamento del contratto il 18, cioè ben 7 giorni dopo la firma. Alla data del 18 il fondo era notevolmente salito, procurandomi una netta perdita economica. E' una pratica corretta? G.P.A. (Torino) Se, come pare di capire, il lettore ha sottoscritto il fondo tramite un promotore finanziario, nell'ambito quindi di una sollecitazione del pubblico risparmio fuori sede, il diritto di ripensamento è irrinunciabile e quindi l'efficacia del contratto decorre inevitabilmente dal quinto giorno successivo alla data di sottoscrizione. L'unico modo per evitare la sospensione dei cinque giorni è quello di andare a sottoscrivere il fondo nella sede della sim o della banca. Vorremmo però ricordare al lettore che l'investimento in un fondo comune non è un'operazione speculativa misurabile in giorni ma una scelta da considerare in un'ottica pluriennale. In questa prospettiva la differenza di valore di pochi giorni non dovrebbe essere così sensibile.
Persone citate: Florio Fiorini, Franco Lobaido, Julius Baer
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