«Noi crocevia di sviluppo»

INDUSTRIA & RICERCA INDUSTRIA & RICERCA «Noi, crocevia di sviluppo» Garaci: il Cnrfa sposare impresa e accademia «La cooperazione con Fiat per la Zie è un chiaro esempio delle potenzialità che ha il tandem pubblico-privati» Lt ha vista la Zie? Bene, credo che sia un esempio concreto molto convincente delle grandi prospettive che può avere la cooperazione tra il Cnr e l'impresa privata». Enrico Garaci, presidente del Consiglio nazionale per le ricerche (Cnr) è molto soddisfatto. E' reduce dal Salone dell'auto di Ginevra, dove insieme con la Fiat ha appena presentato appunto la Zie, «Zero impact car», prototipo avanzatissimo di automobile elettrica dalle prestazioni di assoluta avanguardia: un'autonomia sui 200 chilometri, solo 5 ore per la ricarica, velocità massima di 100 chilometri orari e portata di 340 chili per quattro posti ne fanno la prima macchina realmente competitiva, per le esigenze della circolazione urbana, con le vetture a combustione. Perché questo vostro impegno a fianco di Fiat? «Perché il Cnr ha scelto di impegnarsi nel progetto finalizzato "Materiali speciali per tecnologie avanzate" convinto di poter perseguire, anche così, un obiettivo di alto rilievo collettivo: la realizzazione di una vettura priva di impatto ecologico. E c'è poi un rilevante aspetto di metodo». Quale? «Che la ricerca pubblica dovrà sempre più strettamente coniugare le proprie competenze scientifiche alle esigenze prove- nienti dai vari comparti industriali, connesse all'innovazione di prodotto e di processo: la Zie rappresenta un esempio concreto di come la ricerca pubblica sia in grado di recepire correttamente le finalità industriali». Ma il compito del Cnr non è anche quello di favorire la ricerca scientifica «toutcourt», indipendentemente dall'industria? «Il Cnr si trova appunto a metà tra il mondo accademico, con il suo proprio e tipico approccio alla ricerca scientifica, e il mondo industriale. C'è una funzione di generazione di conoscenza dentro il sistema della ricerca accademica che rivendichiamo con convinzione, e cerchiamo di esercitare al meglio, perché non siamo soltanto smistamento di ricerca pubblica; e poi c'è una forte nostra integrazione con la ricerca industriale». Torniamo al caso Zie: può farci un bilancio tecnologico-scientifico dell'iniziativa? «Delle questioni di metodo le ho detto, ma vorrei aggiungere che il modello della nostra collaborazione con Fiat dimostra che la diffidenza di un tempo tra ricerca accademica e ricerca industriale non c'è più, o quanto meno si è molto ridotta. Quanto agli aspetti scientifici del caso Zie, sottolineo volentieri che abbiamo studiato materiali straordinariamente innovativi per il In alto a destra il presidente del Cnr Enrico Garaci Accanto, un laboratorio del Consiglio nazionale della ricerca Quindi non è un'esperienza conclusa, questa dell'auto a basso impatto ambientale? «Tutt'altro. Inquinamento atmosferico e acustico sono problemi nevralgici per il futuro della nostra vita sociale, e risolverli è appunto compito della ricerca applicata nel campo automobilistico». Ma intanto come può il Cnr tenere il passo dei suoi compiti istituzionali e corpo dell'auto. C'è, per esempio, una struttura di alluminio con il pianale in materiale composito polimerico del tutto inedita. E in più la collaborazione Fiat-Cnr ha consentito di arrivare alla realizzazione del prototipo in appena 24 mesi». E ora? «Ora andremo avanti. La Zie, che pure raggiunge prestazioni ottime, è comunque un modello di partenza. La nuova frontiera è l'auto ibrida». del Cnr». E continuerete su questa linea? «Sì, abbiamo bisogno di poterci espandere a fronte di questa aumentata vitalità: negli ultimi due anni abbiamo incrementato i contratti europei. Molto spesso c'è ^compatibilità tra domanda e offerta di ricerca. Questa impasse può essere virtuosamente superata con i progetti finalizzati. E forse, considerata anche l'attuale ristrettezza del momento economico, il Cnr può essere il collante più giusto per questo non sempre facile incontro tra domanda e offerta di ricerca scientifica». Domanda e offerta anche con i privati? «Certamente, soprattutto con loro e tra loro e le università. Il Cnr e l'industria devono ognuno occupare un loro ruolo ben distinto ma nella massima collaborazione: mettersi insieme applicando metodologie compatibili su vari settori significa poter risolvere molti problemi». adattare la sua struttura alle mutate esigenze del mercato? «Da quando, nel febbraio '93, sono stato nominato presidente, ho sempre difeso la validità del Cnr come ente unitario. E' giusto avere un ente che sovraintende a tutte le discipline. Nel frattempo, però, abbiamo anche puntato decisamente sull'innovazione dei criteri della nostra contabilità e su una nuova vitalità, per così dire commerciale,

Persone citate: Enrico Garaci, Garaci

Luoghi citati: Ginevra