CHI HA UN NOME PATRIA VENGA ALLO SCOPERTO di Stefano Bartezzaghi

CHI HA UN NOME PATRIA VENGAALLO SCOPERTO CHI HA UN NOME PATRIA VENGAALLO SCOPERTO mondo. Ognuno ha il suo. PALLONETTO IN CIELO. Collezionista di quei cognomi che io chiamo nomi-patria è Pier Antonio Parisotto (Schio VI), che mi documenta l'esistenza dell'esorcista monsignor Cielo; dell'arbitro di basket signor Pallonetto; del magistrato dottor Giustizieri, del telepredicatore padre Cantalamessa; dell'insegnante professor Lavagna. USO DEI NOMI-PATRIA. I nomi-patria sono campo di scorrerie polemiche: dove si litiga, e in presenza di un nome-patria, la tentazione dell'avversario talvolta è irresistibile. E così, l'altra settimana, Giordano Bruno Guerri ha polemizzato con il «grossolano dottor Sottile» (oltretutto, questo Sottile è all'ufficio stampa del politico Firn). Un altro uso possibile è l'autoironia: così è successo che, nel fondare la loro agenzia letteraria, due signore abbiano unito i loro cognomi, e abbiano battezzato l'a¬ genzia «Grandi & Vitali». NON-USO. Mi rendo conto benissimo del fatto che ora si moltiplicheranno le lettere con giochi di omonimia sui cognomi. Ma vorrei invitarvi a non fare nessun uso, di questi cognomi che eventualmente conoscete, o che eventualmente troverete nella raccolta di Antonio Di Stefano, Mal cognome mezzo gaudio (Mondadori). I cognomi che vogliono dire qualcosa, a me non dicono più di tanto. Mi dice qualcosa un cognome che vuol dire proprio ciò che il cognominato è. Questo mi interessa per compilare un elenco, e per dare un'occasione a chi è colpito da un nome-patria. FINTA DI NIENTE. A Milano i panettieri sono detti «prestinai», «prestinai!» (a Milano, alla Bovisa, la via Prestinari fa angolo con via Michetti, ma non c'entra con il discorso). Se io mi chiamassi «Prestinari» e facessi il panettiere, e lo facessi a Milano dove i panettieri sono appunto chiamati «prestinari», so che farei finta di niente. Magari non metterei il cognome sull'insegna: ma naturalmente i miei conoscenti lo saprebbero, e vedrei il loro imbarazzo. Non si può reagire in alcun modo: conoscete qualcuno, vi presentate, «Prestinari», salta fuori che fate il prestinaio, e quello, se non è stupido, deve contenere un moto di ilarità infantile alla scoperta della coincidenza. Se è stupido per difetto non se ne accorge ma se ne accorgerà o glielo faranno notare. Se è stupido per eccesso, vi ride in faccia. Ma si può cambiare città solo per questo? E se invece che il solo milanese Prestinari avete come cognome il nazionale Pozzi, e fate l'idraulico, come pensate di fuggire? Emigrate? No: fate finta di niente. ESPATRIO DAL NOME-PATRIA. L'altra soluzione per espatriare dal nome-patria è quella di cambiare cognome, gli che sorriso con gli amici più intimi). E' la stessa operazione di outìng che funziona in altri campi dello sberleffo e del disagio sociale. Autodenunciatevi, e dite: l'ho sempre saputo, mi son sempre reso conto, ma non posso passare la vita a spiegare che posso occuparmi di onoranze funebri anche se mi chiamo Trapassi, di letteratura anche se mi chiamo Citati, di astronomia anche se mi chiamo Cielo Stellato. Venite allo scoperto, vi sentirete meglio. MURPHY / 2. La citazione di Beckett, sopra, è da un brano che finisce con le parole: «Che cosa avrebbe potuto sciupare il caos, più di un imperfetto senso dello humour? In principio era il gioco di parole. E così sia». Scrivete a: Stefano Bartezzaghi, «La posta in gioco», La Stampa Tuttolibri, via Marenco 32, 10126 Torino. inconvenienti sono molti: innanzitutto le pratiche burocratiche sono tortuose, e fatte apposta per farvi passare la voglia. In secondo luogo, non serve a nulla se contestualmente non cambiate anche vita: perché ci metterete decenni prima che la gente impari il nuovo cognome (o se no, fate come le divorziate: ex Lante della Rovere, eccetera: ma vi sembrerà di essere decaduti da una carica). Il nome-patria non vi mollerà facilmente. OUTING. Vi propongo, dunque, di scrivermi, voi che avete un nome-patria e avete sempre fatto finta di niente (a parte qual¬ Stefano Bartezzaghi 6

Luoghi citati: Milano, Schio, Torino