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Prossimamente Prossimamente DUE DONNE RIZZOLI IN GARA PER LO STREGA mmmm IERI alla Vespignani di Roma presentazione alla grande di Congedi, il libro di Giunti nella collana «Mercurio» diretta da Siciliano con il quale Marisa Volpi entra in Uzza per lo Strega. Sei racconti che lotteranno, tra gli altri, contro Canali di Nei pleniluni sereni, Longanesi; Rugarli di L'infinito, forse, Piemme; Bellezza di Nozze col diavolo, Marsilio; soprattutto contro il Malerba di Le maschere, Mondadori, sino a oggi dato per vincente. Ma c'è un colpo di scena: il nuovo romanzo di Rosetta Loy, appena approdata alla Rizzoli da Mondadori, una storia negli anni di guerra, '40-'45, ancora (ufficialmente) senza un titolo definitivo «perché vorrei fosse leggero per un libro parecchio drammatico». Uscita a giorni: in tempo, si dice, per entrare nell'agone di Valle Giuba. E fare en plein? E' prematuro ogni pronostico anche perché bisognerà vedere come e per chi scenderà in campo uno dei più ascoltati tra gli amici della domenica: Cesare Garboli il quale da tempo non fa mistero di annoverare tra le scrittrici itabane da lui più stimate proprio la Loy e la Volpi. Nell'imbarazzo della scelta, andrà magari per ordine alfabetico. (Nel caso, come la metterà la Rizzob con EUsabetta Rasy, anche lei in gara per il premio?). Nuova lotta tra dame? / condannati a morte Dal Belgio alla Francia, dalla Grecia all'Italia, le estreme parole di trecento caduti nella lotta contro il nazifascismo. Thomas Mann conclude così la prefazione: «Sul frontespizio di questo libro, che è un monumento, si sarebbero potute mettere come motto le parole che un giovane operaio francesce scrisse poche ore prima della sua esecuzione, nel febbraio 1944: "J"espère que le souvenir de mes camarades et le mien ne sera pas oublié, car il doit etre mémorable». A cura di Piero Malvezzi e Giovanni Pirelli. Per essere democratici oggi in Itaba è necessario ancora essere antifascisti? Il riferimento aba Resistenza è ancora rilevante e significativo per la nostra democrazia? Se sì, a quale Resistenza ci si deve riferire? Gian Enrico Rusconi, docente di Scienza della pobtica' neU'Università di Torino, affronta la questione che l'«eutanasia del comunismo, il venir meno deb'unità pobtica dei cattobci e il successo deba destra postafascista» pongono con forza: ridiscutere «il valore fondante della Resistenza per la democrazia itabana, archiviando contemporaneamente fascismo e antifascismo». La gentildonna di Belfagor Ma non è tutto per il critico «versibese». Si è consegnato al diavolo, adesso gli tocca portarne le conseguenze. Belfagor, guidato da quel geniale umanista che è Carlo Ferdinando Russo, dopo aver estratto, per la rubrica più pepata della sua rivista, Gianmatteo del Brica dalle viscere di MachiaveUi e averne rivestito Giulio Ferroni, sforna ora, sempre dal medesimo cinquecentesco serbatoio, Onesta Donati. Gara subito aperta a scoprire chi mai si nasconda sotto questo nom de piume. Ed ecco entrare in scena Garboli grazie soprattutto a Mario Baudino che, intervistandolo per La Stampa su Elsa Morante, non ha perduto l'occasione di sondarlo sull'identità della Onesta gentildonna la quale, vedi caso, ha esordito su Belfagor mettendo alla berlina GarboU medesimo. Il grande Cesare tra il serio e il faceto spara: «Onesta Donati, c'est moi» senza, però, essere troppo creduto. Ma a sostegno della «confessione» arriva, vedi caso, il corsivo di Russo sul Belfagor di maggio che tra l'altro spiega: «...Per l'identità della novellina Onesta Donati bisognerà avere un po' di pazienza, ma intanto è bene andare nella Versiba antica... Cesare Garboli abita nei pressi a Camaiore; l'attempata e venusta scrittrice Onesta viene da 40 anni in Versiba e tutti ci conosciamo e ci stimiamo da quando eravamo efebi: per esempio la prefazione einaudiana di Garboli alla Divina Commedia mi ha influenzato da sempre. E che dire degb studi di metrica di Garbob, purtroppo inediti?». Basta, per «l'identificazione di una donna»? Sembrerebbe. «Ha un senso, e quale senso, celebrare ancora il 25 aprile?», si chiede Pietro Scoppola. Intorno all'interrogativo ruota il volume che avvia una nuova sezione della collana «Einaudi Contemporanea», volta a costruire un «lessico civile» (direttore Gustavo Zagrebelsky). Celebrare l'anniversario della Liberazione - ecco la risposta - ha un senso, ma occorre archiviare «interpretazioni ispirate da interessi di parte, rimettere in discussione ogni uso politico che del 25 aprile è stato fatto». Pietro Scoppola si impegna in un'«opera di demolizione per far riemergere gb elementi più profondi e duraturi di quella esperienza». mmm* Eric Newby è un ufficiale dell'esercito britannico catturato nel 1942, lungo le coste siciliane. L'anno successivo è trasferito nel Parmense, in un campo di prigionia. Qui conosce una ragazza slovena che gli insegna l'itabano e lo aiuta a fuggire sulle montagne. Sin quando, nel dicembre '43, è nuovamente catturato dalla mibzia nera. Nel 1956, con la mogbe (la ragazza slovena) e i due figli, Newby fa ritorno negb Appennini. I vecchi amici che l'avevano nascosto gli raccontano come e perché i fascisti riuscirono a stanarlo. Traduzione di Riccardo Mainardi. Boves «kaputt»! Quasi un diario I Dutto deU'Araba Fenice di Cuneo pubblicano il libro quasi diario del loro nonno Dona di S. Mauro dal titolo, che dice tutto, Boves «kaputt»!. Sarà presentato per i 50 anni della Resistenza mentre il paese del martirio riceverà per la prima volta una delegazione tedesca del movimento ecumenico «Cammini di riconciliazione». Intenzioni ottime poiché è giusto, doveroso per tutti seppellire l'odio. Mentre è però altrettanto giusto, doveroso ricordare. E la parola ricordare è ben altra che la parola «riconciliare». Usiamo la prima, almeno per rispetto della storia. Mirella Appiatti

Luoghi citati: Belgio, Boves, Camaiore, Cuneo, Francia, Grecia, Italia, Roma, Torino