BELGI0I0S0 RICORDA LIALA: «TRE STORIE NELLA TESTA»

BELGI0I0S0 RICORDA LIALA: «TRE STORIE NELLA TESTA» BELGI0I0S0 RICORDA LIALA: «TRE STORIE NELLA TESTA» Belgioioso ricorda Liala e rivela (in un'intervista fatta qualche giorno prima della sua scomparsa avvenuta il 15 aprile, e il cui brano finale pubblichiamo qui sotto) che la scrittrice comasca non aveva alcuna intenzione di demordere: «Ho tre nuove trame che mi ronzano nella testa». Ad autrici e lettrici del «rosa» dedica una mostra «Parole in tasca», la rassegna-mercato del tascabile organizzata da Guido Spaini, che si svolgerà al Castello presso Pavia da sabato prossimo al primo maggio. Di particolare interesse, all'interno del catalogo, un saggio di Vittorio Spinazzola, «L'amore sotto le bombe» in cui si tracciano i confini di una vera rivoluzione del gusto popolare, tra il 1915 e il 1945: «Tra i tanti mutamenti epocali che fecero seguito alla prima guerra, vi fu anche la crisi della produzione dedicata particolarmente al consumo delle classi subalterne. Si afferma per contro sempre più una narrativa concepita per soddisfare la piccola borghesia, ceto sociale emergente che viene imponendo la sua presenza in tutti i settori della vita». In questo quadro - conclude Spinazzola - nasce Liala «la regina del rosa di stile alto. Il suo successo sta nell'oltranzismo manieristico con cui i moduli del kitsch dannunzianeggiante sono adibiti a sublimare stati passionali proiettati in un cielo di irrealtà conclamata». Fogazzaro, Manzoni. Ipromessi sposi li conosco parola per parola». Lei è considerata la pioniera del marketing: stava sempre molto attenta a soddisfare le richieste del pubblico. Come tastava il polso delle sue lettrici? «Erano loro stesse che si facevano vive con me: scrivevano fiumi di lettere, cosa che per altro continuano a fare. E se facevo qualcosa di non gradito, le reazioni potevano essere anche agguerrite. Faccio un esempio. In Dormire e non sognare, pubblicato nel '44, alla fine della storia avevo fatto morire la protagonista, Lalla. Mi arrivò una telefonata inferocita di un avvocato torinese, disperato perché la consorte, incinta, non faceva che piangere. ». "Guai a lei se succede qualche cosa a mia moglie e al bambino", mi minacciò. E non solo. Arrivò anche Andrea Rizzoli per avvertirmi che la casa editrice era stata presa d'assalto da un gruppo di donne di Gallarate che mi volevano picchiare. Tutti reclamavano la resurrezione del mio personaggio. Ma come potevo fare? Ormai era morta. Non ci dormii per tre notti. Poi mi misi all'opera e scrissi Lalla che torna. Nel seguito il fratello dell'eroina defunta si sposava e procreava una figlia, di nome Lalla, identica alla zia. E le lettrici, ritrovato il personaggio, finalmente si placarono». Poi la guerra finì e lei continuò a pubblicare senza tregua. In che cosa ha dovuto modificare il suo stile per adattarlo al mutamento dei tempi? «Soltanto nelle descrizioni d'ambiente. Se per esempio dovevo parlare di aerei, mi aggiornavo sui modelli più nuovi e veloci. Ma per quanto riguarda la sfera dei sentimenti, quella è rimasta immutata negli anni. La società cambia, ma il cuore continua a soffrire e a gioire per le stesse cose». Il suo ultimo libro risale a dieci anni fa, quando aveva 88 anni. Oggi continua a pensare alle storie d'amore? «Certo. Purtroppo, mi si è abbassata troppo la vista per scriverle. E non riesco a dettare. Ma ho tre nuove trame che mi ronzano nella testa». Costanza Dal Mare

Persone citate: Andrea Rizzoli, Fogazzaro, Guido Spaini, Manzoni, Vittorio Spinazzola

Luoghi citati: Gallarate, Pavia